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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
10.08.2025 Due popoli e due Stati. Una proposta senza cervello
Commento di Francesco Lucrezi

Testata: Il Riformista
Data: 10 agosto 2025
Pagina: 3
Autore: Francesco Lucrezi
Titolo: «Due popoli e due Stati. Una proposta senza cervello»

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 10/08/2025, a pagina 3, il commento di Francesco Lucrezi dal titolo "Due popoli e due Stati. Una proposta senza cervello".

Due popoli, due Stati, la soluzione che si voleva trovare a Oslo è miseramente fallita meno di sette anni dopo. Non a caso è fallita, perché una delle due parti, quella palestinese, ha sempre chiesto due condizioni inaccettabili: nessun ebreo deve poter vivere nel futuro Stato di Palestina e tutti i discendenti dei profughi, o sedicenti tali (fino a 7 milioni di arabi!) devono tornare a vivere in Israele. Un'altra strategia per distruggere Israele.

Se ci sono, in una classe scolastica, due bambini, non è forse giusto che, a ora di colazione, ognuno dei due possa mangiare la sua merendina? Sarebbe mai accettabile che qualcuno dica: no, solo uno dei due bambini deve avere la merendina, e l’altro deve restare senza?
Bisognerebbe essere proprio crudeli e senza cuore per proporre qualcosa del genere, è insopportabile solo sentirlo dire. Perciò, due bambini, due merendine. Senza se e senza ma.

Lo stesso ragionamento, ovviamente, deve valere se, invece di bambini, parliamo di popoli, e, invece di merendine, di stati.
Se ci sono due popoli, non è forse giusto che ognuno dei due abbia il suo stato sovrano? Perché mai lo deve avere solo uno, e l’altro deve restare senza? Non è un sopruso, un’ingiustizia, una prepotenza?
Come si fa a negare tale palmare evidenza?

Perciò, due popoli, due stati, Senza se e senza ma. Questo è il bello degli slogan. Permettono di offrire risposte semplici, immediate, elementari, evitando il fastidioso uso di quell’organo complicato e assolutamente inutile che si chiama cervello.

Ma, poi, a che servirebbe mai, il cervello, per interpretare e spiegare una verità così evidente, chiara come il sole? C’è bisogno forse di una laurea in matematica per dire che, se i bambini sono due, anche le merendine devono essere due?

Se qualcuno, poi, ardisse di chiedere: “scusate, vediamo se davvero i due bambini vogliono le due merendine, magari chiediamo a loro, forse hanno altri desideri”, sembrerebbe di un cinismo assoluto.
“Ma cosa c’è da chiedere? Vuoi fare morire di fame il bambino povero?” Giusto. Nessuna domanda.

Cambiando discorso, ricordiamo che l’OLP, l’ANP e la Lega Araba, da sempre, hanno posto alcune condizioni “minime e non negoziabili” (ripeto: “minime e non negoziabili”) per concludere un eventuale accordo di pace sul conflitto israelo-palestinese.
Sono molte, ma le più interessanti sono due.
Una è quella secondo cui nessun israeliano potrà continuare a vivere nel futuro stato di Palestina, l’altra è quella che impone il diritto al ritorno in Israele (non in Palestina: in Israele) di tutti (tutti) i cd. profughi palestinesi.

Chi sono questi profughi? Anche se pochi lo ricordano, presso le Nazioni Unite ci sono due agenzie di rifugiati. La prima, chiamata UNHCR, è per tutti i profughi, la seconda, detta UNRWA, solo per i palestinesi (ma, quando fu creata, questo termine si riferiva anche agli ebrei).

Secondo la prima, lo status di profugo non si estende ai discendenti (il figlio di un esule cubano nato in America, per esempio, non è quindi un profugo), secondo la seconda, invece, lo status si estende all’infinito, di padre in figlio, ovviamente moltiplicandosi in via esponenziale.

Quanti sono, oggi, i profughi palestinesi? Le stime divergono. Si parla di sette milioni, ma alcuni dicono molti di più.

Tutti (tutti) dovranno “tornare” in Israele, “non in Palestina”,
mentre tutti (tutti) i cd. “coloni” della Cisgiordania dovranno fare le valigie.

Dato che in Israele vivono attualmente otto milioni di ebrei e due milioni di arabi, è facile fare l’addizione: 7 + 2 = 9.
Lo stato palestinese sarà quindi purissimo, assolutamente “judenrein”, mentre Israele sarà un bellissimo stato binazionale, molto affollato, a prevalenza araba.
E, ovviamente, non dovrà più chiamarsi Israele. Si è mai visto che una minoranza imponga il nome di uno stato alla maggioranza dei suoi cittadini?

Davvero una bella soluzione, niente da dire. Ma mi scuso per avere cambiato discorso. Stavo parlando di bambini e merendine.

E il “percorso”, come si dice, per la pace tra i bambini litigiosi resta quello di sempre: due bambini, due merendine.
Uno dei due bambini non sarà più quello di prima, ma che importa?
Cambiare è bello.

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redazione@ilriformista.it

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