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Il Messaggero Rassegna Stampa
14.04.2003 Salerno confonde causa ed effetto
Finge di non sapere che anche Arafat è un dittatore

Testata: Il Messaggero
Data: 14 aprile 2003
Pagina: 1
Autore: Eric Salerno
Titolo: «Tanto sangue come da copione»
Ieri c’è stato un grave attentato a Riad, in Arabia Saudita, dove hanno perso la vita molti americani, ed il giornalista de Il Messaggero punta subito il dito (intriso di ipocrisia?) sull’America e, naturalemente, su Israele. Per lui c’è chiaramente un "legame causa-effetto tra il conflitto arabo-israeliano e il terrorismo islamico", tant’è vero che tale conflitto influisce pesantemente sullo sviluppo (precario non per colpa di Israele, lasciatecelo dire) del Medio Oriente.
Non guarda i morti dell’attentato di ieri, non guarda alle sofferenze delle vittime del terrorismo specifico e generale, eppure si sente in diritto di saperla lunga su questo tipo di conflitto:

è uno scontro interminabile che genera nuovi odi, che consente a dittatori e re arabi corrotti di governare quasi indisturbati perché dirigono altrove la giusta contestazione interna, che ritarda la crescita economica dei popoli e della regione, potenzialmente ricca.
Da ciò si evince che per lui lo scontro interminabile avrebbe dovuto cessare con, tanto per fare un esempio, la concessione da parte di Israele dei territori per la Palestina. Evidentemente non conosce abbastanza bene la situazione in Israele, dal momento che il terrorismo palestinese ha come unico obiettivo la sua distruzione. Se si fosse permesso di rifletterci un po’ sopra, avrebbe subito capito l’anormalità di questo conflitto: se veramente la Palestina volesse la pace e un territorio si sarebbe subito offerta a negoziare con Israele. Per molti versi Salerno non punta direttamente su Israele ma sulla "grande potenza americana" in quanto appunto essa ha da sempre sostenuto le ragioni di Israele ad esistere in quanto stato. E questa è un’accusa pesante perché, il giornalista puntanto sugli USA mira infatti a distruggere l’immagine di Israele, rendendola così ingiustamente causa di ogni male che si possa immaginare.
Chiariamo una cosa: gli Usa e l’amministrazione Bush appoggiano Israele non perché vogliano stare dalla sua parte, farseli alleati per tenerseli buoni e quant’altro (vedasi, ad esempio, le leggende metropolitane sulla lobby ebraica), ma piuttosto perché essendo lo Stato Ebraico l’unico paese democratico di tutto il Medio Oriente, ha diritto ad esistere.
Sulla Road Map è stato sputato molto, troppo veleno, sulla testa di Sharon: gli si accusa infatti di essere il fruitore di questi ennesimi attentati alla vita di Israele e di essere la causa, se non primaria, dell’attentato a Riad. L’unico fatto di aver deciso di chiudere immediatamente i passaggi fra territori palestinesi ed Israele ha avuto una risonanza spaventosa sull’opinione mondiale, proprio in concomitanza con l’attentato di Riad. Questa cosa ha ovviamente spinto il giornalista a fare delle proprie inferenze per giustificare la sua parzialità a beneficio della Palestina.
Arafat è un poveretto costretto a soffrire blindato nelle sue mura, non ha abbastanza soldi per supportare la sua popolazione palestinese (ma ne ha abbastanza per finanziare il terrorismo) mentre Sharon è un cattivo bambino capriccioso che ruba la marmellata non appena l’America si gira.
Ci fermiamo un momento su questo punto: la marmellata in questione Sharon non la può nemmeno mangiare perché molto velenosa proprio per questo motivo. Il suo è stato un grosso sacrificio, condizionato dal timore che Israele venga nuovamente colpita dalla ferocia terroristica palestinese (nell’attesa di vedere Abu Mazen intervenire in questo senso..) pertanto la sua mossa era dettata dalla necessità di salvaguardare il popolo israeliano dalle suddette minacce. La marmellata in questione riguarda la chiusura delle frontiere di Gaza.
Ora andiamo sull’altra sponda: che cosa stanno facendo le autorità palestinesi? Vogliono la pace? Due territori per due popoli? Su questo punto le due parti in causa sembrano condividerne l’idea. Ma c’è un ma, e Salerno drasticamente ne nega l’evidenza: che rapporti hanno le autorità palestinesi con il terrorismo? Non si sa, anzi si vuole evitare di saperlo. È proprio per questo motivo che la road map fatica ad elargire un po’ di respiro fra i paesi coinvolti. Ma una soluzione per lo sdradicamento del terrorismo, Salerno ce l’ha, eccome:

Dittatori e re malvagi o corrotti possono essere deposti, come si è visto a Bagdad, dalla potenza americana ma senza interventi a favore di un clima nuovo e, dunque, della pace tra arabi e israeliani, ci sarà un’ulteriore radicalizzazione dei popoli e sarà difficile, se non impossibile, vincere la guerra, appena abbozzata, contro il terrorismo.
Peccato solo che è tutto incomprensibile. La sua giustificazione sembra davvero nobile, ma leggendo fra le righe, ci si rende conto di aver di fronte un giornalista con due spesse fette di prosciutto sugli occhi: Arafat non è forse un dittatore? Chissà se sa da quanti anni stava alla.."guida" della Palestina?
Come intende esattamente risolvere questo grande dramma del terrismo? Tanto ha scritto, e male, ma poco e nulla ha espresso le sue sulla possibilità di fermare questo conflitto fra Israele e Palestina e in generale fra Occidente e Oriente.

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