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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 13/05/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 13/05/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

The week-old Russian invasion and resistance in Ukraine - IWL-FI
La Resistenza ucraina

Per giorni interi pensano / a come uccidere, per uccidere, / e a quanti ucciderne, per ucciderne molti. / Oltre a ciò mangiano con appetito i loro cibi, / pregano, si lavano i piedi, nutrono gli uccelli, / telefonano grattandosi l’ascella, / fermano il sangue quando si tagliano un dito, / se sono donne comprano assorbenti, / ombretto per le palpebre, fiori per i vasi, / tutti scherzano un po’, quando l’umore è buono. Wislawa Szymborska, Gli attentatori.

Ancora ieri, a tre giorni dall’accertamento dell’errore, c’era chi scriveva che Stoltenberg, segretario generale Nato, avrebbe smentito la disponibilità espressa da Zelensky a cedere la Crimea, e che ciò confermerebbe che in realtà è la Nato a combattere una guerra per procura contro la Russia. Ma il fatto è che della presunta offerta di Zelensky c’è traccia solo sui media italiani (problemi di traduzione?). Di Stoltenberg è stata citata una sola frase: «L’annessione illegale della Crimea non sarà mai accettata dai membri della Nato» (e anche questo è un fatto: nessuno ha mai riconosciuto l’annessione, con l’eccezione di Afghanistan, Cuba, Corea del Nord, Kirghizistan, Nicaragua, Siria e Zimbabwe). È deliberatamente omessa la successiva frase di Stoltenberg: «Saranno il governo e il popolo ucraino a decidere in maniera sovrana su una possibile soluzione di pace». Antonio Polito, Corsera.

Per spiegare la disciplina imparata in guerra Ivan Lysun dice che il colonnello Zolotov, il suo comandante di divisione, un cosacco arrivato da Rostov, vietava ai soldati di rubare le mele dagli alberi. Se la mela è in terra, potete prenderla, diceva, ma non potete farlo quando è sull’albero. Per questo oggi di fronte ai saccheggi compiuti dagli occupanti russi, Ivan Lysun non si dà pace. Francesca Mannocci, La Stampa.

Quel che [i russi] non distruggono, lo rubano. Il caso più doloroso è il tesoro degli Sciti, i gioielli d’oro trafugati dal museo. A marzo erano sparite le collezioni più preziose anche dai musei di Zaporozhzhye, e il consiglio comunale di Mariupol accusa i russi di avere rubato «più di duemila reperti» dai musei della città martire, tra cui «un rotolo unico della Torah scritto a mano» e «il Vangelo del 1811 realizzato dalla Stamperia veneziana per i greci di Mariupol». Peggio degli unni. Paolo Brera, la Repubblica.

Secondo un russo medio, l’Ucraina non dovrebbe essere un paese indipendente perché appartiene al «mondo russo». Decidono per noi, chi siamo e chi dovremmo essere. […] Nessuno, nemmeno i nazisti, ha causato agli ucraini tanto dolore e tanta sofferenza quanto la Russia. Yuri Andrujovich, poeta e romanziere ucraino (La Razón).

Spazio culturale o fisico, geopolitico o militare, spesso ai tiranni lo spazio manca. Ed è un triste paradosso della storia, visto il proclamato obiettivo di «denazificare» l’Ucraina, che si possano cogliere talune assonanze tra l’idea del Russkij Mir, lo «spazio russo» (nell’uso che ne fa l’autocrate moscovita) e il Lebensraum, lo spazio vitale rivendicato dai nazisti. Goffredo Buccini, Corsera.

Lavrov è considerato un personaggio abile e dialogante. Come si spiegano, dunque, i deliranti toni [antisemiti] della sua intervista [a Rete4]? Fanno parte del delirio che si è impadronito dell’attuale dirigenza russa [da quando] l’esercito non riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati, i generali sono in fibrillazione e gli oligarchi muoiono come mosche. Michele Marsonet, Atlantico quotidiano.

Non sono i monologhi sul futuro europeo dell’Ucraina, pronunciati dai leader dell’Ue, che fermano i carri armati e l’artiglieria russa. Non è l’Ue che impedisce la sottomissione dell’Ucraina. Bensì la condivisione di armi e di intelligence fornita prontamente, senza condizioni, dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Eoin Drea, Centro studi Wilfried Martens (Tino Oldani, Italia Oggi).

Come vi abbiamo anticipato ieri, sulla base di indiscrezioni, il viaggio di mario Draghi in America è stato probabilmente un punto di svolta nella politica internazionale. Piero Sansonetti, il Riformista.

La visita di Mario Draghi a Washington – che i giornali italiani presentano come una sostanziale iniziativa di pace («Fermate il massacro» La Stampa, «Spinta per la pace» Il Messaggero) ma si noti che New York Times di mercoledì non dedica una parola al premier italiano e al suo incontro con Joe Biden – è interessante per ciò che significa in Italia e perché cade in un momento di evidente dissoluzione della maggioranza. Domenico Cacopardo, Italia Oggi.

Alessandro Orsini sale sul palco alle 21 in punto e per 50 minuti racconta la sua verità sulla guerra in Ucraina senza battibecchi e interruzioni pubblicitarie. L’ex 5stelle Alessandro Di Battista, il suo nuovo direttore Marco Travaglio del Fatto quotidiano, l’ex sindaco Alemanno, l’attore Sergio Castellitto con il figlio erano – tra gli altri – in platea ad ascoltarlo. Tutti i 450 posti in vendita a 25 euro si sono volatilizzati in un paio di settimane. Nino Luca, video.corriere.it.

Molestie, battute razziste, abusi […]. Il presidente dell’Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero: «Chiedo scusa». Riccardo Bruno e Alessandro Fulloni, Corsera.

Quel Salvini pappa e ciccia con Giuseppe Conte, come all’epoca della maggioranza gialloverde, ma questa volta contro la pretesa degli ucraini – pensate un po’ – di resistere a Putin e persino di batterlo con gli aiuti occidentali, fa veramente del centrodestra un baraccone. Francesco Damato, graffidamato.com.

Mi risulta che Di Maio sia iscritto al M5S, ma è molto maturato e ha dato buona prova di sé al governo. Se il Pd deciderà di avere delle autorevoli personalità esterne, in questo caso sì [ben venga]. Andrea Marcucci, senatore Dem, circa una candidatura di Luigi Di Maio nelle liste Pd.

In politica, per essere presi sul serio, non bisogna necessariamente fare sul serio. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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