venerdi 03 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Tgcom Rassegna Stampa
05.10.2007 Un falso smascherato: qualcuno ne dà notizia
informazione sul caso Al Dura

Testata: Tgcom
Data: 05 ottobre 2007
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «M.O., mito bimbo-martire era falso»
Il TGCOM informa correttamente riguardo il caso di Mohammed Al-Dura a questo URL: http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo382067.shtml .

Titolo del messaggio: "M.O., mito bimbo-martire era falso". Dopo 7 anni: filmato costruito ad hoc"

Ecco l'articolo:

Sette anni dopo la diffusione delle immagini della sua fucilazione col padre sotto una pioggia di proiettili, il mito del bambino palestinese martire crolla. E si scopre che il filmato, mandato in onda su France 2, di Mohammed Al-Dura, fu costruito ad hoc per incolpare gli israeliani. La verità emerge da un tribunale francese per il quale l'operazione servì a giustificare l'inizio della 2° Intifada. Il bimbo pare ancora vivo.

Come rivela sul Giornale, la corrispondente Fiamma Nierestein, che all'epoca si occupò della vicenda, i 59 secondi dell'episodio, mandati in onda dalla tv pubblica francese France 2, furono un'operazione di taglia e cuci studiata a tavolino sotto un'abile regia politica.

Ma poiché le bugie hanno le gambe corte, sette anni dopo, in nome della correttezza dell'informazione, un tribunale francese ritorna sul caso e intima all'emittente di consegnare tutto il materiale, il filmato completo. E, dopo questa mossa, Dani Seaman, il direttore del Press Office israeliano, colui che accredita i giornalisti in Terra Santa, esce allo scoperto e dichiara che il video fu un falso.

Così ora France 2, che finora si era sempre rifiutata di farlo, dovrà consegnare alle autorità tutto il filmato (27 minuti complessivi), girato dal cameraman arabo Abu Rahman.

Nel video si assisteva allo scontro a Netzarim, dove da una parte alcune migliaia di palestinesi assaltarono un posto di guardia israeliano e, dall'altra, la risposta dei soldati dello stato ebraico. Nelle immagini si vedevano addossati ad un muro padre e figlio investiti da una vera e propria fucilazione. Il bimbo, che sembrava fosse stato ucciso, divenne proprio grazie al quel filmato, il simbolo del martire innocente.

Il suo nome venne invocato in varie altre circostanze: quando fu assassinato il giornalista Daniel Pearl, in un video in cui Bin Laden reclutava combattenti e nel video-testamento della terrorista suicida Wafa al-Samir.

Ma ora si scopre che gli israeliani non potevano aver colpito il bambino perché erano in posizione laterale, mentre i colpi sono stati sparati frontalmente (quindi forse dagli stessi palestinesi). E poi, in tutto il filmato, non si vede una goccia di sangue.

Ora, dopo sette anni di indagine, la verità sta finalmente venendo a galla. 


Per contattare la redazione del TGCOM si può usare il form presente a questo URL: http://www.tgcom.mediaset.it/res/html/popup/scrivipopup.shtml ,è importante che nell'oggetto ci sia il riferimento all'articolo.


http://www.tgcom.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT