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Il Messaggero Rassegna Stampa
16.11.2004 L'uso improprio delle parole e delle immagini
da parte del quotidiano romano

Testata: Il Messaggero
Data: 16 novembre 2004
Pagina: 2
Autore: Stefano Trincia - Eric Salerno
Titolo: «Casa Bianca, vacilla la strategia di pace- Sparatoria a Gaza, illeso l’erede di Arafat- Il moderato che si oppone al rais»
Nell’articolo di Stefano Trincia "Casa Bianca, vacilla la strategia di pace" de IL MESSAGGERO del 2004-15-04 non serio sembra l’uso della fotografia che ritrae un ebreo ortodosso con l’effige di Arafat in mano. La descrizione riporta testualmente:


ortodosso simpatizzante di Arafat


Trincia non dovrebbe dimenticare di chiarire il significato storico dell’immagine riportata. Andrebbe specificata l’esistenza di un piccolo gruppo di ebrei ortodossi che si dichiarano ufficialmente antisionisti e che non riconoscono assolutamente l’esistenza dello Stato di Israele. Solo così si rende il lettore informato veramente su quello che osserva.
Nell’articolo, a pagina 3 de Il Messaggero del 2004-15-11, Eric Salerno scrive:

per non fornire a Sharon una nuova scusa per bloccare il processo di pace


Salerno vuole sottolineare come Abu Mazen possa essere un candidato buono per gli USA e Israele. Conclude però con una frase che suona polemica e accusatoria nei confronti del Primo Ministro israeliano. Precisando che tutte le critiche hanno il diritto di essere poste, sarebbe stato giusto sottolineare come, dal 2001 in poi, l’unica richiesta fatta da Israele per trattare, quella della sua sicurezza dal pericolo terrorista, non sia mai stata considerata adeguatamente e messa in pratica per creare un clima di reciproca fiducia. Dare la colpa ad una sola parte ed ad una unica persona suona parziale e poco plausibile.
Ne "Il moderato che si oppone al raìs". Nella quinta colonna, con riferimento alla cattura di Marwan Barghouti, viene testualmente scritto:

Rapito a Ramallh da una unità militare israeliana nell’aprile del 2002 e da allora in carcere….

All’inviato del quotidiano romano ricordiamo che sul leader di Al-Fatah pendevano dei mandati di cattura della giustizia israeliana, che i reati contestati riguardavano il ruolo di organizzatore di attentati suicidi contro la popolazione civile israeliana e che quindi l’averlo portato davanti alla Corte rappresentava il dovere dei militari israeliani. Sono le persone innocenti a subire rapimenti, le persone latitanti pagano la loro colpa.
Catturato, quindi, e non rapito.

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