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Il Messaggero Rassegna Stampa
30.11.2004 "Toccante" cerimonia per commemorare il terrorrista Arafat
a Civitavecchia

Testata: Il Messaggero
Data: 30 novembre 2004
Pagina: 9
Autore: Cristina Gazzellini
Titolo: «Una corona in mare per salutare Arafat»
A Civitavecchia il 27-11-04 si è svolta una "toccante" cerimonia di commemorazione di Yasser Arafat, presentato dagli oratori e dalla giornalista che ha scritto la cronaca dell'evento per IL MESSAGGERO del 28-11-04 come "uomo di pace".
Dimenticando il terrorismo, il no a Camp David, l'incitamento all'odio, la gestione mafiosa delle finanze dell'Anp...
Ecco l'articolo:

CIVITAVECCHIA - Nemmeno la giornata piovosa di ieri è riuscita a rovinare la commemorazione di Yasser Arafat. Alle 11, in concomitanza con la cerimonia organizzata dal Comune in piazza Betlemme, il cielo si è persino rischiarato. La figura del leader palestinese, scomparso da meno di un mese, è stata ricordata dal sindaco Alessio De Sio, dal vescovo Monsignor Girolamo Grillo, dall’onorevole Pietro Tidei (che nel ’98 gli tributò la cittadinaza onoraria) e dal presidente del consiglio Gino Vinaccia, alla presenza dell’ambasciatore della delegazione palestinese Nemer Hammad. «Spero che la morte di Arafar - è stato l’augurio del sindaco - sia un regalo che traghetti il popolo palestinese verso la pace e che questa cerimonia sia un segnale che possa far aprire uno spiraglio da Israele fino negli Usa per il riconoscimento dei diritti palestinesi». Ad augurarsi che la commemorazione cittadina possa essere un «primo passo per vivere in un mondo di pace» è stato anche il vescovo Grillo, con un pensiero condiviso dal presidente Vinaccia e dall’onorevole Tidei che, dopo aver ricordato la solidarietà dimostrata da Civitavecchia verso la Palestina ha ribadito «un fermo no al terrorismo, ma la necessità che si riprenda la strada del dialogo per dare ad un popolo la sua identità».
A chiudere gli interventi è stato Nemer Hammad che dopo aver ingraziato l’amministrazione attuale e passata ha raccontato il suo ultimo incontro con Arafat dello scorso luglio. «Era rinchiuso in un piccolo ufficio e non voleva uscirne finché Isaraele non avesse ripreso il dialogo». Poi l’ambasciatore ha tracciato la storia della "causa" palestinese, «causa - ha detto - che dovrà essere continuata dal suo successore, per far diventrare il nostro popolo sovrano dalla striscia di Gaza a Gerusalemme est». La toccante cerimonia si è conclusa col lancio a mare di una corona di fiori.
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