Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Onorare la memoria di tutte le vittime dell’odio antiebraico Commento di Ruben Della Rocca
Testata: Il Riformista Data: 15 agosto 2025 Pagina: 4 Autore: Ruben Della Rocca Titolo: «Onorare la memoria di tutte le vittime dell’odio antiebraico»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 15/08/2025 a pagina 3 il commento di Ruben Della Rocca dal titolo "Onorare la memoria di tutte le vittime dell’odio antiebraico".
Evyatar David e Rom Braslavsky, prigionieri dal 7 ottobre. Chi pensa a loro, quando si parla di Gaza? Si devono onorare tutte le vittime dell'odio anti-ebraico che arma la mano del terrorismo islamico. Ilay, fratello di Evyatar, interviene alle Nazioni Unite con un discorso struggente.
Drammatica la seduta straordinaria all’Onu dove si informava il Consiglio sulla situazione del conflitto a Gaza. Incontro che era stato preceduto da un fine settimana in cui la rabbia e la tristezza avevano preso il sopravvento in Israele e in quella parte di occidente che ancora sa riconoscere l’orrore e nella quale prevalgono principi morali e libertari.
I video raccapriccianti di due ostaggi Rom Braslavsky e Eyatar David, tenuti in prigionia dagli aguzzini di Hamas e ridotti a scheletri umani dalla denutrizione avevano fatto il giro del mondo e lasciato sgomenti. Già sabato sera, nel corso della solita manifestazione delle famiglie degli ostaggi a Tel Aviv si era levata la voce di Ilay, il fratello maggiore del rapito Eyatar, che con parole struggenti aveva ricordato ai manifestanti la bontà d’animo del fratello, il suo essere persona buona e gentile, spezzando i cuori della folla che lo ascoltava commossa. Ilay è stato quindi invitato a parlare, collegato in video, alle Nazioni Unite e le sue parole sono stato un intenso ed accorato appello affinché il mondo e il consesso degli Stati si facciano carico della crudeltà di quelle immagini e facciano tutto il possibile per riportate a casa immediatamente i rapiti, prima che Hamas li faccia morire di fame e di stenti.
Pensieri espressi come pietre quelle di Ilay che ha concluso con un ammonimento ai potenti della terra: “Il silenzio del mondo sui rapiti di Gaza è complicità con Hamas”. Parole dure alle quali hanno fatto eco quelle del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, Un “j’accuse” quello di Sa’ar nei confronti dei media e della comunicazione espresso platealmente sventolando una copia del New York Times. Si è chiesto sarcasticamente il ministro dove fossero le foto con le immagini di Rom ed Evyatar in cattività.
Ovviamente non erano sul quotidiano della Grande Mela. Il ministro israeliano si è scagliato poi contro quei paesi come Francia e Gran Bretagna, che con i loro preannunciati riconoscimenti dello Stato di Palestina hanno, a suo dire, boicottato e fatto fallire la trattativa in corso a Doha sulla liberazione degli ostaggi. È logico che Hamas, come dichiarato ad Al Jazeera da uno dei suoi leader, Ghazi Hamad Jazeera, si senta premiata, dopo gli attacchi del 7 ottobre e la deportazione dei rapiti a Gaza, dai riconoscimenti di Macron e Starmer. Fanno riflettere le parole dei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti, Israel Shaked sopravvissuto a Mathausen e Naftali Hurst sopravvissuto ad Auschwitz e Buchenwald che commentando il video di Evyatar David hanno rivissuto con quelle immagini il ricordo scioccante della loro prigionia e in lui hanno rivisto quello che i boia nazisti defi nivano un “Muselmanner”, un prigioniero ormai prossimo alla morte per fame.
Tale è il sentimento che pervade l’animo di Israele. Un sentimento che dovrebbe contagiare le nostre coscienze. Comprensibile la scelta di Israele di far scorrere le immagini del rapito Evyatar David sugli schermi luminosi di Times Square a New York. Questo dovrebbe essere un monito da esibire in tutte le piazze delle grandi capitali europee, Roma compresa. Magari affiancando ad esse anche le foto dei piccoli Bibas trucidati da Hamas. Sarebbe un modo per onorare la memoria di tutti i bambini vittime dell’odio antiebraico, dimenticati da quanti invece, ogni giorno, ricordano solamente le pene, anche esse atroci, dei bambini palestinesi.
La memoria selettiva. Ieri Ariel Bibas avrebbe compiuto 6 anni, ma i nazi islamisti non gli hanno permesso di arrivare a compierli, così come al fratellino Kfir di arrivare a compiere 2 anni di vita. Si spezza il cuore a pensarlo.
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