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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 11/06/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 11/06/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Russian propaganda is state-of-the-art again | The Economist

«Il Gruppo Wagner governa la Repubblica Centrafricana ed è una forza sempre più attiva e presente in Mali». La dichiarazione è del generale Stephen Townsend, comandante delle forze armate statunitensi in Africa. Dal 2014 il Gruppo Wagner è occhi, orecchie e braccio armato del Cremlino in Africa. [Ha] combattuto in Siria, Libia, Repubblica Sudan e Mozambico. L’Occidente inizia a conoscerlo nel 2014, quando prende parte all’aggressione della Crimea da parte della Russia. Alessandro Cappelli, Linkiesta.

Noi africani siamo emersi da decenni di lotte contro il colonialismo e l’apartheid e ora facciamo fatica a prendere posizione contro i prepotenti. Wole Soyinka, Nobel per la letteratura 1986 (CorSera).

Vladimir Solovyov, propagandista televisivo del Cremlino, non la perdona alla ministra della cultura tedesca Claudia Roth, che ha ricevuto in regalo due francobolli dal suo omologo ucraino Oleksandr Tkatchenko. Sui francobolli: l’affondamento dell’ammiraglia Moskva e un’immagine dei difensori ucraini di Serpent’s Island, famosi per aver mostrato il dito medio alla nave da guerra russa. Roth avrebbe riso e ripetuto più volte la frase in questione: «Moskva, vaffanculo». Questo non è piaciuto a Solovjov [che ora sbraita]: «Basta parlare con questi idioti, mascalzoni e teppisti del governo tedesco. [Attacchiamo] la Germania. Andiamo a calpestare le tombe tedesche». Blik.ch.

Oltre alla nota teoria della Nato che fiancheggia i nazisti ucraini, in una recente intervista alla Rossiyskaya gazeta Nicolai Patrushev [ex capo del Fsb, il servizio segreto russo] ha riferito che [molti nazisti] sono vigliaccamente fuggiti dall’Ucraina e ora sono dediti al «diffuso affare della vendita di organi». L’Occidente avrebbe «rianimato il mercato ombra per l’acquisto di organi umani dalle fasce socialmente vulnerabili della popolazione ucraina per operazioni di trapianto clandestino di pazienti europei». Carlo Nicolato, Libero.

Kiev chiede armi, ma occulta agli Usa i suoi piani bellici. Titolo del Fatto quotidiano.

Due combattenti inglesi che hanno resistito dentro il buio dell’acciaieria Azovstal di Mariupol e uno studente marocchino che ancora deve capire perché sta dietro le sbarre di un tribunale militare sono stati condannati a morte. [Hanno risposto] al giudice che, sì, sono consapevoli delle accuse mosse contro di loro e che, no, non hanno niente da dire. [Si sono battuti] «contro l’esercito russo»: articolo 430 del codice penale, pena di morte. La corte suprema militare che li ha condannati è all’interno della Repubblica popolare (e autonoma) del Donetsk, vicina all’annessione a Mosca. Corrado Zunino, la Repubblica.

[Perché ho deciso di venire qui?] Per porre fine al conflitto. Ho un senso di colpa per il mio servizio in Iraq e in Afghanistan, due guerre piene di bugie e corruzione. Anche l’Ucraina non è un posto perfetto, ma la causa è pura: siamo qui per difendere la sicurezza dell’Europa. Un anonimo combattente italo-americano (Fabio Tonacci, la Repubblica).

«Le bugie che hanno portato all’insurrezione del 6 gennaio hanno messo due secoli e mezzo di democrazia a rischio. E il complotto» all’origine dell’assalto al Congresso «non è finito», dice il presidente della commissione d’indagine Bennie Thompson descrivendo il 6 gennaio come un tentato golpe: «Se nel 1814 il Campidoglio è stato assalito da una forza straniera, il 6 gennaio è stato assalito da nemici interni su istigazione di Donald Trump». HuffPost.

Nixon era un bravo presidente, però quando usciva dalla Casa Bianca il servizio d’ordine contava l’argenteria. Woody Allen.

Ci voleva uno spirito libero come Vittorio Sgarbi per ospitare al Mart di Rovereto fino a settembre una gran bella mostra sull’autore più proibito d’Italia: Julius Evola. Marcello Veneziani, La verità.

Va citato, per l’eccessivo clamore che ancora lo circonda, il caso d’un finto barone siciliano: [l’antisemita nonché] falso filosofo ed esoterista di nome Julius Evola (1898-1974) che godeva della considerazione di Mussolini. In una cascata torrenziale di scritti, questo Heidegger di pizzeria ha sostenuto la variante del cosiddetto razzismo mistico o elitario, più sofisticato ma non meno infame dell’altro [detto «biologico»] specie negli anni in cui fu propagandato. Maurizio Serra, Il caso Mussolini.

Dopo il flop sulle armi, Conte si traveste da Landini e punta tutto sul salario minimo. Titolo de Linkiesta.

[Salario minimo?] È per noi un’ottima notizia. Enrico Letta, askanews.it.

Come si può fissare un salario minimo? Qual è la soglia giusta per tutti? Lo capisce anche un bambino che non c’è, né ci può essere, una soglia giusta per tutti i lavori, per tutti i lavoratori, per tutte le aziende, per tutti i settori merceologici, per tutte le realtà territoriali. Domenico Cacopardo, Italia Oggi.

Il quadro di Cézanne The Negro Scipio sarà esposto alla Tate Gallery di Londra dopo avergli cambiato nome (soltanto Scipio). A Londra il Globe Theatre, il più antico e famoso della capitale, ha appena messo un avviso censorio al Giulio Cesare di William Shakespeare. In Francia [marca male] per Il Negro del narciso di Joseph Conrad. Giulio Meotti, il Foglio.

Anche il Labour, il partito progressista inglese, qualche volta si spacca. L’ultima è di questi giorni, a proposito di un argomento che non susciterà l’ammirazione del patriarca Cirillo: le donne possono essere dotate di pene? Due parlamentari, Stella Creasy e Anneliese Dodds, rappresentano gli schieramenti. Per la prima sì, una donna può possedere il pene, e per la seconda no, non se ne parla nemmeno. Mattia Feltri, La Stampa.

Ci si domanda se in lui ci sia più Adamo o la sua costola. Forse ci son entrambi, in dosi sapientemente fuse. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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