Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il mondo chiede con forza a Israele un cessate il fuoco a Gaza, dimenticando le stragi di Hamas del 7 ottobre e i razzi sullo Stato ebraico. Intanto cresce la pressione internazionale, con minacce di riconoscere lo Stato di Palestina senza soluzioni concrete per fermare il conflitto
Il clamore si eleva da ogni parte e diventa una piena. A quanto pare, il mondo intero sta imponendo a Israele di cessare il fuoco a Gaza. Ma tutti dimenticano che è stato Hamas a scatenare lo scontro lanciando le sue orde nel sud di Israele il 7 ottobre del 2023. Le terribili immagini delle atrocità commesse allora, i piccoli corpi carbonizzati, vengono dimenticati. Vengono dimenticate anche le migliaia di razzi lanciati il giorno dopo su tutto lo Stato ebraico. Oggi si vede soltanto la sofferenza dei poveri abitanti della Striscia di Gaza, vittime di quella che di fatto viene presentata come “l’aggressione israeliana.” Così alcuni manifestano per le strade, se la prendono al passaggio di ebrei; altri minacciano. Ci sono già sanzioni a livello internazionale. Da un Paese all'altro, i leader dichiarano solennemente che se il governo israeliano non porrà fine ai combattimenti durante la riunione annuale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite,verrà riconosciuto lo Stato di Palestina. La Francia si è comunque già impegnata a farlo. Quel che nessuno è in grado di spiegare è come raggiungere il cessate il fuoco che tutti chiedono con veemenza. La posizione di Israele è chiara: liberazione degli ostaggi e smilitarizzazione di Gaza. Una soluzione che andrebbe bene alla maggior parte dei Paesi. Solo che Hamas fa orecchie da mercante. Per lui gli ostaggi sono una polizza assicurativa. Per questo avanza richieste stravaganti, intende vendere a prezzi elevati le spoglie degli ostaggi assassinati e chiede la liberazione dei terroristi condannati a lunghe pene detentive in Israele per aver commesso degli attentati sanguinosi. Di certo non vuole liberare tutti i suoi prigionieri in una volta sola. Ma il tempo stringe. Per quanto tempo questi sventurati riusciranno a resistere alla fame, ai maltrattamenti e alla mancanza di cure? I video pubblicati online dall'organizzazione terroristica per esercitare pressione psicologica hanno causato disagio tra coloro che li appoggiano, e in particolare, hanno suscitato la condanna dell'Unione Europea. Tuttavia, queste condanne non sono state accompagnate da sanzioni, ma solo da vuote dichiarazioni secondo cui Hamas non dovrebbe più governare Gaza. Allora, come si può arrivare a questo cessate il fuoco tanto desiderato? I terroristi hanno il vento in poppa. Attribuiscono alle loro “gesta eroiche” del 7 ottobre questo improvviso entusiasmo nel riconoscere uno Stato di Palestina di cui nessuno conosce né i confini né il governo. Non avendo la leva giusta per costringere i terroristi a negoziare seriamente, ci si rivolge al capro espiatorio tradizionale, senza tuttavia cercare di suggerire soluzioni concrete. Una resa incondizionata di Israele che lasci Hamas al suo posto? Un ritiro delle IDF senza il rilascio degli ostaggi? In attesa del loro illuminato parere, la decisione del governo israeliano di assumere il controllo di Gaza è condannata all'unanimità. Ammiriamo di sfuggita l'indignazione di Hamas: “Benyamin Netanyahu e il suo governo” si stanno imbarcando in un'avventura criminale che si concluderà con il “sacrificio degli ostaggi.”