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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Quando Hamas perde una buona occasione per tacere 17/07/2021
Quando Hamas perde una buona occasione per tacere
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Froncer les sourcils Restreindre Apprivoiser il tempio di salomone  Supermarché Plat Rectangle
Una ricostruzione del Tempio di Salomone

Mercoledì 14 luglio, Hamas ha rilasciato una precisazione, o meglio una condanna, a seguito di un annuncio dell'Autorità per le Antichità israeliane che egli considera tanto falso quanto scandaloso. Giudicate voi: un team di archeologi israeliani che lavorano nel Parco Nazionale della Città di David sotto il Monte del Tempio, ha portato alla luce la sezione di un muro risalente a circa 2.700 anni fa. Questa sezione, con uno spessore di cinque metri, sarebbe la vestigia del muro che circondava Gerusalemme e che fu distrutto nel 586 a. C. dalle armate di Nabucodonosor. Il sovrano babilonese, nella spedizione contro il regno di Giuda, aveva assediato Gerusalemme, la sua capitale, prima di conquistare la città, di distruggere il tempio e di costringere gli abitanti all'esilio in Babilonia.

Cosa c'era dunque di tanto sconvolgente nel ritrovamento di questo tratto di muro, una scoperta in linea con la storia e con il racconto biblico? E’ che qui ci sono due elementi che contraddicono formalmente la narrativa palestinese. Ascoltiamo Muhammad Hamadeh di cui sappiamo poco, salvo il fatto che nelle sue foto appare tutto sorridente e che è il portavoce di Hamas, questa organizzazione terroristica che ha cacciato i rappresentanti dell'Autorità Palestinese nel 2005 e che nega qualsiasi legittimità a Israele: secondo lui, è inutile che Israele insista a disinformare e falsificare la storia distorcendo i fatti, in particolare negando una presenza palestinese assai precedente all'arrivo degli ebrei . “Gerusalemme rimarrà la capitale della Palestina e della sua identità arabo-islamica.” Identità arabo-islamica? La scoperta del muro e il ricordo della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio evidenziano il fatto che esisteva una presenza ebraica già molto prima dell'arrivo degli arabi e della nascita dell'Islam nel VII secolo della nostra era e che tale presenza è stata poi resa concreta da uno Stato la cui capitale era Gerusalemme. Cosa ancora più grave, senza dubbio, in questa Gerusalemme ebraica c'era un tempio ebraico - il Tempio di Salomone - che si trovava su quella che gli arabi chiamano “la Spianata delle Moschee”, dove loro vorrebbero vietare l’accesso agli ebrei "che la contaminano con i loro piedi sporchi”, per citare il Presidente Abu Mazen. Inoltre, ancora oggi Hamas - e l'Autorità palestinese - rifiutano di riconoscere qualsiasi legame tra gli ebrei e “il complesso di Al Aqsa” che comprende l'insieme di ciò che gli ebrei chiamano il Monte del Tempio. Ai loro occhi, il Tempio di Salomone, il secondo Tempio e il Tempio ricostruito da Erode non sono mai esistiti; per loro è una finzione sostenuta dagli ebrei nella loro tremenda lotta per “giudaizzare” Gerusalemme. A proposito, cancellano dai libri di storia le tradizioni cristiane e la centralità del Tempio di Gerusalemme nella vita e morte di Gesù di Nazareth. Bisogna mettere bene in evidenza che le nazioni cristiane d'Europa che hanno permesso che l'UNESCO approvasse delle risoluzioni che negano il legame tra ebraismo, ebrei e Gerusalemme, evidentemente non sentono il bisogno di protestare.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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