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Il Messaggero Rassegna Stampa
14.05.2002 15/5/02 Messaggero scorretto
lferj si guarda bene dal descrivere ai suoi lettori che proprio nella casbah di Nablus le varie organizzazioni terroristiche palestinese

Testata: Il Messaggero
Data: 14 maggio 2002
Pagina: 5
Autore: Guido Alferj
Titolo: «Arafat: dietro i kamikaze di Hamas ci sono alcune potenze internazionali»

Su Il Messaggero del 14 maggio a pag. 5 nell'articolo di Guido Alferj ("Arafat: dietro i kamikaze di Hamas ci sono alcune potenze internazionali") è scritto che: "il centro di Nablus è praticamente distrutto".
Ovviamente Alferj si guarda bene dal descrivere ai suoi lettori che proprio nella casbah di Nablus le varie organizzazioni terroristiche palestinese (Tanzim e Hamas) hanno ingaggiato una furibonda guerriglia urbana con l'esercito di Israele e che dunque è colpa dei palestinesi se il centro di Nablus è ridotto in quello stato.
In un altro articolo, sempre a pag. 5, di Eric Salerno ("Il Ministro della Difesa Eliezer: un incursione dentro Gaza è ancora possibile") è scritto che:"Tra il 1993 e il 2000 e cioè negli anni successivi agli accordi di Oslo la popolazione Ebraica dei territori si è raddopiata").
Questa affermazione è completamente inesatta; nel 1992 (e quindi prima di firmare gli accordi di Oslo) il governo di Rabin ordino il blocco delle costruzioni (che divenne totale nel 1995) di nuovi insediamenti nella West Bank e a Gaza.
Nel 1996 il governo Netanyahu rimase fedele al blocco ordinato dal governo Rabin pur allargando limitatamente alcuni insediamenti nella valle del Giordano e nel 1999 il premier Barak riaffermò la politica "del blocco totale" di ogni costruzione di nuovi insediamenti e offrì ad Arafat al summit di Camp David lo stato palestinese sul 97% della West Bank, la divisione di Gerusalemme e lo smantellamento della maggior parte di tutti gli insediamenti, delle generose offerte che Arafat rifiutò.
Il governo Sharon ha accettato i piani Mitchell e Tenet che prevedono il blocco della costruzione di nuove colonie e si è detto pronto a non allarghare "ulteriormente" gli insediamenti già esistenti.



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