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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 25/07/2023
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 25/07/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Igor Girkin: Russian blogger who called Putin a 'lowlife' arrested | CNN
Igor Girkin

Una delle ragioni per cui sono popolare è perché continuo a portare la cravatta. Tony Bennett, leggendario crooner americano, scomparso il 21 luglio 2023.

Bennett non ha avuto una vita tranquilla. [...] Ha vissuto anni di dipendenza da pillole e cocaina. A finanziare i suoi primissimi passi nel mondo dello spettacolo sarebbero stati gli «amici degli amici». Si racconta che negli anni settanta si mise a corteggiare la ragazza di Tony Spilotro, il capomafia che terrorizzava Las Vegas (e che ispirò il personaggio di Joe Pesci nel film Casinò di Martin Scorsese). Finì bene, nel senso che Bennett se la cavò solo con qualche livido. Marco Molendini, Dagospia.

[A proposito di «malamente», un ritratto di Stalin:] violento rivoluzionario, rapinatore di banche, gangster, cantante, poeta, donnaiolo, pedofilo e spietato assassino. The New York Review of Books.

[E uno dell’attuale boss:] Putin ha un know-how unico. È il padrino che tiene in equilibrio diversi clan. Se lui scompare per un motivo X – impeachment, assassinio, malattia – non c’è nessuno che possa tenere tutte le «famiglie» insieme. Galia Ackerman (Maria de França, La regle du jeu).

Igor Girkin, leader dei «patrioti arrabbiati», è stato portato in carcere in base allo stesso articolo 282 del codice penale – «estremismo» – per il quale, poche ore prima, l’accusa aveva chiesto 20 anni di prigione per Alexey Navalny. [...] Girkin è l’uomo che si è vantato di avere «schiacciato il grilletto della guerra», e tra le tante bugie che ha detto questa non lo è: è stato lui, ex ufficiale dell’ex Kgb, a entrare nel Donbass nell’aprile 2014 alla guida d’un commando d’uomini armati per seminare terrore nelle città ucraine. È un criminale di guerra condannato dal tribunale dell’Aja all’ergastolo per l’abbattimento, nove anni fa, del Boeing malese colpito nel cielo del Donbass da un missile russo: 298 morti innocenti. [Ma da qualche tempo] denuncia la gestione disastrosa della guerra con critiche spietate e parla del presidente russo come d’«una nullità». [Oggi,] dopo l’ammutinamento dei Wagner, Putin ha paura [non più dei liberali, «metodicamente estirpati dal campo politico», ma] dei suoi fedelissimi. Anna Zafesova, La Stampa.

Solo i veri amici ti possono tradire. Don Vito Corleone (Il Padrino).

Obiettivo di Mosca è trasformare l’Eurasia, quest’enorme continente, in uno spazio unitario di pace, di stabilità e di fiducia reciproca. L’ampia cornice inclusiva della Grande Partnership Eurasiatica implica che convergano i potenziali di tutti gli Stati. Alexey Paramonov, ambasciatore russo in Italia (lettera a Repubblica).

[Ecco l’Eurasia dall’ampia cornice:] nella storia russa, secondo Vladimir Putin, l’Ucraina esiste per colpa di Lenin, la Crimea fu un dono di Nikita Kruscev e la Polonia occidentale un regalo di Stalin. Se Varsavia l’ha dimenticato, «glielo ricorderemo», dice il presidente della Federazione russa, intervenendo davanti ai membri del Consiglio di sicurezza. Lorenzo Santucci, HuffPost.

Il Gruppo Wagner preme per andare a ovest, verso Varsavia. Aleksandr Lukashenko (Marco Imarisio, Corriere della sera).

La lunga epoca dell’identità cristiana dell’Ovest pare si stia rapidamente chiudendo. Il fenomeno è più evidente nel mondo anglofono. Secondo l’ultimo censimento britannico, meno della metà delle popolazioni d’Inghilterra e Galles si considera ancora cristiana. Stesso quadro negli Usa dove – secondo un recente sondaggio Gallup – «solo il 47% della popolazione dichiara d’essere affiliato a chiese o congregazioni religiose». [...] È suggestivo che il crollo dell’identità cristiana sia stato accompagnato dalla scomparsa del comunismo, svanito come neve al sole sia in Russia sia in Cina. Resta la ricerca quasi disperata di qualcosa in cui credere. [...] Emerge una sorta di figlio innaturale del comunismo: il «progressismo» generico, un’allegra raccolta di «cause» varie che somiglia un po’ al pasto che gli scandinavi chiamano Smörgåsbord, dove ognuno compone il piatto che vuole partendo da una selezione estesa di ingredienti semi-preparati. James Hansen, Nota diplomatica.

In passato i socialisti nazionalizzavano la proprietà privata. Oggi lo stesso obiettivo viene perseguito attraverso una sempre maggiore regolamentazione statale. Steve Forbes (da Linkiesta).

Presenterò una proposta di legge per introdurre il reato di negazionismo climatico. Angelo Bonelli, Alleanza Verdi e Sinistra.

Se si scoprisse, come afferma qualche studioso, che non è l’anidride carbonica a far aumentare la temperatura ma l’opposto, che è il riscaldamento globale a innalzare i livelli di CO2, tutto il castello potrebbe crollare. Per evitare ogni scetticismo si deve allora tornare alle logiche che portarono sul rogo Giordano Bruno e si devono dimenticare secoli di libertà di pensiero. La parola-chiave è «emergenza». Chi comanda sa bene che se riesce a vendere l’idea che siamo costantemente in situazioni eccezionali, tutto diventa possibile. Carlo Lottieri, il Giornale.

Abuso d’ufficio. I sindaci Pd con Nordio contro Ue e Mattarella. Ignorano i moniti dall’alto per mantenere il delitto. Titolo del Fatto quotidiano.

Prima si soffriva per i delitti, ora si soffre per le leggi. [E per i moniti dall’alto]. Publio Cornelio Tacito.

Proprio come chi non ha mai visto Via col vento (sì, ne esistono) sa che è un film in cui lei a un certo punto si fa un vestito con le tende, chi non ha mai visto Attrazione fatale sa che è un film in cui quella con cui lui va a letto gli rovina la vita e mette a bollire il coniglietto che era l’animale domestico della bambina. Mi scuso con gli affezionati alla categoria culturale dello spoiler, ma mi urge dire questa cosa perché è francamente inaccettabile: nel remake il coniglio non muore. Guia Soncini, Linkiesta.

Se la vita è breve una ragione ci sarà. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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