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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Diego Gabutti
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Periscopio 05/10/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 05/10/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Nobel a Svante Pääbo per le scoperte sul genoma dei Neanderthal
Svante Pääbo

Durante i millenni passati insieme, Neanderthal e Sapiens hanno mescolato i loro geni. Proprio per questo siamo riusciti a sopravvivere lontano dall’Africa. Croazia, Siberia e in generale l’Europa erano ambienti ostili per i nostri antenati. [Ma] se ti incroci con chi in quell’ambiente ci vive già, è fatta. [È] grazie a Neanderthal che Sapiens, una volta in Europa, ha potuto difendersi da batteri e virus mai incontrati prima: le caratteristiche del nostro sistema immune vengono anche da lì, come viene da Neanderthal la capacità di difenderci dal freddo, di sintetizzare la vitamina D, di resistere alla disidratazione. Giuseppe Remuzzi, CorSera.

Il Nobel per la Medicina 2022 è stato assegnato a Svante Pääbo, 67 anni, per le sue scoperte sul genoma degli ominidi. Esattamente quarant’anni fa, nel 1982, anche suo padre, il biochimico Sune Karl Bergstrom, era stato insignito del Nobel per la medicina. Ansa Scienza & Tecnica.

Fuori per un momento a riveder le stelle, e poi di nuovo giù nello sprofondo. Dal web.

«Queste rivolte sono provocate dall’America e dal regime sionista usurpatore», ha dichiarato Ali Khamenei, Guida suprema dell’Iran. Secondo i dati di Iran Human Rights, almeno 92 persone sono state assassinate nel corso della repressione delle manifestazioni che nelle ultime tre settimane si sono svolte in tutto il Paese. repubblica.it

[Teheran, 2003]. «No freedom no fun». È la risposta d’uno studente iraniano alla domanda del giornalista che nei giorni scorsi, quando la teocrazia iraniana era tenuta sotto tiro dalle manifestazioni politiche di protesta, gli chiedeva perché mai fosse sceso in piazza insieme ai suoi compagni contro il regime degli ayatollah atomici. No freedom no fun; niente libertà, niente divertimento, ragazzi. Pierpaolo Albricci 1, Italia Oggi.

Le forze armate ucraine hanno diffuso un video della città di Lyman riconquistata dall’esercito di Kiev. Nella fuga i militari russi hanno abbandonato munizioni ed equipaggiamenti militari. ilmessaggero.it

Un crollo russo molto più grande si verificherà nei prossimi giorni. Francis Fukuyama, un tweet.

A Lyman si è consumato un tradimento dell’esercito russo che sta facendo fibrillare i vertici militari. Ex generali dicono che «venerdì scorso i soldati avrebbero dovuto lasciare l’area senza attendere l’accerchiamento, ma Putin ha dato l’ordine di non rovinare la cerimonia dell’annessione con l’annuncio d’una sconfitta». Un giorno di resistenza in più ha significato morti in più: un sacrificio dettato dal cinismo del presidente. Corrado Zunino, la Repubblica.

Sic semper tyrannis. Parole attribuite a Giunio Bruto nell’atto di colpire Cesare.

Coloro che sono stati conquistati e i loro figli facciano appello al cielo e rinnovino il loro appello finché non avranno recuperato il diritto originario dei loro antenati, che era il diritto d’essere governati da un legislativo approvato dalla maggioranza e al quale si è liberamente consentito. John Locke, Secondo trattato sul governo.

Viviamo per marciare sulla testa dei Re. / E che bella morte, quando i Principi muoiono con noi. William Shakespeare, Enrico IV.

Nel 1953 mi fu chiesto di parlare alla radio in occasione della morte di Stalin, avvenimento che mi aveva rallegrato moltissimo perché avevo sempre considerato quell’uomo fra i più malvagi mai esistiti. Egli era, per me, la personificazione del male, la radice del terrore e dell’infelicità che gravavano sulla Russia e che essa minacciava d’estendere ad altri paesi. Pertanto mi abbandonai a celebrare la gioia che provavo alla notizia della sua scomparsa dalla scena del mondo. Ma avevo dimenticato le suscettibilità e le decorose reticenze della BBC. Il mio discorso non fu mai trasmesso. Bertrand Russell, L’autobiografia.

E l’Italia? In fondo a destra. Pierpaolo Albricci 2, Italia Oggi.

Dovremmo tacere di fronte ai deliri criminali della «venere nera» Rula Jeabreal [che ha osato ricordare la condanna per narcotrafffico del padre di Giorgia Meloni. O di fronte al] «chi ha votato così è un deficiente» d’Olivero Toscani, un vecchio rancoroso ripudiato pure dalla figlia: «Per me è un estraneo con un grosso debito umano e morale»? Alessandro Sallusti, sempre la stessa sagoma (Libero).

Quel formidabile segugio di Matteo Salvini ha fiutato un’altra notizia delle sue: un immigrato marocchino con sette mogli percepisce otto redditi di cittadinanza, uno per sé e uno per ciascuna delle mogli. La notizia lì per lì mi è sembrata credibile. […] Però, siccome si sa mai, mi sono fatto la mia brava e breve indagine [ed è risultato che] la notizia era stata data dal signor Antonio Pepe, coordinatore dell’Associazione autonomi e partite Iva, che sosteneva d’averla sentita al bar, principale fonte d’informazione di Matteo Salvini. Mattia Feltri, La Stampa.

Chiamo a rapporto le Brigate di Cittadinanza: [3 milioni di] cittadini volenterosi che offrono il loro operato «illegalmente» per aiutare la comunità in cui vivono con lavori e opere di bene. Brigatisti di Cittadinanza, abbiamo bisogno di voi! Beppe Grillo.

Cent’anni esatti dalla Marcia su Roma. Eia eia alalà! Dal web.

E dunque no, dice Meloni: niente scostamenti di bilancio, come incidentalmente vorrebbe Matteo Salvini. Non farà un governo antieuropeista. Non cambierà la linea di politica estera. Non ci saranno tentennamenti né sulle sanzioni alla Russia né sull’invio delle armi, come incidentalmente vorrebbe fare un alleato di Giorgia Meloni (potete immaginare quale). [E] non ci sarà alcun populista al ministero dell’interno – chi era l’ultimo populista al Viminale? Claudio Cerasa, il Foglio.

George Orwell era ricco di famiglia. Altrimenti non gli sarebbe mai venuto in mente d’elaborare il lussuoso concetto che gli intellettuali avessero il dovere di dire alla gente ciò che la gente non vuole sentirsi dire. Guia Soncini, Linkiesta.

Chi non dubita mai di niente non ha capito niente. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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