venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






 
Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
<< torna all'indice della rubrica
Periscopio 07/07/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 06/07/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Cultura. Julius Evola un filosofo per il nuovo inizio europeo - Barbadillo
Julius Evola

C’è di tutto al Cremlino: è un paesaggio di pietre. Astolphe de Custine, Lettere dalla Russia.

Occorre fare molta attenzione alla propaganda russa. Sappiamo bene che il governo russo mente, esiste una lunga tradizione di menzogne diffuse con metodo da Mosca sin dal periodo sovietico [e zarista]. Nella guerra del 2014 negavano di sostenere le milizie separatiste del Donbass, mentre era evidente il contrario. Lo stesso è avvenuto con il bombardamento del teatro di Mariupol il 17 marzo: prima hanno detto che era stato colpito da noi ucraini, poi hanno ammesso le loro responsabilità aggiungendo però che era gremito di soldati ucraini. Sono abituati a mentire sistematicamente al popolo russo e credono di poter fare lo stesso con tutto il mondo. Irina Venediktova, procuratrice di stato ucraina, CorSera.

[1956, Budapest.] Non sfuggì a Montanelli che in Italia qualcuno non era affatto contrario ai carri armati sovietici e alla repressione degli insorti: «Captammo Roma. Trasmettevano il discorso del ministro Martino. Un bel discorso. Ma, a chiusura, udimmo il grido lanciato in aula dai deputati comunisti: «Viva l'Armata rossa!» A pochi passi da noi, l'Armata rossa stava mitragliando nelle cantine gli operai e gli studenti di Budapest, rimasti senza munizioni». Alessandro Gnocchi, Il Giornale.

Non c'è nulla di etico nel sostituire il gas russo con quello (più costoso, scadente e inquinante) americano; solo i porci comodi degli Usa, che rifilano all'Europa le loro merci avariate, la allontanano dai mercati russo e cinese, la dissanguano con una lunga guerra per procura e la riasservono a sé in una Nato di nuovo americanocentrica. [«Porci comodi» Usa, Europa «dissanguata»]. Marco Travaglio, il Fatto.

[A negare] che in Russia [dove l’inflazione è il doppio che in Italia] si sia registrato il benché minimo aumento dei prezzi, e tanto meno una penuria di prodotti, è il classico pensionato, in questo caso ex nomenklatura sovietica (è stato all’estero in più occasioni durante l’Unione sovietica, anche al costo di lasciare un figlio in patria, a garanzia che tornasse) secondo il quale «i prezzi sono più o meno come prima, e gli scaffali sono pieni di prodotti... semmai mi dispiace per voi, visto che in Italia ve la passate male». Massimiliano Di Pace, HuffPost.

Nella presentazione per l'esposizione del Mart, Vittorio Sgarbi ricorda che Julius Evola «dopo un primo periodo futurista in cui realizzò composizioni dinamiche e vivaci, prese le distanze dal movimento per avvicinarsi a Tristan Tzara e alle poetiche del Dadaismo». Mirella Serri, La Stampa.

Ebreo è Tristan Tzara, creatore del dadaismo, limite estremo della degradazione della cosiddetta arte d'avanguardia... È un Ebreo Freud... lo è Einstein, col quale è venuto di moda il «relativismo»... Ebrei Schoenberg e Mahler, principali esponenti d’una musica decadente. È la razza, è un istinto che qui agisce. Julius Evola (estratti dall’introduzione ai Protocolli dei Savi Anziani di Sion, La Vita Italiana 1938).

Filosofo, nel caso di Evola, è una parola grossa. Ex dadaista, guru dei semicolti, antisemita, ispiratore del terrorismo nero, nazista perso e «studioso di magia» (studioso? di magia?) ogni suo libro è la dimostrazione lampante che il fascismo, comunque se la raccontino le groupies di maghi e mascelloni, rende ridicolo tutto quel che tocca. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

Negli ultimi due anni e mezzo di delirio pseudopandemico ho assistito all’emergere di una metafora che in precedenza aveva avuto usi limitati […] e che si sta ora affermando con prepotenza nell’universo mondo. Quella dello Stato come carcere. [Mica la Russia o la Cina: l’Europa]. Ermanno Bencivenga, La Verità.

Una stessa esigenza, tanto essenziale quanto misconosciuta e oscurata dalle contingenze, accomuna la tragedia della Marmolada e la guerra in Ucraina, la siccità dei fiumi italiani e le grandi alluvioni nel sud-est asiatico: la pace. [«misconosciuta» è decisamente la parola]. Raffaele K. (K.?) Salinari, il Manifesto.

In Italia si stacca un pezzo di ghiacciaio della Marmolada e provoca morti e feriti. In Danimarca un folle entra in un centro commerciale di Copenaghen e spara, anche lì morti e feriti. In Italia ci si [chiede] di chi  sia la colpa. In Danimarca spiegano che l'assassino era già noto ai servizi psichiatrici, ma polizia, magistrati e politici preferiscono «non commentare». In Italia si diffondono i nomi e le età delle vittime, le loro professioni, passioni, attitudini […] si prendono da Facebook le loro foto, la loro penultima foto, l'ultima foto, il selfie pochi minuti prima di morire […] s’intervistano i soccorritori per sapere se i loro corpi erano straziati, quanto straziati, in quanti pezzetti erano stati ridotti dalle pietre, in quanti dalle lame di ghiaccio, si descrivono i loro parenti, se piangono e se non piangono, se sono distrutti, se sono dignitosi , le madri, i padri, le sorelle, i figli, i nonni, se bastino le parole a confortare. In Danimarca un giudice ha raccomandato di non diffondere le generalità né dei feriti nè dei morti né dell'assassino. In Italia l'informazione è spettacolo, in Danimarca l'informazione è informazione. Mattia Feltri, La Stampa.

[Giuseppe Conte:] un leader che chiede un pubblico e solenne chiarimento sul tema della sua personale inadeguatezza e accusa il presidente del Consiglio di avere chiesto su questa base la sua testa a Grillo, cioè al fondatore del suo stesso partito, al quale però non si azzarda a dire mezza parola. E allora le cose sono due: o Conte non crede alla (svogliata) smentita di Grillo, e allora è anzitutto con lui che dovrebbe chiarirsi, oppure ci crede, e allora non si capisce cosa voglia da Draghi. Francesco Cundari, Linkiesta.

Mi fido solo dei medici che sbagliano le diagnosi infauste. Roberto Gervaso.

Immagine correlata
Diego Gabutti

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT