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Avvenire Rassegna Stampa
20.03.2018 Il solito commento contro Israele di Susan Dabbous su Avvenire
A proposito di una nuova vittima della violenza araba palestinese

Testata: Avvenire
Data: 20 marzo 2018
Pagina: 14
Autore: Susan Dabbous
Titolo: «Altro sangue e odio: morto israeliano accoltellato»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 20/03/2018, a pag. 14, con il titolo "Altro sangue e odio: morto israeliano accoltellato", il commento di Susan Dabbous.

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David Friedman e un cane (così Abu Mazen)

Anche riportando la notizia dell'ennesimo attentato di un arabo palestinese contro un civile israeliano, Susan Dabbous disinforma e demonizza lo Stato ebraico, scrivendo che "proseguono le punizioni collettive nei confronti dei familiari dei terroristi a cui vengono demolite le case e sospesi i permessi di lavoro dentro Israele". Così Dabbous descrive i provvedimenti minimi presi dalle forze di sicurezza israeliane per limitare il terrorismo.
Dabbous riporta le frasi pronunciate da Abu Mazen contro l'Ambasciatore Usa in Israele, David Friedman, definito "
figlio di un cane", ma non commenta la definizione. Il solito pezzo di Avvenire  contro Israele.

Ecco l'articolo:

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Susan Dabbous

Si sono tenuti ieri i funerali di Adiel Colaman, il trentaduenne israeliano accoltellato domenica scorsa a Gerusalemme, nei pressi del City of David museum, nella città vecchia, dove lavorava Vicino alla Spianata delle moschee al Muro del Pianto. Sul luogo dell'attacco è stato ucciso anche l'aggressore: Rahman Bani Fadel, palestinese di 28 anni, originario di Agraba, villaggio nei pressi di Nablus non molto distante dall'insediamento di Kochav Hashahar dove viveva la vittima. Contrariamente all'aggressore palestinese legato ad Hamas, che ha investito e ucciso due soldati israeliani nei pressi di Mevo Dotan, un altro insediamento israeliano nei Territori palestinesi.

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Adiel Colaman, l'ultima vittima della violenza raraba palestinese

Hamas ha rivendicato l'attacco, rimarcando così i 100 giorni dal riconoscimento del presidente americano Donald Trump di Gerusalemme come capitale di Israele. Scelta che continua a essere urticante per i palestinesi. Il presidente palestinese Abu Mazen ha apostrofato l'ambasciatore Usa in Israele, David Friedman chiamandolo «figlio di un cane». «Loro costruiscono sulle loro terre?», ha chiesto incredulo Abu Mazen riferendosi a parole attribuite a Friedman. «Lui è un colono», ha esclamato. In risposta alla nuova ondata di attacchi, il ministro dell'agricoltura Uri Ariel ha auspicato la costruzione di più colonie nei Territori, mentre proseguono le punizioni collettive nei confronti dei familiari dei terroristi a cui vengono demolite le case e sospesi i permessi di lavoro dentro Israele. A pesare nel clima di tensione c'è stata, ieri, anche la decisione del tribunale militare di scarcerare anticipatamente Elor Azaria, l'ex soldato israeliano condannato per aver ucciso, nel 2016 a Hebron, un aggressore palestinese ferito, sdraiato a terra e disarmato. Il caso di Azaria aveva scosso l'opinione pubblica. Un video aveva provato che il sergente aveva sparato sul palestinese inerme, gambizzato, subito dopo che questi aver tentato di accoltellare un soldato. Il premier Benjamin Netanyahu aveva chiesto la liberazione di Azaria, mentre il presidente Reuven Rivlin si era rifiutato di dargli la grazia per violazione del codice militare.

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lettere@avvenire.it

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