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Islam Monitor
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Non primavera ma inverno 02/11/2012

Non primavera ma inverno
Commento di Astrit Sukni

                                                                                   Astrit Sukni

Non mi è ancora chiaro per quale strano motivo molti giornalisti, nostrani ma anche stranieri, si ostinino a vedere le «primavere arabe» come un faro di libertà. Personalmente l'avrei chiamata «l'autunno arabo» perché i disordini non facevano presagire nulla di positivo; infatti, dopo la caduta del regime di Mubarak, l'autunno arabo si è trasformato in un «inverno arabo». Un inverno da incutere paura non solo agli stessi arabi ma anche all'Occidente. Però ci sono ancora coloro che si ostinano a vedere la luce in fondo al tunnel.
Cosa hanno portato  queste rivolte ? Niente.
La Siria è in piena guerra civile, la Tunisia  fa i conti con il regime islamista, L'Egitto ormai è in mano ai Fratelli Musulmani. Insomma il Nord Africa e il Medio Oriente sono tutt'ora in un caos pressochè totale. Le notizie che arrivano non sono incoraggianti perché la teocrazia islamica che va instaurandosi  non porta nessun rinnovamento socio-culturale. Tutt'altro. La Shar'ia che si sta instaurando  è in contraddizione con le richieste dei giovani arabi che per mesi hanno riempito le piazze per rovesciare i regimi dittatoriali.  Ma adesso sono loro a pagarne le spese. Si sta ripetendo quanto avvene in Iran, quando Khomenini prese il potere nel 1979 cacciano lo Scià. Lo stesso fenomeno si sta verificando nei Paesi Arabi.

Di una cosa forse non si rendono conto le anime buone: dei crimini che questi nuovi regimi stanno commettendo.
In Tunisia, ad un venditore di alcol vengono mozzate le dita perché l'alcol è proibito in un Paese islamico; il film «Persepolis» è stato vietato nei cinema perché offende l'Islam; lo scorso anno due giovani tunisini sono stati condannati al carcere per aver pubblicato in internet scritti che mettono in cattiva luce l'Islam. La lista delle ingiustizie perpetrate dai Salafiti in nome dell'Islam è lunga è preoccupante.
In Egitto, i maniaci sessuali sono entrati in scena. Le giornaliste occidentali temono per la loro incolumità personale,  sovente sono bersaglio di  aggressioni sessuali  da parte di egiziani. In TV è stato imposto l'obbligo del velo. La donna nei Paesi islamici non ha nessuna libertà, se non quella di subire violenza e discriminazione. La libertà di espressione, la parità tra i sessi e la democrazia non esistono.
In Siria, il macellaio Assad continua con le stragi. Più di 50 mila siriani sono morti da quando sono iniziate le rivolte.
La Libia è ancora nel caos e l'amministrazione Obama non ha fatto nulla per salvare la vita all'ambasciatore Stevens, anzi lo ha dato in pasto alle belve assetate di sangue.
La politica perbenista degli occidentali ha reso un pessimo servizio ai giovani arabi che cercavano democrazia e libertà: sostenendo i Fratelli Musulmani, il partito Enhadda salafita in Tunisia, i ribelli libici, sempre capeggiati dai salafiti.
Il mondo arabo ha fatto un balzo indietro nel passato. E' tornato nel medioevo, anzi, ancora prima, ai tempi del profeta Maometto.


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