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Il Messaggero Rassegna Stampa
22.08.2002 Palestinese? Terrorista, no grazie


Testata: Il Messaggero
Data: 22 agosto 2002
Pagina: 15
Autore: un giornalista
Titolo: «Israele, allarme attacchi batteriologici: 15 mila vaccinati contro il vaiolo. Presi gli autori della strage all’Università.»
L’articolo molto breve riporta in maniera superficiale una notizia importante, come la cattura della cellula terroristica di Hamas, omette altre informazioni ed evita accuratamente l’utilizzo di termini appropriati.
"La minaccia teorica di un attacco batteriologico contro le proprie retrovie è divenuta ieri per gli israeliani una scottante realtà quando il consiglio di difesa del governo di Ariel Sharon ha ordinato – nel timore di un attacco a sorpresa da parte irachena – la vaccinazione immediata contro il vaiolo di 15 mila membri dei servizi di emergenza e del personale medico."


Che la minaccia sia "teorica" è un’ipotesi del giornalista ma per gli israeliani che hanno già "assaggiato" gli scud iracheni nel 1991 è molto reale e non è certamente divenuta tale solo dopo la decisione di vaccinare la popolazione. Vorremmo infatti ricordare al giornalista che Saddam Hussein vedrebbe con molto favore la totale distruzione di Israele. Lo ha affermato più volte e nel frattempo si impegna con profitto finanziando gli attentati terroristici e "premiando" con migliaia di dollari, le famiglie dei kamikaze.
"Intanto ieri le forze di sicurezza israeliane hanno smantellato una cellula dell’organizzazione Hamas sospettata di avere compiuti otto attentati, tra cui l’attacco di luglio all’Università Ebraica di Gerusalemme."
Una cellula? Di che tipo, fotoelettrica? E l’organizzazione? Pacifista?

E l’attacco? Come può essere un attacco portato a termine da un’organizzazione terroristica come Hamas?

Con tutta la sovrabbondanza di aggettivi, spesso inappropriati, che vengono associati a qualsiasi operazione dell’esercito israeliano è davvero curioso notare come il giornalista sia così allergico all’uso del termine "terrorista"!

"Almeno quattro membri del Movimento per la resistenza islamica sono finiti in manette sabato notte nella Città santa, proprio mentre si preparavano ad entrare di nuovo in azione nell’area centrale di Israele, probabilmente sull’autostrada Gerusalemme-Tel Aviv."
La notizia è fumosa e imprecisa. Ecco come un altro quotidiano la riporta: "La cellula estremista stava preparando un nuovo attentato nell’area centrale di Israele, lungo l’autostrada Gerusalemme-Tel Aviv. L’ordigno, rinvenuto soltanto martedì, era già stato sistemato e pronto ad esplodere".
"I militanti sono tutti residenti di Gerusalemme Est e avevano documenti di identità israeliani."
Chi si è reso responsabile di stragi efferate non può essere definito "militante" perché o non si conosce la definizione esatta della parola in questione - e questo vorremmo escluderlo – oppure, evitare ripetutamente l’uso del termine terrorista è un modo subdolo e fazioso di fare giornalismo.
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