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Mordechai Kedar
L'Islam dall'interno
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Sangue iraniano vendicato con sangue palestinese 06/06/2018

Sangue iraniano vendicato con sangue palestinese
Analisi di Mordechai Kedar

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

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L'Iran dietro Hamas

Dalla settimana scorsa stiamo assistendo ad una recrudescenza della situazione al confine tra Israele e la Striscia di Gaza. Le dimostrazioni di protesta e i tentativi d’infiltrarsi in Israele da parte dei gazawi sono stati sostituiti da lanci di missili e colpi di mortaio a un livello mai più visto dopo l'operazione “Scudo protettivo” del 2014. Fino al momento in cui scriviamo, mercoledì 30 maggio, da parte israeliana ci sono stati diversi feriti ma nessuna vittima. Tuttavia, è chiaro che solo il caso separa il colpo di mortaio che scava un cratere su una strada vuota da quello che colpisce una casa o un asilo lasciando nella sua scia morti e feriti.

La domanda immediata è perchè, perché tutto questo sta esplodendo ora? E’una reazione al colpo inferto dall'IDF a una postazione della Jihad islamica a Gaza, in cui aveva eliminato tre terroristi? O dietro questa escalation ci sono altri fattori? Un'altra domanda è: perché adesso Hamas e la Jihad islamica stanno unendo le loro forze dopo un lungo periodo di tensione tra loro? E perché stanno operando al confine, tentando di sequestrare soldati israeliani? Da anni Israele è riuscito ad agire contro obiettivi iraniani in Siria, bombardando vari obiettivi ed eliminando soldati e ufficiali, mentre l'Iran non ha fatto quasi nulla per vendicare il sangue delle decine di iraniani uccisi in questi bombardamenti o i danni inferti alle proprie infrastrutture militari in Siria. La ragione per cui l'Iran non ha reagito agli attacchi israeliani risiede nella mancanza di intelligence e capacità operativa. Israele ha inflitto danni seri alla possibilità dell'Iran di proteggersi usando i nuovi sistemi antiaerei in Siria. Israele li ha distrutti non appena sono arrivati, prima che venissero attivati e diventassero operativi.

Israele ha anche dimostrato la sua eccezionale capacità di intelligence, perché i suoi attacchi contro le forze iraniane sono stati programmati con successo e andati a segno con estrema precisione. Ciò ha indotto il comando iraniano a concentrarsi sulla propria difesa, nel timore che Israele colpisse i propri comandanti iraniani in Siria, guidati da Kassem Suleimani. Israele ha distrutto obiettivi iraniani in tutta la Siria, non solo vicino alle alture del Golan, e ha mostrato agli iraniani e ai loro sostenitori russi, di quanta determinazione e risolutezza abbia, anche quando si tratta di attaccare obiettivi a lunga distanza, alludendo indirettamente alla capacità di Israele di arrivare a colpire all'interno dell'Iran. Ma ciò che ha maggiormente spaventato gli iraniani è che la Russia abbia visto tutto quel che Israele sta facendo alle forze iraniane in Siria senza muovere un dito per aiutarli. Non hanno neppure potuto fare a meno di notare le frequenti visite a Mosca di Netanyahu, che, seduto accanto a Putin per ore, usciva poi con una dichiarazione di continuo elogio per le intese tra Russia e Israele, lasciando intendere di aver ricevuto carta bianca, un chiaro via libera ad agire contro l'Iran. Il coordinamento tra Netanyahu e Putin fa infuriare gli iraniani perché è la prova del tradimento della Russia nei confronti dell'Iran, dopo che il sangue dei soldati iraniani è stato versato come acqua sul campo di battaglia contro i ribelli anti-Assad.

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Dopo che gli Stati Uniti hanno trasferito la loro ambasciata a Gerusalemme senza chiedere nulla in cambio da Israele (almeno fino ad ora) per questo gesto di favore, l’Iran crede che l'America appoggerà Israele in tutto ciò che sta facendo ora e intende fare in futuro. Gli israeliani sono riusciti a convincere gli Stati Uniti a ritirarsi dall'accordo nucleare, e in effetti, almeno per quanto riguarda l'Iran, Netanyahu è il consigliere di Trump sul Medio Oriente, la cui politica in Medio Oriente è basata sull'esperienza e la conoscenza che Israele ha raccolto durante i suoi 70 anni in questa complessa regione. L’Iran considera il Primo Ministro israeliano responsabile per il ritiro di Trump dall'accordo nucleare e il ripristino delle sanzioni a tutte le industrie straniere che cooperano con l’Iran, in particolare le aziende europee. L'uso astuto, decisivo e ad ampio raggio che Israele ha dimostrato nell'integrazione dell' “intelligence” militare e del potere operativo con il know-how politico che ha persuaso sia la Russia che gli Stati Uniti a sostenere la sua decisa politica in Siria, ha portato gli iraniani a decidere di abbassare il loro profilo , ingoiare il loro orgoglio e la loro umiliazione e astenersi da qualsiasi azione diretta contro Israele. L'unico piccolo neo è che gli iraniani hanno un metodo consolidato per combattere i propri nemici: usare i loro alleati vicini.

