sabato 20 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






 
Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
<< torna all'indice della rubrica
Periscopio 17/12/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 17/12/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Iran: polizia pronta a formare i gruppi della Resistenza palestinese - Pars  Today

[Mashhad, Iran]. Ieri ho visto un video magnifico e terribile, di un ragazzo, Majidreza Rahnavard, condotto lunedì all’alba davanti alla telecamera prima che alla forca. Aveva sugli occhi una mascherina nera da notte, e attorno i boia incappucciati. Doveva esprimere il suo ultimo desiderio. Vorrei che nessuno venisse sulla mia tomba a piangere, ha detto, né a leggere il Corano, né a pregare, vorrei che veniste gioiosi ad ascoltare musica allegra. Mattia Feltri, La Stampa.

23nne, Majidreza Rahnavard è stato condannato a morte 23 giorni dopo il suo arresto. [Gli ayatollah] lo hanno impiccato a una gru. rainews.it.

Era fatale che tribunali senza giustizia conducessero a una giustizia senza tribunali. Questo è per esempio il caso di Luigi XVI, processato davanti alla Convenzione, il parlamento rivoluzionario, dove Accusa e Giudizio si trovarono uniti nelle stesse persone. Non vogliamo giudicare il re, proclama Danton in assemblea, vogliamo ucciderlo. Antonio Baroni, Il caso K.

Nessun obiettivo strategico o militare nella zona, solo centinaia di persone in fila dall’alba per uno dei soli cento pacchi di aiuti umanitari (cibo soprattutto) che la Croce Rossa distribuisce ogni giorno. Eppure la Croce Rossa di Kherson è stata colpita da un lancio a bombe a grappolo [...] che hanno ferito decine di persone ancora in coda nonostante [non ci fossero più pacchi da distribuire,] ucciso una volontaria e mancato per una questione di minuti anche il nostro reporter che stava parlando con lei [fino a poco prima]. Il Manifesto.

Doveva essere una gita in Crimea di due settimane al massimo. Duecento bambini e adolescenti sono partiti all’inizio di ottobre su dieci pullman con zaini e trolley. Destinazione: un «programma di riabilitazione» offerto dalla Russia alle famiglie di Energodar per consentire ai loro figli di dimenticare almeno per un po’ il latrato delle sirene dell’allerta aerea. [È passato più d’un mese]. «Non torneranno più», dice Dmytro Orlov, sindaco di Energodar. [...] «Secondo le informazioni raccolte, ad alcuni bambini sono stati ritirati i documenti ucraini, altri sono stati già inseriti nelle scuole russe». repubblica.it

Kiev è tornata ad essere nuovamente sotto l’attacco di Mosca. [...] Una pioggia di missili lanciati dalle forze russe. Il Presidente ucraino ha sottolineato che le difese aeree ucraine hanno abbattuto «tutt’e 13 i droni di fabbricazione iraniana usati dai terroristi». it.euronews.com

«Trovo ironico che dirigenti d’un paese che ha brutalmente attaccato un suo vicino scelgano di usare parole come “provocatorio” per descrivere i sistemi difensivi volti a salvare vite e a proteggere civili» ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder in risposta al monito russo che un eventuale invio di missili Patriot a Kiev «porterà a conseguenze imprevedibili». repubblica.it

Colpisce, in questa brutta pagina del Qatargate, la grande sproporzione tra i vantaggi davvero risibili che corrotti e corruttori sono riusciti a procurare al Qatar e al Marocco e i danni enormi che il loro comportamento ha provocato all’immagine dell’Europa e della sinistra. Dopo i trenta denari di Giuda, si ricordano pochi tradimenti così sperequati tra beneficio procurato e danno inferto. Andrea Bonanni, la Repubblica.

Migranti al freddo senza cibo, luce e acqua mentre i milioni di euro del nostro ministero dell’interno finivano in Ruanda, dove un cognato del deputato Aboubakar Soumahoro gestisce attività di safari e ristorazione. Bonifici verso l’estero facevano transitare il denaro sui conti di un’associazione che si sarebbe dovuta occupare di donne vittime di torture e violenze [e invece non era] che lo schermo utilizzato per evadere le tasse dalla cooperativa della moglie del parlamentare, Liliane Murekatete, della suocera, Maria Therese Mukamitsindo, e del cognato, Michel Rukundo. Clemente Pistilli, la Repubblica.

Di destra, di centro e di sinistra. Filocinese, filotrumpiano, filoucraino e filorusso. Concavo e convesso, avvocato del popolo e di clienti facoltosi. Da premier ha aumentato la spesa militare, e oggi predica la buona novella pacifista. Tutto e il contrario di tutto. Ricorda una celebre battuta di Groucho Marx: «Signori, questi sono i miei princìpi. Se non vi stanno bene, ne ho degli altri». Michele Magno, Italia Oggi.

Molti giornalisti guadagnano solo 300 euro all’ora. Giuseppe Conte, descamisado e matematico.

Adesso fanno credere che la disfatta del Pd dipenda dal Jobs Act del governo Renzi (di cui facevano parte) oppure dall’abolizione del finanziamento pubblico (varato dal governo Letta di cui facevano parte) mentre la madre di tutti i mali del nostro tempo è la precarietà, dice la corrente dell’ex ministro del lavoro Andrea Orlando, e infine il problema è che non c’è più il partito organizzato, dice la corrente che [...] ha quasi sempre tenuto in mano le redini dell’organizzazione. La colpa è sempre di qualcun altro, come quando John Belushi sciorina dal suo indimenticabile elenco di scuse anche l’invasione delle cavallette. Mario Lavia, Linkiesta.

«Se volevano uno che dirige il traffico prendevano un semaforo, io mi riservo di continuare ad esprimere le mie idee». Giù applausi, La Russa sorride soddisfatto. [E che italiano forbito!] Pietro Salvatori, HuffPost.

Super partes tua sorella! Dal Web

Quanto a «idee», è una parola grossa. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

Una copia ufficiale della trascrizione delle parole del primo ministro neozelandese Jacinda Ardern che definiva un suo oppositore politico «coglione arrogante» è stata messa all’asta per raccogliere fondi per un ente di beneficenza. Firmata sia da Ardern che da David Seymour, il leader del partito Libertarian Right Act oggetto della frase della premier, la copia del verbale parlamentare ha finora raggiunto un’offerta di 50.000 dollari. Ansa.

Chi la fa non sempre l’aspetti. Roberto Gervaso.

Immagine correlata
Diego Gabutti


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT