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Il Messaggero Rassegna Stampa
01.05.2002 27/5/02 Come ti esalto il piccolo martire
martire di 16 anni

Testata: Il Messaggero
Data: 01 maggio 2002
Pagina: 1
Autore: EZIO PASERO
Titolo: «Il fratello: «Era dolce e allegro»»

Il fratello: «Era dolce e allegro»
Nel diario l’addio a mamma e papà

dal nostro inviato
EZIO PASERO

BETLEMME - All’età in cui i suoi coetanei scrivono sui loro diari di scuola le prime frasi d’amore, Issa Bdir, 16 anni compiuti da poco, terzo anno della "Betlehem Boys School" che frequentava con buoni risultati, aveva scritto sul suo: «Sarò un martire, se Allah vorrà».

E gli insegnanti non si sono accorti di nulla?

Allah gli ha manifestato la sua volontà mercoledì sera: quando Issa, imbottito di esplosivo, si è fatto saltare per aria nella zona pedonale di Rishon Letzion, appena a sud di Tel Aviv; uccidendo, oltre a se stesso, un uomo di 65 anni e un ragazzo della sua stessa età, e facendo una quarantina di feriti. Leggendo direttamente dal suo diario, nel videotape registrato prima dell’attentato dalle Brigate di Al Aqsa, con la kefyah come quella di Arafat in testa e le armi in pugno, il più giovane kamikaze della storia del terrorismo palestinese ha detto che «io sto per compiere la mia operazione per vendicare le continue aggressioni di Israele contro il nostro popolo. Addio mamma, addio papà, addio alla mia famiglia».

E chi ha girato la "cassetta", chi gli ha dato la kefyah, chi ha letto il diario, non ha sentito l'esigenza di mettersi a urlare? Di chiamare uno psicanalista infantile, allertare i genitori, denunciare gli insegnati per "istigazione al suicidio"....

La sua famiglia, adesso, insieme a un indicibile dolore, ostenta grande sorpresa. «Noi non facciamo politica, vogliamo solo lavorare e vivere in pace», giura con la voce rotta dalla commozione e gli occhi lucidi il maggiore dei suoi due fratelli, Khaled, che ha 25 anni e aiuta la madre e le tre sorelle nel loro laboratorio di dolci arabi.
Forse un'occhiatina ai libri di testo adottati dalla scuola, forse un controllino ai programmi televisivi dove cartoni animati appositamente studiati convincono i ragazzini a darsi al martirio...forse cambiare maestri, preside e Presidente....
Tocca a lui ricevere i parenti e gli estranei che vengono per manifestare il loro dolore, ma anche la loro ammirazione;
e perchè questi ammiratori non si fanno saltare in aria loro?

perché suo padre, un avvocato di 62 anni cieco fin da ragazzo, si trovava in Giordania ed è stato ricoverato in ospedale per un malore, quando ha saputo. «Certo, Issa era molto colpito quando vedeva in tv le immagini delle uccisioni di Ramallah e dei massacri di Jenin», continua Khaled.

ecco ancora una volta confermate le raggelanti responsabilità di chi pubblica e amplifica le mistificazioni dell'Autorità Palestinese. Si grida al massacro, allo sterminio, incuranti delle conseguenze. Se si fosse raccontata la Verità, sulla battaglia di Jenin, senza "inventare" un massacro inesistente, questo ragazzino sarebbe ancora vivo.
«Ma frasi come quella sul diario le scrivono tutti i ragazzi palestinesi. Se solo avessi potuto immaginare, avrei fatto di tutto per fermarlo. Ma chi poteva dubitare? Issa era un bambino, non un combattente. Un bambino allegro, quieto, dolcissimo. Studiava e diceva di voler diventare anche lui avvocato, gli piaceva il calcio, giocava con me a scacchi, usciva a divertirsi con gli amici...

Fino a quando...qualcuno non gli ha messo in mano dei libri dove non compare lo Stato di Israele, dove gli ebrei vengono definiti scimmie e maiali. Testi dove si nega la Shoà e si attribuisce ogni nefandezza agli israeliani. Fino a quando qualcuno gli ha parlato del Paradiso dei martiri, delle settanta vergini, e delle mille delizie che lo avrebbero atteso dopo il martirio....
Martedì sera, era appunto uscito di casa dicendo a nostra madre che andava a giocare a pallone, e non è più tornato. Il giorno dopo, io l’ho cercato dappertuto, anche negli ospedali. Poi sono andato alla polizia di Betlemme, per denunciarne la scomparsa. Erano circa le 19, nessuno l’aveva visto. Due ore dopo, lui è saltato per aria».
massacrando un pacifico signore di 70 anni e un ragazzino israeliano, di cui ignoriamo l'andamento scolastico, le speranze, e i sentimenti dei suoi poveri genitori.....

Tra martedì sera e mercoledì, Issa si era consegnato nelle mani di coloro che, dopo averlo istruito e dopo aver filmato il suo addio, lo avevano mandato a uccidere e a morire. Senza dubbio, doveva essere stato precedente il suo incontro con chi l’aveva convinto a votarsi al martirio.

Tutto qui?! Non una parola di sdegno e di esecrazione per chi ha plagiato un fragile ragazzino, e lo ha imbottirlo di tritolo e chiodi avvelenati per seminare la morte in un giardinetto di Rishon Letzion? Non ha proprio altro da dire il signor Ezio Pasero?

Possibile che davvero nessuno dei suoi familiari si fosse accorto di nulla? Forse, non è tutto genuino il loro stupore. La loro villetta ancora in costruzione ad Al Doha, un nuovo quartiere periferico di Beit Jalla, sulle colline che declinano verso Betlemme, è letteralmente avvolta in un gigantesco stendardo palestinese e in decine di bandiere nere delle Brigate di Al Aqsa.

La Kefyah indossata dal giovanissimo assassino era come quella di Arafat...ora le bandiere nere delle Brigate Al Aqsa....il cerchio si stringe. Elementare Pasero....

«Non siamo stati noi, non sappiamo chi le ha messe», mente Khaled. Forse, spera così di evitare la rappresaglia dei militari israeliani che, abitualmente, demoliscono con le ruspe le case delle famiglie dei kamikaze.
Ecco finalmente due parole di condanna...per Israele.

«Del resto», si lascia sfuggire, «cosa devono fare i ragazzi palestinesi quando vedono alla tv i giovani israeliani che gridano "morte agli arabi"?».


Farsi saltare! Che altro? Cercare i coetanei israeliani che insistono sul dialogo e la Pace e magari giocare a pallone con loro? Che follia!

E poi cosa deve pensare un ragazzino palestinese? Se persino gli inviati della stampa straniera, provenienti da paesi "democratici" legittimano il terrorismo suicida?



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