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Avvenire Rassegna Stampa
19.02.2021 Chiedere a Israele di vaccinare anche gli arabi palestinesi è un doppio standard che discrimina lo Stato ebraico
A nessun altro Paese viene chiesto, perché solo al governo di Gerusalemme?

Testata: Avvenire
Data: 19 febbraio 2021
Pagina: 10
Autore: Barbara Uglietti
Titolo: «Prime dosi a Gaza: campagna elettorale palestinese al via»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 19/02/2021, a pag. 10, con il titolo "Prime dosi a Gaza: campagna elettorale palestinese al via", il commento di Barbara Uglietti.

Perché Israele dovrebbe provvedere alla vaccinazione della popolazione di Gaza e Cisgiordania a gestione Anp, territori che non sono amministrati dal governo di Gerusalemme ma rispettivamente da Hamas e Anp? Israele fa bene a preoccuparsi della vaccinazione della propria popolazione, senza alcuna distinzione di censo, ceto, etnia e religione. Chiedere allo Stato ebraico di occuparsi anche della vaccinazione dei vicini arabi palestinesi è un esempio di doppio standard, una richiesta cioè rivolta esclusivamente a Israele dai suoi detrattori e a nessun altro Paese al mondo.

Ecco l'articolo:  

Nella Striscia di Gaza è arrivata una prima consegna di 2.000 vaccini Sputnik V donati dalla Russia. La fornitura, spedita dal ministero della Salute palestinese di Ramallah, è entrata mercoledì nell'enclave attraverso il valico di Erez. Ci sono state polemiche quando, a inizio settimana, le autorità israeliane avevano bloccato il lotto. Hamas, il gruppo che controlla la Striscia, aveva sùbito accusato Israele di «violare le leggi internazionali». Gli ufficiali della Difesa israeliana hanno però spiegato che l'Anp ha spedito il camion con i vaccini al valico di Betania (sud di Ramallah, Cisgiordania) «senza attivare alcun tipo di coordinamento con noi, senza aver ricevuto i permessi». Da qui lo stop. Stanno ora circolando voci su una possibile consegna di 20mila dosi, sempre di Sputnik, forniti all'enclave dagli Emirati Arabi Uniti. La fornitura, che dovrebbe passare attraverso i valichi con l'Egitto, avrebbe una precisa connotazione politica: si tratterebbe infatti di un'iniziativa di Mohammed Dahlan,ex leader di al-Fatah nella Striscia di Gaza e da sempre acerrimo nemico del presidente Abu Mazen. Dahlan vive negli Emirati, ed è uno dei consiglieri più ascoltati dal principe ereditario Mohammed bin Zayed.

Risultato immagini per vaccine gaza

Gli emiratini - che lo scorso anno hanno siglato con Israele gli Accordi di Abramo, poi estesi a Bahrein, Marocco e Sudan - sarebbero pronti a investire somme importanti nella campagna elettorale palestinese che inizierà a maggio. E la mossa potrebbe spostare sensibilmente gli equilibri tra Hamas e Fatah, spingendo i primi a sganciarsi dalle pressioni (e dai finanziamenti) degli sciiti di Hezbollah e Iran per aderire al progetto sunnita che sta alla base dell'intesa regionale. Di certo, per procedere alla campagna vaccinale dei 5 milioni di palestinesi che vivono tra la Cisgiordania e Gaza, un coordinamento tra le parti è necessario. Israele - che ha lanciato il programma di somministrazione più avanzato al mondo - è stata accusata di aver "lasciato indietro" i palestinesi. In base agli accordi di Oslo (a cominciare dall'articolo VI dell'intesa principale), la Sanità rientra tra i settori di cui è stato concordato il trasferimento ai palestinesi. Ma secondo la Comunità internazionale, in quanto "potenza occupante", Israele è responsabile dell'assistenza sanitaria, vaccini compresi. Gerusalemme ha detto di non aver mai ricevuto alcuna richiesta formale in tal senso. E l'Anp ha fatto sapere di aver acquisito autonomamente 10mila dosi di Sputnik V e di attendere scorte da Covax (il programma dell'Oms per un accesso equo). Nella Striscia (circa due milioni di abitanti) sono stati registrati sinora 53mila casi di Covid e 537 decessi.

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lettere@avvenire.it

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