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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 04/11/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 04/11/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Putin:
Vladimir Putin

A Makariv liberata ci sono tante case distrutte. Sulla soglia d’una di queste case c’è un cane. È di razza alabai. È grigio, affamato, sporco, malconcio. Prende il cibo e l’acqua dai volontari. Si lascia carezzare. Però non segue nessuno. Guarda negli occhi la gente che passa. Guarda oltre quelli che si avvicinano. Aspetta i suoi. Aspetta ostinato. Forse i suoi non ci sono più. Forse aspetta invano, o forse non è poi così invano. Lui mangia, lui beve. Ma non segue nessuno. Lui crede che tutti quelli a cui vuole bene torneranno. Prima o poi. Olena Stiazhkina, Linkiesta.

Darwin. / Si dice che per rilassarsi leggesse romanzi. / Ma aveva le sue esigenze: / dovevano essere a lieto fine. / Se gliene capitava uno differente, / lo gettava con furia nel fuoco. / Vero o no che sia — / sono propensa a crederci. Wisława Szymborska, Due punti.

Al tavolo da gioco, nel nuovo conflitto mondiale, siede il sultano Erdogan, che gestisce lo snodo geopolitico e ha le competenze per trattare con Putin. Mentre l’Occidente ha dati insufficienti per decodificare i riti degli imperi, Erdogan e Putin – turchi e russi – sono eredi sia dell’impero culturale greco-bizantino che di quello politico romano. [Essi] subiscono il fascino dell’Occidente, ma ne temono la «degenerazione» come «male assoluto». [...] Legittimi eredi d’un patrimonio di potere autocratico, sanno parlare col dragone cinese. Caterina Carpinato, la Repubblica.

Nemmeno un editoriale, una manifestazione, una mobilitazione per provare a imporre o a suggerire la pace a Vladimir Putin. Niente. Solo miserabili «Zelensky si fermi». Solo «basta aiuti». Solo «basta armi». Christian Rocca, Linkiesta.

Si va verso una manifestazione infame di finto pacifismo [indetta per il 5 novembre] e a nessuno viene in mente di convocare un rave party davanti all’ambasciata iraniana. Giuliano Ferrara, il Foglio.

L’Arabia Saudita ha condiviso con gli Stati Uniti informazioni di intelligence secondo le quali sarebbe imminente un attacco dell’Iran contro il regno. Stati Uniti, Arabia Saudita e molti altri Stati della regione hanno alzato il livello d’allerta per le loro forze militari. Ansa.

Non solo le ragazze si tolgono il velo, ma [in Iran si diffonde] un altro atto di protesta contro il regime teocratico dell’Ayatollah Khamenei: il «lancio del turbante». Quando vedono un religioso sciita camminare per strada, i ragazzi prendono la rincorsa, da dietro gli colpiscono il copricapo, che vola via, poi scappano. video.corriere.it

Freedom is Fun, la libertà è divertente. Slogan studentesco (Iran, primi Duemila).

I buoni cittadini della Grecia classica trassero forza dalla determinazione di due concittadini, Sperda e Buli, a resistere alle lusinghe del potere totale. Mentre si recavano a Susa, andò incontro agl’inviati spartani Idarne, alto funzionario persiano, il quale promise loro di renderli potenti nella loro patria solo che si fossero schierati dalla parte del Gran Re, suo dispotico padrone. Erodoto ci ha tramandato la loro risposta. «Idarne», essi dissero, «il consiglio che ci dai non è imparziale. Tu sai bene cosa significhi essere schiavi, ma la libertà non l’hai mai provata, non sai se è dolce o no. Ah, Idarne, se tu sapessi cos’è la libertà, ci avresti detto di batterci per essa non solo con le lance, ma anche con le scuri». Karl. A. Wittfogel, Il dispotismo orientale.

E l’Italia? L’Italia s’è desta? Dal web.

[Da noi] comincia un’avventura che sarà lunga e difficile... be’, lunga speriamo. Giorgia Meloni (giuramento dei sottosegretari).

In Europa ci giochiamo l’interesse nazionale. Per le esibizioni di muscoli e identità c’è il palcoscenico romano. Antonio Polito, CorSera.

L’idea è di punire il vizio, perché non soltanto a destra, ma soprattutto a destra, si tende a proibire quello che non piace, un po’ come gli ayatollah. Lo dico con un filo di voce, per non disturbare il manovratore, ma bere, drogarsi e insomma sballarsi si può. Non è raccomandabile, ma è legittimo e legale, per il semplice motivo che ognuno fa di sé ciò che vuole. Mattia Feltri, La Stampa.

Sono fatti così. Hanno scambiato il randello per una bacchetta magica. Titolo di HuffPost.

È una norma che non distingue un rave dalla festa rumorosa di 51 bambini nel parco o di 51 tifosi che schiamazzano per la vittoria della Nazionale. Incide sul diritto dei cittadini di riunirsi «pacificamente e senz’armi» come prevede la Carta. [A sua discrezione] u funzionario di polizia potrebbe decidere di far scattare una normativa che prevede pene che vanno da 3 a 6 anni per gli organizzatori, da 2 a 4 anni per i partecipanti. Per capirci: un reato come l’adescamento di minori prevede pene molto inferiori, da 1 a 3 anni. Francesco Clementi, costituzionalista (Federica Fantozzi, HuffPost).

Primi atti del governo. NO VOX. Giannelli, CorSera.

Silenzio perfetto, / chi tace un confetto, / chi dice parola / va fuori di scuola. Leo Longanesi, manchette dell’Italiano, 1929.

Ma la questione è scivolosa [come tutte le questioni]. Se è sacrosanto polemizzare con una norma come quella escogitata da Meloni e Piantedosi sulla «invasione» di edifici e suolo pubblico da parte di cinquanta persone, bisogna [che il Pd stia] attento a non [prendere] le parti dei fricchettoni a cui tutto è permesso. Mario Lavia, Linkiesta.

Il pensare male è come un virus. Si diffonde. Infetta tutti gli strati della società, in ambiti pubblici e privati. È lì in agguato in casa, al lavoro, negli affari e nel governo. Attacca genitori, bambini, politici, avvocati, negozianti, medici, star del cinema, insegnanti, tutti noi. È potente, ed è pericoloso. Il pensiero sbagliato danneggia la mente [generando] credenze infondate. Steven Nadler e Lawrence Shapiro, Quando persone intelligenti hanno idee stupide.

Chi pensa con la testa altrui difficilmente rischia d’essere messo in minoranza. Roberto Gervaso.

Immagine correlata
Diego Gabutti


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