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Le ragioni di Israele 01/11/2023

Cutting off electricity to Gaza, other punitive measures are war crimes:  Human Rights Watch | The Business Standard

Gentilissima Signora Fait,
ho letto che un professore ha assegnato un tema sulle “ragioni di Israele”, dopo aver illustrato il preteso ‘apartheid’ ed altre supposte nefandezze israeliane. Per parte mia, non trovo alcuna difficoltà ad illustrare le ragioni di Israele, che mi sono sempre apparse evidenti e nell’attuale situazione dovrebbero balzare agli occhi di chiunque, e mi permetto di sottoporLe la traccia dello “svolgimento”.
 Primo: se non esiste uno Stato palestinese, non è colpa di Israele. Nel 1948 furono gli Stati arabi ad attaccare il neonato Stato di Israele, con il ‘nobile’ intento di eliminare fisicamente gli ebrei dallo spazio fra il Mediterraneo ed il Giordano. Chi tenta di difendere il rifiuto arabo di accettare la sovranità ebraica perfino sul fazzolettino di terra assegnato allo Stato Ebraico dal Piano di Spartizione approvato nel 1947 dalle Nazioni Unite non trova altro argomento che quello, falso, di presentare gli ebrei come coloni europei, privi di qualunque diritto sulla Terra di Israele. Per gli integralisti musulmani, peraltro, la vera ragione dell’opposizione è la convinzione religiosa di non poter cedere a non musulmani neanche un metro di terre conquistate dai musulmani.
 Secondo: per oltre un decennio, fra metà anni Novanta e il 2008, gli israeliani hanno praticamente pregato in tutti i modi i palestinesi di accettare uno Stato palestinese, ricevendone in cambio una campagna terroristica che ha causato, se non erro, fra le mille e le duemila vittime solo fino al 2005.
 Terzo: la Striscia di Gaza è, di fatto, uno Stato indipendente dall’estate del 2005, perché da allora (dal giorno in cui Israele si ritirò dal territorio, conquistato nella guerra difensiva del 1967) si governa da sé. Se non avesse iniziato pressoché da subito le ostilità contro Israele, non avrebbe mai subito alcun blocco navale né azioni militari di sorta.
 Quarto: il 7 ottobre, Israele ha subito un’invasione, costellata di un numero impressionante di crimini di guerra e contro l’umanità, che ha causato la morte atroce di almeno 1400 persone, in gran parte civili,  migliaia di feriti, il rapimento di oltre duecento persone e la distruzione totale o parziale di una ventina di kibbutz. Un’invasione in nessun modo ‘provocata’, visti i punti precedenti ed il fatto che non stava facendo alcunché contro Gaza e, in effetti, nemmeno contro le aree dell’Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania (alias Giudea e Samaria).
Che Israele abbia il diritto-dovere di difendersi da una simile aggressione e dal rischio di altre aggressioni, nel malaugurato caso in cui la mancanza di adeguata risposta facesse venire brutte idee ad altri, vicini e meno vicini, è più che evidente. In effetti, in Occidente molti riconoscono tale diritto, ‘in linea di principio’. Purtroppo, però, tendono a porre tanti e tali limiti al diritto di difesa da renderlo puramente teorico.
 Quinto: da sempre in guerra soffrono anche i civili, da quelli ridotti in schiavitù nell’antichità alle vittime dei bombardamenti nell’ultimo secolo. Israele ci tiene molto alla “purezza delle armi” e fa di tutto per limitare i danni ai civili, sia per convinzione morale che, suppongo, nella speranza di preservare anche le più esili prospettive di una futura pace, ma solo il Cielo potrebbe immobilizzare e separare i terroristi dal resto della popolazione senza sfiorare i non combattenti, in un’area urbana densamente abitata in cui Hamas ha collocato sistematicamente le proprie strutture militari accanto o sotto ospedali, moschee ed edifici residenziali e dalla quale cerca di impedire ai civili di allontanarsi, facendosene scudo.
La conseguenza di ciò, tuttavia, non è che lo Stato aggredito (Israele) non possa difendersi e debba rassegnarsi ad essere impunemente attaccato, bensì che l’aggressore espone la propria popolazione civile ad un alto rischio di diventare un danno collaterale di operazioni militari pienamente legittime.
 Sesto: chi sostiene la soluzione dei “due Stati per due popoli” deve impegnarsi a ricostruire le basi perché gli israeliani possano fidarsi dei loro vicini; il che, dopo l’orrore del 7 ottobre, è molto più difficile di prima e, quindi, richiede un impegno decisamente maggiore da parte, in primo luogo, dei palestinesi e, in secondo luogo, dei popoli arabi e musulmani e dei rispettivi Governi. Quanto prima palestinesi, arabi e musulmani cominceranno a sostituire, dopo un attentato contro gli israeliani, la distribuzione di dolcetti con le tende del lutto e ad esporre bandiere palestinesi ed israeliane insieme, anziché bruciare queste ultime, tanto meglio sarà.
Anche noi occidentali potremmo contribuire in tal senso: certe manifestazioni delle ultime settimane sono uno scandalo intollerabile.
 Postilla personale: sono sempre stata favorevole alla soluzione dei “due Stati per due popoli” perché non credo che sia lecito costringere i palestinesi a trasferirsi in Giordania (o in Egitto per quelli di Gaza) né che possano restare a tempo indeterminato senza sovranità. Tuttavia, dati gli eventi dal 1948 ad oggi, credo che l’onere di provare la volontà di vivere in pace, accanto ad Israele e non al suo posto, sia tutto dei palestinesi.
 Con i più cordiali saluti,
Annalisa Ferramosca
 
