Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Netanyahu denuncia le bufale di Hamas diffuse in Italia Cronaca di Mauro Zanon
Testata: Libero Data: 11 agosto 2025 Pagina: 5 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Netanyahu mostra i falsi di Hamas in Italia»
Riprendiamo LIBERO di oggi, 11/08/2025, a pagina 5, con il titolo "Netanyahu mostra i falsi di Hamas in Italia", il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
L'obiettivo della prossima offensiva israeliana a Gaza non è quello di occupare la Striscia, ma di liberarla dai terroristi di Hamas e poi consegnare quel territorio a una coalizione di paesi arabi. Lo ribadisce Netanyahu nella sua conferenza stampa di ieri, dove ha contrastato anche la disinformazione più diffusa di Hamas
«Il nostro obiettivo non è occupare Gaza, è liberarla da Hamas». Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha aperto con queste parole la conferenza stampa convocata ieri per i media stranieri, con l’obiettivo di illustrare a tutto il mondo il piano per controllare Gaza, approvato dal Gabinetto di sicurezza giovedì scorso e contro cui si è sollevata la comunità internazionale. Secondo Netanyahu, nella Striscia ci sono ancora «migliaia di terroristi armati di Hamas» che si sono impegnati a ripetere «la ferocia dell’attacco» del 7 ottobre 2023 e il piano israeliano è «il modo migliore e più rapido per porre fine alla guerra», l’unico che può garantire una pace in un territorio in cui «Hamas fa stare le persone in trappola».
Davanti alla platea di giornalisti stranieri riuniti a Gerusalemme, Netanyahu ha difeso con tono deciso il suo piano militare in cinque punti.
«Abbiamo circa il 70-75% della Striscia di Gaza sotto controllo militare israeliano. Ma restano due roccaforti (di Hamas): Gaza City e i campi centrali della Mawasi (zona umanitaria, ndr)». Alle forze militari israeliane, secondo il nuovo piano, «è stato ordinato di smantellare le due roccaforti di Hamas rimanenti», ha sottolineato Netanyahu.
LE CIFRE SUGLI AIUTI
Rispondendo alle domande dei giornalisti, il premier ha parlato di tempistiche «veloci» per l’operazione militare, affermando che a Gaza verrà istituita un’«amministrazione civile non israeliana», ma che Israele manterrà la «responsabilità della sicurezza». Durante la conferenza stampa, Netanyahu ha annunciato che verranno designati corridoi sicuri per la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza, l’aumento del numero di punti di distribuzione sicuri gestiti dalla Ghf (Gaza Humanitarian Foundation) e un maggior numero di lanci aerei da parte delle forze israeliane e di altri partner. «La nostra politica è sempre stata quella di scongiurare una crisi umanitaria» ha spiegato Netanyahu, sostenendo che Israele ha distribuito «2 milioni di tonnellate di aiuti» e di aver fatto migliaia di «sms e telefonate ai cittadini di Gaza per farli allontanare dal pericolo». Tuttavia «negli ultimi mesi Hamas ha boicottato gli aiuti creando una carenza di forniture», ha attaccato Netanyahu. In merito all’embargo alle armi a Israele annunciato dal Cancelliere tedesco Friedrich Merz, Netanyahu ha dichiarato di «rispettare Merz» ma che «si è arreso sotto la pressione di false notizie dei media». «Forse alcuni dimenticano il 7 ottobre. Noi non dimentichiamo. Vinceremo la guerra con o senza il sostegno degli altri», ha affermato il primo ministro israeliano. Secondo fonti militari, l’Idf sta ancora valutando quanti soldati saranno necessari per l’offensiva pianificata contro Hamas a Gaza City. Le stesse fonti hanno riferito che potrebbe volerci almeno un’altra settimana per completare le linee generali dei piani. L’unica certezza è che sarà necessario arruolare riservisti per l’offensiva stessa o per sostituire le forze dell’esercito permanente su altri fronti.
Nel corso della conferenza stampa, Netanyahu ha lanciato anche un j’accuse contro il New York Times, che ha pubblicato la foto di un bimbo di Gaza malato, sostenendo falsamente che fosse malnutrito a causa del blocco degli aiuti da parte di Israele. Una notizia a cui Libero aveva dedicato la prima pagina lo scorso 27 luglio, rivelando la bufala pubblicata anche dal Fatto Quotidiano, secondo cui il bimbo, Osama al-Raqab, era vittima della carestia imposta da Israele, quando in realtà era in Italia, a Verona, per curare la sua fibrosi cistica. «Sto valutando la possibilità di una causa del governo contro il New York Times», ha detto Netanyahu, accusando il quotidiano statunitense di aver diffuso «foto false» sulla carestia a Gaza e parlando di «una campagna globale di menzogne» orchestrata da Hamas e dai media internazionali. «Le uniche persone che vengono deliberatamente lasciate morire di fame a Gaza sono i nostri ostaggi» ha detto Netanyahu.
LA REAZIONE
In questi giorni il piano è stato contestato sia dai leader europei sia all’interno di Israele, dove sabato si è tenuta una manifestazione anti-governativa a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone. Lo stesso capo dell’Idf, Eyal Zamir, ha manifestato le sue perplessità, e il ministro delle Finanze di estrema destra, Bezalel Smotrich, si è detto apertamente contrario alla decisione del governo, affermando di aver «perso la fiducia che il primo ministro Benjamin Netanyahu possa e voglia guidare l’esercito israeliano alla vittoria». «Non è troppo tardi per cambiare idea», ha dichiarato Smotrich, che giovedì avrebbe minacciato di far cadere il governo e portare il Paese a elezioni anticipate durante la riunione notturna in cui è stata decisa la nuova operazione militare.
Dopo la conferenza stampa di ieri, Taher al-Nunu, consigliere per i media del capo dell’ufficio politico di Hamas, ha accusato il premier israeliano di continuare «a mentire, ingannare e cercare di fuorviare l’opinione pubblica». «Tutto ciò che Netanyahu ha detto in conferenza stampa è una serie di bugie, e non riesce ad affrontare la verità. Lavora sulla distorsione e la nasconde», ha aggiunto.
Dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, durante la riunione di emergenza convocata ieri, sono arrivate critiche veementi perla «pericolosa escalation» che il piano di Netanyahu potrebbe generare. Ma il premier israeliano non sembra avere alcuna intenzione di rinunciarvi.
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