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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Ebrei olandesi in una società senza valori 05/05/2012

Ebrei olandesi in una società senza valori
Manfred Gerstenfeld intervista Johannes Houwink Ten Cate

 (traduzione di Alessia Di Consiglio-Levi)

Johannes Houwink Ten Cate                       Manfred Gerstenfeld

“La maggior parte dei miei amici e conoscenti ebrei esitano in qualsiasi modo a considersi ebrei impegnati, spesso motivati da considerazioni sociali, non perchè non vogliano sentirsi meno ebrei.
“Ebrei assimilati e ben educati spesso pensano che ci sarebbero ripercussioni sociali se si dicesse in giro che hanno dei legami con la cultura ebraica. Inoltre pensano che se adottassero più pratiche ebraiche in casa, questo potrebbe causare problemi futuri per i figli.
Di solito rispondo “Non ha senso. Come puoi pensare una cosa simile?
” Mi guardano con un’espressione come per dire ‘Ma tu che ne sai ?’”

Johannes Houwink Ten Cate è docente di Studi della Shoah e del Genocidio presso l’Università di Amsterdam. E’ specializzato in storia della politica anti-ebraica della Germania nazista nell’Olanda occupata.
Aggiunge, “Mi ha sorpreso quando una persona che conosco bene, di circa 40 anni - sposata con un non-ebreo - mi ha detto che voleva sentirsi, come ebrea,  più impegnata. Ho pensato ‘Sei la prima da tanto tempo a dirmi una cosa del genere’.
Forse aveva sentito il bisogno di confidarsi con un collega. Il suo atteggiamento è forse cambiato - ma non ne sono sicuro e non ho avuto il coraggio di chiederglielo - a causa di una visita che avevamo fatto alcuni anni prima al campo di sterminio di Majdanek. In una foto, ha visto ebrei che portavano il suo stesso cognome. Questa esperienza ha sicuramente influenzato la sua decisione.

“ Nella società olandese esistono ancora molti stereotipi anti-semiti, per esempio ‘l’ebreo è un tipo furbo di cui non ti puoi fidare’ oppure ’gli dai un dito e si prende tutto il braccio.’ L’immagine dell’ebreo come vittima della Shoah era molto forte durante la Guerra dei Sei Giorni, ma è sparita velocemente dopo il boicottaggio del petrolio olandese da parte dei Paesi Arabi durante la Guerra dello Yom Kippur. E’ stato un evento chiave nella storia olandese.

 “Insegno all’Universita di Amsterdam, un’istituzione di sinistra dove i sentimenti anti-israeliani hanno spesso raggiunto livelli assurdi. Qui si è diffusa l’idea di un boicottaggio accademico di Israele . Basata magari sull’ignoranza. L’Università Ebraica di Gerusalemme, per esempio, è un luogo dove si possono trovare molti studenti arabi e si può anche imparare l’Arabo ad alto livello.

“Le posizioni anti-israeliane sono promosse perfino dalle elementari. Nel dicembre 2006, mi è capitato di vedere il telegiornale insieme ad un bambino di 11 anni. Mostrava come l’esercito israeliano aveva ucciso accidentalmente un civile palestinese. Eppure il bambino non credeva si trattasse di un errore. “Aveva detto un’assurdità e così gli ho risposto, ‘Sai che l’esercito israeliano cerca sempre di evitare vittime civili’. Ha replicato, ‘Io non ci credo. Il mio maestro a scuola mi ha detto un’altra cosa.’ Questo bambino olandese di 11 anni non ha voluto credermi.

 “L’Olanda sta diventando un paese provinciale. Le nostre scuole superiori trascurano tutta l’informazione di politica estera. Si possono passare gli esami delle superiori senza aver mai letto un libro o un giornale. Gli studenti sono quindi interamente dipendenti da quello che vedono in televisione.

 “Non guardare realisticamente il nostro passato. Dopo la Shoah, il successo dell’integrazione degli ebrei nella società olandese è stato esagerato. C’è stata un’integrazione, ma non è avvenuta senza problemi e molti stereotipi sono rimasti. “Quando la grande immigrazione di non-occidentali è iniziata diversi decenni fa, molti opinion leader olandesi hanno cominciato a promuovere la società multiculturale, basata sulla cosìdetta tradizione della tolleranza. Abbiamo guardato indietro ad un passato inesistente, dove questa tradizione, comunque, aveva già cessato di esistere da molto tempo. Ora abbiamo cominciato a capire che, tutto sommato, non eravamo così tolleranti.

 “E’ ingenuo pensare che gli ebrei olandesi rappresentino un esempio per gli immigrati marocchini per quanto riguarda l’acquisizione di posizioni sociali. L’atteggiamento degli ebrei è sempre stato diverso da quello dei marocchini. Tradizionalmente gli ebrei considerano importante l’educazione famigliare , si pensa molto alle professioni future dei figli. Il proletariato ebraico d’anteguerra - per esempio i lavoratori di diamanti- ha fatto grandi sforzi per costruirsi un futuro al di fuori del sistema educativo ufficiale. “Non ho mai sentito di marocchini concentrati sull’educazione dei propri figli. Allo stesso stempo, è incerto se la società olandese sia pronta a dare una possibilità ai giovani marocchini. Sono, per esempio, discriminati nel mercato del lavoro.

Ten Cate conclude: “Da molto tempo non è chiaro cosa unisca gli olandesi tra loro. L’Olanda di oggi assomiglia ad un castello disabitato, che è difficile da difendere. Finchè non riusciremo a sviluppare una nuova identità, rimarrà un forte rischio di polarizzazione.”

Versione abbreviata di un’intervista in olandese, apparsa nel libro best-seller di Manfred Gerstenfeld The Decay: Jews in a Rudderless Netherlands (2010). Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.


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