Gentile Annalisa,
Credo che il professore di cui parla non si sia limitato a proporre un tema sulle “Ragioni di Israele” mettendo in evidenza una supposta inesistente apartheid, ha fatto molto peggio. Ha messo uno studente ebreo sul banco degli imputati sbefeggiato dai compagni. https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/23_ottobre_30/roma-bufera-al-liceo-righi-prof-chiede-agli-studenti-di-esprimersi-sulle-posizioni-di-un-compagno-di-classe-israeliano-386e0485-8559-4aae-b293-e88274e42xlk_amp.shtml
La sua analisi è perfetta anche quando parla della formula trita e ritrita dei “due popoli due stati”, irrealizzabile in passato per i continui rifiuti palestinesi e, dal Sabata Nero, per la legittima paura degli israeliani di vivere accanto a uno stato dove il terrorismo è religione. La soluzione, una volta ripulita Gaza da Hamas, la dovrà trovare la comunità internazionale a fronte dell’incapacità ampiamente dimostrata di autogovernarsi dei palestinesi.
Un cordiale shalom

 
***

Gentile Deborah,
L’antisemitismo in UE è sempre stato, ma la recrudescenza di oggi è dovuta ai milioni di musulmani fatti entrare in Europa e con loro i miliardi di dollari investiti dai vari paesi arabi in moschee , università, pseudo centri sociali, edifici, banche, ogni ganglio economico. Essi programmano molto bene nel tempo! A questo si aggiunge l'ignoranza scolastica, l'ideologia inculcata dalla maggioranza dei professori, la pavidità' della popolazione di fronte all'islam, e la timidezza dei politici a causa della moltitudine di musulmani in tutti i paesi, senza contare i politici diciamo "collusi". Poi aggiungiamo i media con l'accusare Israele più o meno palesemente ad ogni morto palestinese o al termine “colono” come dispregiativo. Indietro non si può tornare, uscirne praticamente impossibile. CON ISRAELE SENZA SE E SENZA MA.
cordialmente
Annalisa Rossi
 
Gentile Annalisa,
Il grande numero di musulmani in Italia e in Europa è un grande problema per la recrudescenza dell’antiebraismo. L’odio secolare dell’islam si è sposato perfettamente con quello millenario europeo e, come dice lei, non è possibile tornare indietro. Prevedo tempi difficili per gli ebrei del mondo poiché in America non sono messi meglio.
Per fortuna, almeno moralmente, Israele può contare sulla vicinanza di molti amici sinceri.
Un cordiale shalom

 
***

Carissima Deborah
Amnesty Italia è di una VERGOGNA schifosa. Ormai quasi tutte quelle associazioni sono solo stipendifici. Non rappresenta l’Italia : quello che è purtroppo vero è che i comunisti ( che non sanno NIENTE di cosa sia il comunismo)  vanno in piazza mentre la maggioranza silenziosa no. Non è vero che tutti la pensano come quei maledetti ignoranti ,altrimenti governerebbero
Siamo sempre con voi in tanti e almeno a parole difendiamo Israele dalle menzogne diffuse da ignoranti della storia e FAZIOSI oltre ogni limite.
Un pensiero e un abbraccio a chi anche adesso sta difendendo anche a costo della vita, non solo i suoi cari, ma anche noi dalla barbarie di un islam spacciato per quello che non è .
Tiziano Della Cagnoletta

