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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 30/12/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 30/12/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Ukraine updates: Rocket attacks reported near Kherson – DW – 12/28/2022

Potenti esplosioni a Kiev. Lavrov: «La formula di pace ucraina è un’illusione». repubblica.it.

Kherson, bombe russe sull’ospedale. Titolo del Corriere.

Anna Achmatova, nella Russia postrivoluzionaria, vide confermati i peggiori presentimenti di Dostoevskij: «Il recluso di Omsk – scrisse – tutto ha compreso, e su tutto pone una croce». Czesław Miłosz, La testimonianza della poesia.

Ieri a Odessa è stato dato il via alla rimozione della statua di Caterina la Grande, simbolo russo: sarà trasferita in un museo. Michela A.G. Iaccarino, il Fatto.

L’esercito russo si è ritirato da Kreminna, nella regione di Lugansk, dove da giorni erano in corso intensi combattimenti. Anche i civili russi che si trovavano nella città sono fuggiti, secondo quanto comunicato da fonti ucraine. Questo sviluppo apre nuovi scenari per l’evoluzione del conflitto nella regione del Donbass. Laura Lucchini, la Repubblica.

La campionessa di scacchi Sara Khadim al-Sharia ha sfidato gli ayatollah giocando ai mondiali in Kazakhstan senza indossare l’hijab, il velo obbligatorio. La foto della ragazza, 25 anni, davanti alla scacchiera col suo ciuffo di capelli ribelle, uno sberleffo agli ayatollah, ha fatto il giro del mondo. ansa.it.

Le teste dei manichini nei negozi d’abbigliamento in Afghanistan devono essere tagliate. Lo hanno deciso i talebani, che hanno ordinato ai negozianti di Herat, nella parte occidentale del Paese, di rimuoverle senza condizioni, perché la raffigurazione umana «viola la Sharia». [...] I talebani hanno vietato anche la musica. rainews.it

Se è vero che i talebani non sono stati formalmente ancora riconosciuti da alcun governo, è vero anche che in modo informale un certo numero di governi fa affari con loro, a cominciare da Pakistan, Cina e Qatar. E che tutti, Stati Uniti e Nato in testa, fanno finta di credere che il problema principale dell’Afghanistan siano i diritti delle donne e che, risolto quello, potremo tutti dormire con la coscienza tranquilla. Fino al prossimo attacco terroristico, progettato in Pakistan, benedetto dalla Cina ed eseguito in Afghanistan. Francesca Marino, il Foglio.

Rispolverati i cartelloni con le frecce «test Covid», ricomparsi gli addetti in tuta bianca e visiera, a tre anni esatti dall’arrivo di Sars-Cov2 gli aeroporti tornano a fare i conti con i passeggeri contagiati. Tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina dovranno eseguire il tampone rapido. [...] Dei 120 passeggeri del Pechino-Milano atterrati lunedì sera a Malpensa, 62 erano positivi: il 52%. Sul volo precedente era andata solo leggermente meglio, 35 positivi su 92 passeggeri: il 38%. Elena Dusi, la Repubblica.

La gestione del Covid da parte dei regimi autoritari e dei governi populisti è stata disastrosa e ha dimostrato che non è vero che le democrazie liberali sono più deboli e meno attrezzate a gestire situazioni complesse per le quali si pensava che il pugno di ferro fosse decisivo. L’antidoto al virus, poi, è stato trovato a tempo di record dai sistemi liberi, a fronte d’un clamoroso fallimento dei vaccini cinesi e russi. Christian Rocca, Linkiesta.

Nell’ultima settimana, dopo una dichiarazione preoccupata che risale al 21 dicembre, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus [...] non ha speso una parola sulla virata cinese dalla politica zero-Covid a quella del contagio totale. HuffPost.

È il 14 novembre del 2022 quando Ali Bin Samikh Al Marri, ministro del Lavoro del Qatar, si presenta davanti alla commissione Diritti umani del Parlamento europeo per convincere gli eletti che la situazione dei diritti dei lavoratori a Doha è assai cambiata e che i mondali di calcio si potranno disputare con la massima serenità. Ma la partita andata in scena era però truccata: perché il discorso del ministro era stato preparato da Panzeri e perché l’ex eurodeputato Pd aveva lavorato anche alle domande che alcuni parlamentari avrebbero dovuto fare ad Al Marri. «Alessandra Moretti, Andrea Cozzolino, Marc Tarabella» sono i nomi citati. A raccontarlo è stato Francesco Giorgi, braccio destro di Panzeri e assistente di Cozzolino, agli arresti in Belgio. Foschini e Tito, la Repubblica.

Giorgi ora inguaia anche Kaili: «Sapeva delle tangenti». Titolo del Messaggero.

Grave e forse foriera di conseguenze è la torsione istituzionale impressa da La Russa al suo ruolo di presidente del Senato, figura terza e imparziale che però sotto il suo ghigno sta diventando una postazione di lotta politica (con quale irritazione del Quirinale è facile immaginare). Mario Lavia, Linkiesta.

Me ne frego della liturgia! La verità è che, quando esprimo le mie idee, rosicano [??]. Ignazio La Russa.

Arrivo nel mio nuovo ufficio, lo stesso ufficio che una volta era di Gianfranco Fini e, prima di lui, di Giorgio Almirante e Pino Rauti. Il cuore mi batte forte. Giorgia Meloni, Io sono Giorgia.

Noi siamo contrari [alla democrazia parlamentare] in linea di principio, per questioni ideologiche, perché non crediamo all’eguaglianza degli uomini. Non crediamo al suffragio universale. Pino Rauti.

Durissima la reazione di Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica romana: «Quando si ricoprono ruoli istituzionali il nostalgismo assume contorni gravi e ridicoli». Dettaglio (gigantesco): solo nove giorni fa, al museo ebraico, Meloni si era commossa durante la cerimonia dell’accensione delle luci dell’Hanukkah parlando dell’ignominia delle leggi razziali» e abbracciando proprio Ruth Dureghello. Paola Di Caro, Corriere della sera.

Usare parole straniere è snobismo radical chic. Gennaro Sangiuliano, ministro della cultura.

Sia «radical» che «chic» sono parole straniere. Dal web.

Davanti a un ministro, sono felice di non essere [lui]. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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