Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’ONU ha i dati… ma non li dà! Analisi di Paolo Crucianelli
Testata: Il Riformista Data: 05 agosto 2025 Pagina: 3 Autore: Paolo Crucianelli Titolo: «L’ONU ha i dati… ma non li dà!»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 05/08/2025 versione online, il commento di Paolo Crucianelli dal titolo "L’ONU ha i dati… ma non li dà!".
Secondo i dati della stessa ONU che accusa Israele di affamare i gazawi, risultano arrivate a Gaza oltre 40.000 tonnellate di aiuti umanitari, scaricate ai valichi di ingresso autorizzati. Di queste, circa 30.000 tonnellate sono state effettivamente raccolte dalle organizzazioni preposte al trasporto e alla distribuzione. Ma solo 4.200 tonnellate sono arrivate a destinazione e sono state realmente distribuite alla popolazione. Le altre, circa il 90%, sono state "intercettate", cioè rubate da Hamas. Ma i giornali non lo scrivono!!
L’Organizzazione delle Nazioni Unite è un’entità dalle due anime, come il Giano bifronte. Da un lato c’è quella politica, visibile, che parla nei comunicati, nelle risoluzioni, nelle conferenze stampa. Dall’altro c’è quella burocratico-amministrativa, più silenziosa, ma anche più precisa e trasparente. Due facce che raramente coincidono. E in tempi di guerra, come nel conflitto tra Israele e Hamas, la distanza tra queste due anime si fa vertiginosa. La componente politica dell’ONU è fortemente condizionata dalla composizione dell’Assemblea Generale, dove ogni Stato ha lo stesso peso di voto. Poco importa che si tratti di una democrazia avanzata con milioni di abitanti e un PIL di migliaia di miliardi, o di una dittatura tribale con mezzo milione di cittadini e un’economia da sussistenza: uno vale uno. Un meccanismo che ricorda molto da vicino lo slogan del Movimento 5 Stelle. Il risultato è che una larga parte delle risoluzioni e delle dichiarazioni ufficiali rispecchia l’orientamento politico dei Paesi membri, molti dei quali sono esplicitamente anti-occidentali e, di conseguenza, pro-palestinesi e anti-israeliani. È in questo quadro che la narrazione politica dell’ONU diventa spesso palesemente ideologica: Israele viene accusato di affamare deliberatamente la popolazione di Gaza, di impedire l’accesso agli aiuti umanitari, di condurre una guerra contro i civili. Una versione dei fatti ripresa in modo acritico da gran parte della stampa internazionale e rilanciata da numerose ONG, molte delle quali legate, direttamente o indirettamente, allo stesso ambiente ideologico.
Ma poi c’è l’altra faccia dell’ONU, quella amministrativa, burocratica, fatta di funzionari, tabelle, sistemi informatici e trasparenza procedurale. Ed è proprio da questa parte, solitamente ignorata, che emerge una verità molto diversa. Una verità che non viene sbandierata in conferenza stampa, ma che è lì, pubblicata online, disponibile a chiunque abbia voglia di cercarla, e che alla fine è la verità’. È stato un giornalista di Adnkronos, non identificato per nome e cognome, ma descritto come “coscienzioso”, ad aver “scoperto” uno di questi siti: si tratta della dashboard ufficiale dell’ONU, ospitata su una piattaforma chiamata UN2720, accessibile a questo indirizzo: https://app. un2720.org/tracking. Si tratta di un sistema di tracciamento logistico degli aiuti umanitari diretti a Gaza, gestito da UNOPS, una delle agenzie operative delle Nazioni Unite. I dati sono veramente impressionanti. In un arco temporale recente (gli aggiornamenti sono costanti), risultano arrivate a Gaza oltre 40.000 tonnellate di aiuti umanitari, scaricate ai valichi di ingresso autorizzati. Di queste, circa 30.000 tonnellate sono state effettivamente raccolte dalle organizzazioni preposte al trasporto e alla distribuzione. Ma solo 4.200 tonnellate sono arrivate a destinazione e sono state realmente distribuite alla popolazione bisognosa. Il resto — più di 25.000 tonnellate, ovvero quasi il 90% di quanto raccolto — è stato “intercettato”, secondo il lessico tecnico del sito ONU, da bande armate, miliziani, gruppi criminali locali oppure da civili disperati e affamati. Ciò significa che non è Israele a bloccare l’ingresso degli aiuti, come sostenuto dalla retorica dominante, ma che la vera strozzatura avviene dopo il valico, dentro Gaza stessa, dove il caos e il potere incontrollato delle fazioni armate criminali impediscono una distribuzione ordinata e sicura dei beni. Ed è proprio questo il cortocircuito logico e morale che l’articolo di Adnkronos ha messo in luce: mentre l’ONU politico accusa Israele di fame di massa, l’ONU amministrativo — quello con i dati veri — pubblica numeri che raccontano una storia completamente diversa. Non un’opinione, non una teoria, non una propaganda: dati ufficiali, raccolti e verificati sul campo dalle stesse Nazioni Unite. Dati ignorati dal mondo intero, benché pubblici. L’ONU ha i dati. Ma non li dà. O meglio, non li comunica. Li mette online, in silenzio, come se non volesse disturbare la narrazione politica. E tocca a pochi giornalisti indipendenti e a pochi lettori attenti andare a cercarli, leggerli, interpretarli. Per scoprire che, ancora una volta, la verità sta scritta nei numeri, non nelle parole. E che spesso, le due cose viaggiano su binari completamente opposti.
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