Gentile Tiziano,
Amnesty International, reputata ingiustamente un’organizzazione seria, è diventata negli anni un vero e proprio altoparlante di antisionismo/antisemitismo.  È lo specchio dei tempi: un ipocrita terzomondismo unito al vecchio odio contro gli ebrei. La ringrazio per le sue parole. È molto importante controbattere tutte le infinite menzogne che passano attraverso i media e i social. Noi abbiamo un’arma, un’unica arma: la parola, per spiegare le ragioni di una democrazia aggredita dal male delle dittature e delle ideologie obsolete dal giorno della sua fondazione.
Un cordiale shalom

***

Cara Deborah,
Ricordo molto bene quanto succedeva in Israele tra la fine degli anni novanta e i primi duemila. Le foto di neonati palestinesi con le cinture esplosive , le interviste a Yassin con tutti gli onori, come fosse un capo di stato. Ne ricordo una in particolare in cui il giornalista chiedeva se fosse vantaggioso per la causa palestinese farsi esplodere negli autobus , nei ristoranti e nei bar. La risposta fu che molto volentieri avrebbe usato tank e arei da guerra, ma, sfortunatamente, ne era sprovvisto e quindi via con gli attentatori suicidi. Forse Yassin avrebbe fatto bene a domandarsi come mai Egitto e Giordania ne avevano e loro no. Mi viene in mente Vladimir Jabotinsky , uno dei pochi che aveva capito tutto in anticipo. Mi chiedo come mai il segretario generale dell’Onu invece di giustificare i massacri non si sia occupato per tempo del modo in cui veniva insegnata la storia ai bambini di Gaza. Per me rimane incomprensibile l’atteggiamento nei confronti di Israele, solo il fatto che tra i rapiti ci siano 32 nazionalità diverse fa capire la qualità umana di Israele.
La seguo sempre con piacere.
Lorenzo Pelacchi

Caro Lorenzo,
La verità è che i palestinesi, pur inondati da miliardi di dollari provenienti da tutto il mondo, non sono mai stati capaci di creare una società vivibile. Hanno pensato solo alla distruzione di Israele e a nutrire con un odio spaventoso i loro figli dalla più tenera età. Hanno fabbricato così milioni di terroristi che, come tanti robot, andavano a farsi esplodere in Israele.
Gli stati membri dell’Onu sono per la maggior parte stati arabi e islamici cui non interessa educare la gioventù palestinese, l’unico loro interesse è fomentare l’odio per perseguire il loro obiettivo di sempre: l’annientamento dello stato ebraico e del suo popolo.
Quanto accaduto il 7 ottobre, invece di suscitare emozione e repulsione, ha fatto sì che il mondo intero si rivoltasse contro di noi. Grazie per la sua lettera.
Un cordiale shalom

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Gentile Deborah,
La Repubblica del 30/10 ha pubblicato un articolo di Occhetto, ex leader e segretario del PCI, relativo alla situazione della guerra in Medioriente. In pratica, Occhetto, con furbastri giri di parole, riesce a mettere sullo stesso piano Israele e i tagliagole di Hamas. Vale la pena di leggere l'articolo per capire come ci sia nella politica italiana ancora una specie di '' richiamo della foresta '' di quelli che chiamavano Arafat '' il compagno Arafat''. Suppongo che il direttore Molinari fosse in vacanza, perchè la pubblicazione di un simile e articolo è totalmente inaccettabile
saluti
dante D

Caro Dante,
Non ho letto l’articolo di Occhetto ma conosco il personaggio che non si allontana dal clichè di tutta la sinistra antisemita. Come ha detto Daniele Capezzone a Di Magistris “avete accusato per anni la destra di antisemitismo e adesso scoprite che i veri odiatori degli ebrei siete voi”.
Per anni hanno adorato Arafat, Craxi è arrivato a paragonarlo a Mazzini. Il loro odio per Israele ha ormai raggiunto vette spaventose e le manifestazioni indecenti di questi giorni lo confermano.
Un cordiale shalom

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