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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 10/05/2022
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 10/05/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Guerra in Ucraina, Biden su Putin:
Joe Biden

Perché i giovani sappiano, i vecchi ricordino, e si cessi d’ingannarli: il pacifismo in questo secolo ha prodotto effetti catastrofici, convergenti con quelli del nazismo e del comunismo. Se il comunismo e il nazismo sono messi al bando, il pacifismo merita di accompagnarli. Marco Pannella.

Ogni tanto su Twitter si leggono piccole grandi verità: Antonio Polito ha scritto che gli amici di Putin a Cinquestelle (sintesi mia) sono contrari all’inceneritore a Roma ma favorevoli a incenerire Mariupol, mentre l’analista svedese residente a Kiev, Anders Östlund, ha segnalato che i combattenti di Azov, spesso accusati (dalla propaganda putiniana) di essere estremisti di destra, a Mariupol sacrificano la propria vita per difendere la democrazia mentre i sedicenti intellettuali pacifisti scrivono e intervengono senza sosta e sempre a tutto vantaggio del fascismo russo. Christian Rocca, linkiesta.it.

Per fermare questa follia bisogna smettere di spedire armi. Draghi avrà il coraggio di dirlo a Biden? La Verità (in russo Pravda).

[La guerra?] Non ci guadagna nessuno tranne gli Usa, che fanno soldi a palate vendendo le armi e il gas, senza subire conseguenze. Carlo De Benedetti, editore (Aldo Cazzullo, Corsera).

La critica sistematica della società liberale da parte dell’intellighenzia indebolisce e mina un ordine già di per sé fragile. Raymond Aron, La rivoluzione impossibile.

Come si è visto nei giorni scorsi, il consenso per Putin sale clamorosamente all’83 per cento. Aumentano anche coloro che approvano l’Operazione militare speciale. In un sondaggio dell’Istituto indipendente Levada, il 53 per cento degli interpellati dice di sostenere decisamente la guerra; un altro 28 per cento la sostiene «abbastanza» e solo il 14 per cento dice di essere contrario. Fabrizio Dragosei, Corsera.

Ottanta per cento di russi favorevoli a Putin? Non può essere considerato un dato affidabile. È impossibile misurare tramite sondaggi quanto vasto sia il consenso verso Putin. La chiave per ottenere dati di qualità è [infatti] mettere le persone in condizione di dire ciò che pensano senza incorrere in conseguenze spiacevoli. Linda Laura Sabbadini, la Repubblica.

«Ai russi piace definire slavo tutto ciò che è russo, in modo da poter poi definire russo tutto ciò che è slavo», dichiarava già nel 1844 il grande scrittore ceco Karel Havlíček. Milan Kundera, Un Occidente prigioniero.

L’esportazione di una guerra coloniale da parte di Mosca e la dittatura sanitaria — quella sì — che tiene sotto custodia centinaia di migliaia di cittadini cinesi dovrebbero bastare a convincerci che le società aperte e democratiche hanno risorse e soluzioni superiori. Ma discutere razionalmente — come si è visto con i no vax — è difficile di fronte al risentimento di una consistente fetta di pubblico che cerca più una vendetta contro l’establishment che una soluzione dei problemi. Ciò vuol dire che questa opinione avrà un rilevante peso elettorale. Antonio Polito, Corsera.

Gli storici sanno fino a che punto la critica conservatrice e quella rivoluzionaria del mondo borghese possano coincidere. Hannah Arendt (in Karen Blixen, Dagherrotipi).

Un nuovo decreto dei talebani suggerisce alle donne di indossare il burqa. È presentato come un consiglio, con conseguenze per gli uomini della famiglia: alla prima trasgressione saranno ammoniti, alla seconda convocati al Ministero per la Prevenzione del Vizio e la Promozione della Virtù, alla terza finiranno m carcere per tre giorni, poi in tribunale e se hanno un impiego statale lo perderanno. […] Il decreto aggiunge che se le donne non hanno importanti ragioni per uscire, è meglio che restino in casa. Viviana Mazza, Corsera.

Sony Pictures avrebbe respinto la richiesta del governo cinese di rimuovere le scene ritraenti la Statua della Libertà dal film Spiderman. No way Home. [Nel film] la Statua della Libertà ha un ruolo cruciale. Ma la censura si è impuntata insistendo sul fatto che fosse rimossa digitalmente o perlomeno «minimizzata» tagliando inquadrature e abbassando l’illuminazione così da oscurarla. Dopo il rifiuto di Sony, il film non ha ottenuto una data di uscita nelle sale cinesi. Neppure l’incasso al botteghino in Nord America – 805 milioni di dollari – ha fatto gola al governo comunista. Dagospia.it.

Durante lo stalinismo, la nostra situazione era quella del pesce in un acquario chiuso a chiave dal proprietario, terrorizzato dalla possibilità che il suo animale voglia fuggire. Passato lo stalinismo, il proprietario è diventato più saggio, il pesce più felice. L’acquario è lo stesso. Miklós Haraszti, The Velvet Prison (da pangea.news).

«Dopo due mesi d’uccisioni di ucraini, cosa ha ottenuto Putin? Niente. Assolutamente niente. La Russia è più sicura? Assolutamente no. Più ricca? No. Ha ottenuto un maggiore rispetto nel mondo? No». È la sintetica analisi, in un tweet, di Michael McFaul, ex ambasciatore americano in Russia. Più sorprendente è che il futuro di Mosca venga descritto con toni persino più cupi, quasi apocalittici, nelle analisi del Riac (un centro studi creato nel 2010 dal Cremlino con decreto presidenziale). «L’Unione sovietica» – scrive Ivan Timofeev, direttore del Riac  «è crollata in circostanze internazionali molto più favorevoli». Luciano Capone, il Foglio.

Dopo Conte e Salvini, ieri anche Pier Luigi Bersani ha dichiarato alle agenzie che Mario Draghi dovrebbe riferire in Parlamento sull’invio di armi all’Ucraina. Secondo Bersani «è ora di chiarire che aiutiamo l’Ucraina perché possa negoziare da Paese indipendente, e non per vedere sul campo vincitori e vinti». […] Dovremo [dunque] dire a mariti, padri, sorelle, madri, figli delle persone torturate e trucidate nelle città occupate che possono usare le nostre armi, ma con misura. E soprattutto, intendiamoci, che a nessuno di loro salti in testa di vincere. Francesco Cundari, linkiesta.com.

Chiediamo agli altri di fare ciò che preferiremmo non fare se venisse chiesto a noi. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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