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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 18/11/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 18/11/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Pandora Papers, Volodymyr Zelensky presidente dell'Ucraina. Società anonime  per la compravendita di film e show tv - L'Espresso
Volodymyr Zelensky

«La maggior parte» dei paesi membri del G20 «ha condannato fermamente la guerra in Ucraina che sta causando immense sofferenze umane e aggravando le fragilità esistenti nell’economia globale». È quanto si legge nel comunicato finale del vertice in Indonesia. [Non tutti i paesi: la maggior parte]. lastampa.it

Si suole additare a re, statisti e popoli l’insegnamento dell’esperienza storica. Ma ciò che esperienza e storia insegnano è proprio che popoli e governi non hanno mai appreso nulla dalla storia e neppure hanno mai agito secondo dottrine che avrebbero potuto ricavare da essa. G.W.F. Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia.

[Riepilogando:] Putin voleva conquistare Kiev in tre giorni, eliminare Zelensky e insediarvi qualche «persona perbene»; rafforzare la sintonia con la popolazione russofona; far valere la superiorità militare di Mosca; impedire l’avvicinamento dell’Ucraina all’Ue e mantenere quanto più distante la Nato; sviluppare la cooperazione senza limiti con la Cina; consolidare il proprio profilo di potenza globale, assertiva e rispettata; isolare l’Occidente decadente e corrotto. [Ed eccoci qua]. Michele Valensise, HuffPost.

Biden e Nato: un incidente, non un attacco russo. Titolo di CorSera.

Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, alla fine della riunione strordinaria del Consiglio Atlantico [dichiara che comunque] «l’incidente in Polonia è il risultato del massiccio lancio di missili russi sull’Ucraina». Tutto ciò mentre in Ucraina torna a suonare l’allarme antiaereo su quasi tutto il territorio del paese. Nadia Boffa, HuffPost.

Il pescecane è ferito e forse morente. [...] O soccombe o ricorre a qualche tragico colpo di coda. Il futuro, per alcuni giorni o per alcune ore, è ancora nelle sue mani, che già grondano sangue. Domenico Cacopardo, Italia Oggi.

Diplomatici e militari russi avevano già minacciato in passato di colpire «gli itinerari dell’approvvigionamento all’Ucraina» che passano dall’Europa dell’Est, e per le strade di Mosca sfilano nazionalisti che invocano missili nucleari su Washington. Anna Zafesova, La Stampa.

Era altamente prevedibile che un Paese confinante con l’Ucraina sarebbe stato colpito presto o tardi da un missile. [...] E non è affatto escluso che la Russia usi l’arma nucleare contro Kherson. Alessandro Orsini, Cartabianca.

Gentile professor Orsini, ho parlato di un professore che in tv, da almeno sei mesi, ogni settimana che Dio manda in terra ci spiega che Putin ha ragione. E nessuno lo tocca [...] perché fa ascolto. Da cosa ha pensato che mi riferissi a lei? Enrico Mentana.

Oggi la Corte rivoluzionaria di Teheran ha emesso un verdetto preliminare di condanna a morte per altri tre «rivoltosi e perturbatori della sicurezza». [...] Il primo condannato era accusato d’aver provocato «disordine pubblico, insicurezza nel Paese e d’aver causato danni a persone e beni pubblici». La seconda condanna a morte punisce un manifestante per aver «appiccato il fuoco al governatorato della città di Pakdasht». L’ultimo condannato era accusato d’aver «tentato di chiudere una strada, impedendo il movimento dei veicoli e provocando terrore, oltre ad aver danneggiato beni pubblici». HuffPost.

I filmati condivisi dall’account Twitter dell’attivista 1500Tasvir, ampiamente seguito, mostrano i negozi chiusi del Grand Bazaar di Teheran. Un video mostra i negozianti che cantano: «Questo è un anno sanguinoso. Khamenei sarà rovesciato». today.it

Donald Trump annuncia la sua ricandidatura, e la figlia Ivanka, sempre al suo fianco finora, prende le distanze da questa decisione: «Anche se amerò e sosterrò sempre mio padre, in futuro lo farò al di fuori dell’arena politica». Italia Oggi.

Sotto a chi tocca. La Russa «contro» Mattarella, del quale fa il vice, è il caso più eversivo, ma l’agenda degli strafatti trabocca d’un irrefrenabile revanscismo sempre più spericolato. La Russa lo incarna e lo riassume, ma con lui c’è il sottosegretario farmacista, Marcello Gemmato, che sbrocca contro la scienza dei vaccini e tutti ne chiedono le dimissioni, tranne i soli che dovrebbero: i farmacisti. [Quanto al] Gennaro Sangiuliano della Cultura, che nella Rai malviveva, svillaneggia la Rai perché trascura, nientemeno, Pirandello (che era fascista). Francesco Merlo, la Repubblica.

Potrebbe anche essere che Giorgia Meloni sia dialetticamente più brava quando c’è da menare sulle altrui cazzate che sulle cose serie, dove è «interno notte». Però quando piglia la sciabola e taglia la testa all’«incredibile dibattito» sulla figlia portata a Bali: «Ritenete che come debba crescere mia figlia sia materia che vi riguarda? Vi do una notizia: non lo è», è perfetta. Maurizio Crippa, il Foglio.

Il processo a Roberto Saviano – così «visto», raccontato, sostenuto con la presenza in aula di grandi intellettuali, avversato e irriso da un altro pezzo di mondo, quello che in questo momento si sente sostenuto dal governo in carica, e lo è – costituisce una grandissima opportunità. Vorrei dire quasi una fortuna. Può essere l’occasione, finalmente, per parlare di libertà di parola e di dissenso, la struttura stessa del sistema democratico. Concita De Gregorio, la Repubblica.

Lo scrittore invoca l’immunità per i suoi insulti, ma contro chiunque lo accusi di plagio [e sono tanti] ricorre da sempre al tribunale. Titolo di Libero.

Un noto storico inglese, Eric Hobsbawm, è stato comunista abbastanza a lungo da aver sostenuto questo sanguinario sistema politico nei suoi momenti più bui. Quando è finalmente guarito, ha scritto che gl’ideali che lui ed altri avevano condiviso avevano avuto sì un esito infelice, ma se non altro loro s’erano curati del prossimo. Ah, curarsi del prossimo! Kenneth Monigue, I pericoli dell’idealismo.

In Italia il marxismo è morto allungando la vita ai marxisti. Roberto Gervaso.

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