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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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israele.net Rassegna Stampa
06.08.2025 La Shoah non è un randello al servizio di chi vuole calunniare Israele
Commento di Michael Kuenne

Testata: israele.net
Data: 06 agosto 2025
Pagina: 1
Autore: Michael Kuenne
Titolo: «Non si paragona Gaza ad Auschwitz, mai. Auschwitz non è una metafora: fu il tracollo della civiltà. La Shoah non è un randello al servizio di chi vuole calunniare Israele»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione dell'editoriale di Michael Kuenne su Times of Israel dal titolo: "Non si paragona Gaza ad Auschwitz, mai. Auschwitz non è una metafora: fu il tracollo della civiltà. La Shoah non è un randello al servizio di chi vuole calunniare Israele". 

Michael Kuenne
Sopra, bambino ebreo nel ghetto di Varsavia controllato dai nazisti. Sotto, bambino palestinese nella Gaza controllata da Hamas. “Non esiste alcuna linea che colleghi Gaza alla Shoah, se non quella che dei sogni allucinati di coloro che odiano Israele più di quanto amino la verità”

Ci sono cose che la gente dice e di cui un giorno potrebbe pentirsi. Parole pronunciate in fretta, con rabbia o nell’ebbrezza della certezza della propria superiorità morale.

Ma poi ci sono espressioni così rivelatrici, così distruttive, che non possono essere ritrattate: non perché chi le pronuncia si rifiuti di farlo, ma perché il danno è già fatto.

Quelle parole hanno incendiato l’aria e si sono impresse non solo nella cronaca pubblica, ma nella memoria morale.

Sopra, bambino ebreo nel ghetto di Varsavia controllato dai nazisti. Sotto, bambino palestinese nella Gaza controllata da Hamas. “Non esiste alcuna linea che colleghi Gaza alla Shoah, se non quella che dei sogni allucinati di coloro che odiano Israele più di quanto amino la verità”

Ciò che un tempo era nascosto diventa chiaro. Ciò che un tempo era oggetto di discussone, diventa noto ed evidente. …

Invocare Auschwitz, non come monito, non in segno di riverenza, non per elevare la conoscenza, ma per usarlo come arma contro lo stato ebraico, non è ignoranza. È indifferenza nel migliore dei casi, malvagità nel peggiore.

Auschwitz non era una metafora. Auschwitz fu il tracollo della civiltà, fu l’inferno manifestato sulla terra.

Paragonare Gaza – un territorio controllato da un regime terroristico genocida che mira ad annichilire gli ebrei a costo di sacrificare la propria stessa popolazione – al luogo dello sterminio industrializzato degli ebrei europei significa sputare in faccia a ogni sopravvissuto, calpestare ogni tomba e sminuire una tragedia che non deve mai essere sminuita.

Non si tratta di un singolo passo falso. È il logico punto d’arrivo di un lungo e incessante svelamento. Prima, le critiche – perlopiù infondate – alla politica militare di Israele. Poi, i proclami sul “genocidio” nonostante Israele faccia di tutto per evitare vittime civili, in un conflitto scatenato da un gruppo che prende di mira i civili di proposito e usa i propri civili come carne da cannone e lo dichiara con orgoglio.

Infine, Auschwitz.

C’è uno schema in tutto questo. Non sono casi isolati. È un coro di voci un tempo liberali, un tempo riflessive, che nella nebbia della guerra e nella febbre del panico morale, abbandonano ogni freno e ragione.

Dapprima offuscano le linee di demarcazione. Poi le cancellano del tutto. E’ nostro dovere tracciare di nuovo quelle linee.

Non c’è nessuna equivalenza morale tra uno stato democratico costretto a battersi per difendere la propria popolazione, e un campo di sterminio progettato per cancellare un intero popolo dall’esistenza.

Non esiste alcuna linea che colleghi Gaza ad Auschwitz, se non quella che c’è nei sogni allucinati di coloro che odiano Israele più di quanto amino la verità.

La Shoah non è una metafora al vostro servizio. Non è il vostro strumento di discussione. Non è il vostro randello politico. È un terreno sacro. E calpestarlo con stivali sporchi di retorica significa dichiararsi inadatti a un discorso serio. …

Le persone cambiano, certo. Ma alcuni cambiamenti rivelano l’anima profonda, non la sua evoluzione. Alla fine, ciò che dici nel tuo momento più buio diventa il tuo specchio più veritiero.

E questo, questa evocazione di Auschwitz come un manganello contro Israele, rivela un’oscurità che nessuna reputazione intellettuale può lavare.

Vi sono nomi e luoghi che devono rimanere al di sopra di ogni sfruttamento e strumentalizzazione. Auschwitz è uno di questi. E chiunque vìoli questa inviolabilità perde non solo autorità morale, ma anche serietà morale.

Come spesso diciamo: Am Yisrael Chai, il popolo ebraico vive. E così anche la sua memoria. E deve essere custodita dagli ebrei, dai loro amici, da chiunque abbia una coscienza, contro i missili e gli attentati, contro le menzogne e contro coloro che profanano il passato per avvelenare il futuro.

(Da: Times of Israel, 28.7.25)

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