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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 16/09/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 16/09/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.


Volodymyr Zelensky

Non ho mai voluto interpretare ruoli sensazionali, o quelli di donne desiderabili. Volevo interpretare me stessa: una combattente. Irene Papas, scomparsa a 96 anni il 14 settembre 2022.

Cittadini della Crimea: stiamo arrivando. Volodymyr Zelensky parla da Izyum, città liberata.

[Balakliya]. La stazione di polizia è un edificio basso con una gabbia di robuste inferriate davanti all’ingresso. I russi l’hanno trasformata in un centro [di detenzione per] elementi sospetti. All’interno quattro agenti della Procura di Kharkiv che indaga sui crimini di guerra […] spiegano che «in ogni cella i russi tenevano sette ucraini. I testimoni ci hanno raccontato di torture con metodi diversi: stupri, sigarette spente sulla pelle, elettrodi». È il repertorio della tortura a basso costo. [Intorno] un panorama di rovine, case in macerie, crateri di cannonate, veicoli rovesciati. Daniele Raineri, la Repubblica.

Uno slogan cecoslovacco affermava: «Con l’Unione Sovietica per l’eternità». Il poeta Vladimir Holan soleva commentare: «Sì, ma non un giorno di più». Angelo Maria Ripellino, L’ora di Praga.

Non ci stiamo ritirando. Queste sono provocazioni e falsi occidentali. È solo che noi non spariamo ai civili. Sono i nazisti ucraini a sparare sul proprio popolo. Noi cerchiamo di ridurre al minimo le vittime civili. Da qui le differenze tattiche. I nostri generali, poi, che si sono laureati nelle accademie militari, lasciano che il nemico si danneggi da solo: lo stiamo attirando in trappola. Ramzan Kadyrov, la Pravda originale.

Un po’ di prudenza è consigliabile. Al dietrofront [russo] di questi giorni potrebbero infatti seguire nuovi attacchi e nuove atrocità. La paura è che Putin, sentendosi all’angolo, non cerchi una tregua ma […] decida di rilanciare, intensificando i bombardamenti e ricorrendo all’arsenale nucleare. Maurizio Belpietro, la Pravda italiana.

Non sono putiniano, ma… Dal web.

I «falchetti e le falchette» d’Europa e della Nato possono tacitare le dissidenze interne ed esterne. I «piccioni» di casa nostra possono continuare a beccare il mais e la propaganda ucraini e il presidente Zelensky può respirare ancora per un po’ prima che qualcuno dei suoi sostenitori, stanchi delle sue prediche, telenovelas e televendite lo faccia fuori tacciandolo di tradimento. [Falchette? Piccioni?] Fabio Mini, il Fatto.

Il battaglione nazi ucraino a caccia di traditori nei paesi riconquistati. Titolo della Verità.

Non ho niente contro Zelensky, ma… Dal web.

È bene ricordare che nazioni come la nostra hanno doveri politici precisi, derivanti da Trattati internazionali liberamente sottoscritti con l’Ue e con la Nato. Il famoso articolo 11 della Costituzione, dopo aver affermato che «l’Italia ripudia la guerra», aggiunge: «come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Ripudia dunque esattamente la guerra avviata da Putin. Antonio Polito, CorSera.

La Russia [di Vladimir Putin] difende l’identità cristiana. Giorgia Meloni, Io sono Giorgia (2021).

Alessandro Orsini, sul Fatto, lamenta il «tifo da stadio» per la controffensiva ucraina, specie sul fronte nord-orientale di Kharkiv. Ovvero esattamente ciò che secondo il suo illuminato parere non sarebbe mai potuto accadere, visto che già il 3 marzo, ospite a Piazzapulita, aveva decretato la fine del conflitto con un memorabile «Putin ha vinto, ci vuole il coraggio di dirlo». Giovanni Sallusti, Libero.

Che la lista dei Paesi coinvolti e sui nomi dei leader che hanno ricevuto finanziamenti da Mosca […] sia una bomba è ormai chiaro a tutti i livelli politici e istituzionali. […] Ma il fatto che un potenziale scandalo di questa portata prometta di diventare pubblico a undici giorni dalle elezioni politiche rende la materia [particolarmente] esplosiva. Ciriaco e Foschini, repubblica.it.

Soldi russi ai partiti italiani? Una balla. Ancora un titolo della Verità.

Mai presi né chiesti. Matteo Salvini.

Nessuno sa, nel momento in cui scriviamo, quali sono i paesi e i partiti europei eventualmente coinvolti, ma per mettere le mani avanti, tra martedì e mercoledì, c’è un politico, in Europa, che ha reagito in malo modo alla nota dell’intelligence e quel politico, come avrete capito, si chiama Matteo Salvini, che cadendo dalle nuvole si è chiesto, smarrito, perché proprio tutti, dopo aver letto la notizia, abbiano pensato a lui. Il Foglio.

Siamo nel novembre del 2016, in piena campagna elettorale per il referendum, e Salvini vola a Mosca per manifestare nella piazza Rossa contro la riforma costituzionale. «Un saluto da Mosca, amici!» annuncia sui social, sfoggiando una foto con il Cremlino sullo sfondo e in mano uno striscione per il No. Ma il flash mob salviniano, che vuole denunciare la svolta autoritaria di Renzi dalla democratica Russia di Putin, si trasforma in una scena grottesca: Salvini viene fermato dalla polizia russa perché da quelle parti è vietato manifestare in piazza senza autorizzazione. Claudio Cerasa, Le catene della destra.

Durante il governo Conte [l’ex 5stelle] Anna Macina è capogruppo alla commissione Affari costituzionali della Camera. Sono i giorni che seguono l’incontro moscovita del 18 ottobre 2018 tra Gianluca Savoini e i misteriosi emissari vicini al presidente Putin. Lega e Movimento discutono il varo della legge cosiddetta «spazzacorrotti». Al comma 2 della legge è scritto che «ai partiti e ai movimenti politici è fatto divieto di ricevere contributi provenienti da governi o enti pubblici di Stati esteri, da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero». Sul tavolo arriva un emendamento leghista che propone semplicemente di sopprimere il comma. Matteo Pucciarelli, la Repubblica.

L’Italia è il paese di Arlecchino, Pulcinella, Fregoli, Pinocchio, Bertoldo, Cagliostro e Maramaldo. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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