Gli iraniani sostengono gli Houthi nello Yemen, gli Hezbollah in Libano, Assad in Siria, le milizie fedeli in Iraq, Hamas e la Jihad islamica sul fronte palestinese, insomma tutti quelli che fanno il lavoro sporco per l'Iran nel combattere la guerra costosa contro i nemici degli Ayatollah. L'Iran fornisce a questi terroristi armi, rifornimenti, addestramento e finanziamenti, e si aspetta che essi agiscano ogni volta che viene loro richiesto. Dietro le quinte, nessuno può dimenticare il fatto che Israele ha sottratto dagli archivi il progetto nucleare iraniano, umiliando profondamente gli ayatollah. Ancor peggio, se gli ayatollah non hanno tenuto copie del materiale rubato, i loro programmi nucleari potrebbero dover iniziare quasi da zero, poiché i loro scienziati dovranno ripetere gli esperimenti e i calcoli contenuti nei file che Israele ha portato via da sotto il loro naso. La debolezza dell'Iran ha aumentato la fiducia in se stesso di Assad, portandolo a dire alle sue forze, di proibire all'Iran di immagazzinare equipaggiamenti militari in hangar appartenenti all'esercito siriano, per evitare di essere attaccati da Israele. I russi sono disposti a creare una situazione che impedisca agli iraniani di avvicinarsi a Israele, con l'esercito di Assad che prende il sopravvento sul Golan siriano e rinnova il cessate il fuoco firmato con Israele nel 1974.

La posizione dell'Iran in Siria è ora traballante, pur avendo pagato con il sangue delle truppe iraniane di Al Quds e con quello delle milizie sciite portate dall'Iraq e dall'Afghanistan; tutto questo per salvare Assad e il suo regime. Gli eventi in Siria delle scorse settimane durante i quali Israele ha assistito a una cocente sconfitta iraniana sulla terra siriana, hanno costretto gli iraniani a chiedere che le due organizzazioni che finanzia a Gaza inizino ad agire contro Israele non più semplicemente con il lancio di aquiloni, con proteste e cecchini; ma comincino a lanciare missili mirati a colpire oltre le aree vicine a Gaza. Ecco perché abbiamo visto i razzi da Gaza puntati su Ofakim, Netivot e altre zone situate a decine di miglia dalla Striscia. Le due organizzazioni terroristiche di Gaza hanno ripreso il loro chiaro e vecchio programma contro Israele e, se fossero in grado di farlo, vorrebbero gettare gli israeliani in mare. Ma la ripresa delle ostilità degli ultimi giorni è chiaramente un'iniziativa iraniana. Gli egiziani se ne rendono conto, per cui stanno mettendo molto impegno per combatterli, sperando di strappare il tappeto da sotto i piedi iraniani che stanno cercando, con tutte le loro forze, di colpire Israele per vendicarsi di ciò che stanno subendo in Siria. Va tenuto presente che l'Iran sta mantenendo Hezbollah come riserva per un uso futuro contro Israele, in caso di una guerra diretta tra i due paesi. Oppure, se le ostilità tra Israele e Gaza si trasformassero in una danza macabra con decine di feriti, come durante lo ‘Scudo Protettivo’ nel 2014, l'Iran potrebbe persino chiedere a Hezbollah di attaccare Israele dalle aree che controlla in Siria, precisamente dai Monti Kalamoun a Nord del Monte Hermon. Qualsiasi sia lo scenario, Israele deve mantenere la propria capacità di deterrenza in stato di allerta, reagendo senza compromessi e senza ritardi contro qualsiasi forza che minacci la sua sicurezza, sia contro il nemico diretto o contro mercenari ingaggiati da paesi vicini.

La domanda a cui non so dare una risposta, è se Israele abbia modo di dimostrare senza alcun dubbio che c’è l'Iran dietro l’escalation nel Sud. Se Israele ne avrà le prove, la domanda è se Israele deciderà di far pagare all'Iran un prezzo per questa escalation al confine di Gaza. In quel caso, la prossima conferenza stampa di Benjamin Netanyahu esporrà il legame tra Iran e Gaza durante questi caldi e aridi giorni di primavera ... Intanto auguriamo a tutti i residenti nel sud di Israele e a quelli che vivono al confine con Gaza, un rapido ritorno alla sicurezza e alla tranquillità.



Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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