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Il Messaggero Rassegna Stampa
27.12.2002 2002-12-27 Perché il Messaggero semplifica?...
responsabili dell'assassinio del Ministro del Turismo Israeliano Rehavam Zeevi.

Testata: Il Messaggero
Data: 27 dicembre 2002
Pagina: 1
Autore: Luigi Pedrazzi
Titolo: «il veto posto da Israele ad Arafat è stato un grave errore»
Luigi Pedrazzi sul Messaggero del 27,12.2001, a proposito del veto posto da Israele alla visita di Arafat a Betlemme e della drammatica situazione in Medio Oriente scrive che "il veto posto da Israele ad Arafat è stato un grave errore" ma non scrive una riga sulle ragioni che hanno determinato tale veto e cioè il persistente rifiuto da parte palestinese a consegnare alla giustizia israeliana i terroristi (che vivono indisturbati a Ramallah) responsabili dell'assassinio del Ministro del Turismo Israeliano Rehavam Zeevi. Pedrizzi continua il suo articolo scrivendo che: "le preoccupazioni israeliane sono condivisibili sopratutto dopo le minacce dell'ex presidente iraniano Rafsanjani secondo cui il mondo islamico dovrebbe dotarsi di una boma nucleare da usare contro Israele ma a fronte di tali preoccupazioni ci sono le risoluzioni dell'Onu sulla questione palestinese che Israele disattende da decenni".
Qui Pedrizzi cade in un errore madornale dal momento che tutti i governi israeliani hanno sempre cercato di raggiungere degli accordi di pace con i vicini arabi (e questo anche prima del 1967 quando in seguito all'ennesima guerra mossa dagli arabi contro Israele per annientarlo sorgerà la questione dei "territori palestinesi " della West Bank e di Gaza) e vari governi israeliani (ultimo quello di Barak) si sono dati da fare per raggiungere un compromesso con gli arabi e in particolare con i palestinesi. Se non si è arrivati ancora ad un accordo di pace la responsabilità è da attribuire unicamente ai palestinesi che hanno sempre rifiutato qualsiasi proposta di pace provenisse da Israele giudicandola "insoddisfacente" (come ha fatto recentemente Arafat quando ha respinto le proposte di pace di Barak che gli offriva la divisione di Gerusalemme e uno stato palestinese sul 97% della West Bank) e avanzando la assurda pretesa che Israele deve riconoscere ai profughi palestinesi (quattro milioni) il "diritto al ritorno" in territorio israeliano. Inoltre non c'è nessun legame fra i proclami guerrafondai dei fondamentalisti islamici e la questione palestinese dal momento che, se il Medio Oriente fosse in pace, i fondamentalisti islamici compirebbero lo stesso quei tremendi attentati che hanno compiuta a New York.


prioritaria@ilmessaggero.it

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