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Avvenire Rassegna Stampa
19.03.2022 Le (poche) parole di Putin
Cronaca di Marta Ottaviani

Testata: Avvenire
Data: 19 marzo 2022
Pagina: 5
Autore: Marta Ottaviani
Titolo: «'Nel Donbass per evitare un genocidio'. Ma il comizio finisce in un giallo»
Riprendiamo oggi, 19/03/2022, da AVVENIRE, a pag.5, con il titolo "'Nel Donbass per evitare un genocidio'. Ma il comizio finisce in un giallo", la cronaca di Marta Ottaviani.

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Marta Ottaviani

Forte: la citazione del Vangelo fatta di Putin a Mosca «è una bestemmia»
Il comizio di Putin

La propaganda russa si tinge di giallo, con buona pace dei colori nazionali. Ieri nel primo pomeriggio un discorso del presidente russo, Vladimir Putin, è stato letteralmente troncato a metà dalla diretta televisiva. II numero uno del Cremlino si trovava allo stadio Luznilá davanti a migliaia di persone, per l'appuntamento annuale in cui, con tutta l'enfasi nazionalista possibile, si celebra l'annessione della Crimea alla Federazione Russa. L'appuntamento di quest'anno, con una guerra in corso per conquistare altri territori, era particolarmente sentito e la macchina della propaganda si era messa in moto con ancora più zelo rispetto al solito. Allo stadio erano presenti il sindaco di Mosca, Sergeij Sobyanin, molti parlamentari del partito di governo Russia Unita, nonché i campioni delle ultime olimpiadi invernali a Pechino, discipline che, per evidenti motivi climatici, in Russia sono seguite con particolare interesse. Tutti con una coccarda a forma di «Z», dall'espressione «za pobedy», ossia «alla vittoria» che è diventata il simbolo e lo slogan della guerra in Crimea. Alcuni avevano la coccarda con gli stessi colori della lenta (nota anche come "nastro di San Giorgio"), il tessuto a righe arancione e nere, reminiscenza dell'epoca zarista, passato da simbolo della vittoria nella Seconda guerra mondiale a espressione del nazionalismo putiniano. II presidente aveva iniziato a parlare da pochi minuti, quando, improvvisamente, il suo discorso è stato bruscamente interrotto. II portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha parlato di inconveniente tecnico, ma sul web si sono diffuse varie ipotesi, fra cui quella che si trattasse di una kermesse registrata. Certo, Putin non è stato l'unico ad avere un inconveniente tecnico. Alla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zacharova, si è rotto il microfono mentre stava parlando. Nonostante l'intervento del presidente sia risultato ampiamente incompleto, sulla rete si sono immediatamente scatenati numerosi commenti sulla forma e il contenuto della sua "esibizione'. Putin è apparso stanco, visibilmente gonfio. Vestito in modo sportivo, secondo alcuni anche per mascherare il gonfiore del corpo, indossava un piumino blu di un noto marchio italiano dal costo di circa 15mila euro. Una cifra già molto alta in Italia e certo non alla portata di tutti, addirittura astronomica in Russia. In secondo luogo, il discorso del presidente è iniziato in ritardo secondo la tabella di marcia, con cori della tradizione musicale russa che si sono esibiti nel frattempo, forse con l'intento di prendere tempo e aspettare che la telefonata fra il presidente americano, Joe Biden e l'omologo cinese Xi Jinping si concludesse. Pur nella brevità del suo intervento, il capo del Cremlino ha fatto in tempo a ribadire che la Russia ha intenzione di attuare «tutti i suoi piani», sottolineando come in Donbass continuino a imperversare operazioni naziste, alle quali Mosca intende porre fine per «il bene della popolazione» ed «evitare un genocidio». Nel suo intervento allo stadio Putin ha citato anche il Vangelo di Giovanni: «Non c'è amore più grande di dare la propria vita per i propri amici», ha scandito lo zar per giustificare l'operazione in Ucraina. Attorno a lui, protetto da un guscio in vetro anti-proiettile, migliaia di persone che sventolavano la bandiera nazionale, con la regia della Tv di Stato molto attenta a inquadrare soprattutto quelli più giovani. Le parole di Putin erano state precedute, nella mattina, da quelle, molto forti, del ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov. II capo della diplomazia ha annunciato la tolleranza zero nei confronti di qualsiasi carico che trasporti armi, aggiungendo che la Russia sopravvivrà alle sanzioni «perché dal 2014 ha imparato a contare su se stessa».

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