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Il Messaggero Rassegna Stampa
26.07.2005 Un articolo contro la "chiarezza morale"
e favore del silenzio sul terrorismo anti-israeliano

Testata: Il Messaggero
Data: 26 luglio 2005
Pagina: 1
Autore: Marcella Emiliani
Titolo: «E Ratzinger respinge la logica delle crociate»
Il Messaggero di martedì 26 luglio 2005 pubblica in prima e nona pagina un articolo di Marcella Emiliani.
Nel suo editoriale la Emiliani sostiene che l’ affermazione di Benedetto XVI, secondo cui gli attentati terroristici di questi ultimi giorni non sono rivolti contro la cristianità, va inquadrata nell’ambito di uno sforzo del Vaticano inteso a gettare acqua sul fuoco dello scontro di civiltà.
Purtroppo però la nostra giornalista condisce questa interpretazione, condivisibile nella sostanza, con un paio di scorrettezze.

La prima rispolvera un vecchio ritornello. La "logica delle crociate", che Ratzinger respinge, viene infatti attribuita ai

neofondamentalisti cristiani, che stanno prosperando non solo negli Stati Uniti dall’inizio della presidenza Bush, ma anche nella vecchia Europa.


Notiamo come, ancora una volta, il nome del presidente americano venga associato alle crociate, nonostante un tentativo di dissimulazione mal riuscito – allorché viene tirata in ballo la "vecchia Europa". È la solita retorica che considera la "moral clarity" – la chiarezza morale – di Bush, e l’orgogliosa rivendicazione della superiorità morale del modello civile occidentale, un rozzo manicheismo da Far West, che ispira sconsiderate crociate ideologiche e militari.

Più in là nell’articolo, la Emiliani giustifica il silenzio del Papa sulle vittime del terrorismo palestinese.

Ci permettiamo di suggerire che la "dimenticanza" di Ratzinger non voleva certo suonare come un atto di discriminazione. Sul contenzioso israelo-palestinese, il Vaticano ha da tempo chiarito che lascia alla dinamica degli attori politici locali la soluzione dell’annosa guerra tra i due popoli, pur condannando anche il terrorismo palestinese.
Condanna che però questa volta non è arrivata. Perché Israele dev’essere sempre un’eccezione morale? Inoltre appare stupefacente come la presenza del terrorismo nella vertenza israelo-palestinese venga ormai considerata come un fatto normale, un dato acquisito, tanto che la Emiliani arriva a giustificare il silenzio del Papa con la volontà di non interferire nella "dinamica degli attori politici locali".

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