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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio Rassegna Stampa
05.08.2025 Ostaggi ebrei coi fondi dell’Onu
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 05 agosto 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Pietà selettiva»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/08/2025, a pagina 1/IV, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Pietà selettiva".

Informazione Corretta
Giulio Meotti
Israele sotto shock per i video degli ostaggi - RSI
Due ostaggi, Evyatar David e Rom Braslavski, murati vivi nei tunnel di Gaza costruiti coi fondi dell’Onu. Testate come il New York Times e la BBC continuano a evidenziare solo la sofferenza palestinese, ignorando l’orrore inflitto agli ostaggi. Un doppio standard mediatico che rivela un’ipocrisia assordante

Roma. Evyatar David è pelle e ossa, ha 24 anni e ne aveva 22 quando fu rapito 668 giorni fa da Hamas al festival musicale Nova. I principali media occidentali hanno datopoca o nessuna rilevanza al filmato diffuso da Hamas, in cui David si scava la fossa da solo in un tunnel di Gaza el’altro ostaggio, Rom Braslavski, anche lui deperito, è inquadrato nel suo corpo avvizzito, mentre si contorce in agonia per la fame. I suoi carcerieri sembrano gioire della sua angoscia fisica e mentale. Due ostaggi murati vivi nelle catacombe di Gaza costruite coi fondi dell’Onu.

Il principale quotidiano israeliano, Yedioth Ahronoth, ha analizzato il doppio standard: “I media mondiali ignorano l’orrore dei video degli ostaggi, evidenziano la sofferenza di Gaza”. Il New York Times qualche giorno fa ha messo in prima pagina un bambino palestinese estremamente magro, Mohammed al Matouq, usato come simbolo di quella che il giornale chiama “fame di massa” a Gaza. Settimane dopo, il Times ha pubblicato una rettifica, riconoscendo che il bambino soffriva di una “rara malattia genetica”. Nessuna rettifica invece su Nbc, Guardian e Bbc. Nessuna foto di David o Braslavski in prima pagina del New York Times, nonostante l’immagine e la trama tragiche ne avrebbero fatto un titolo di apertura naturale. C’era, tuttavia, una foto di aiuti paracadutati a Gaza dalla Giordania.

Come ha scritto il deputato democratico di New York Ritchie Torres, “il silenzio sulla deliberata fame degli ostaggi israeliani per mano di Hamas e del Jihad islamico è assordante quanto la sua ipocrisia”. La Bbc ha menzionato il video degli ostaggi israeliani scheletrici solo brevemente. Il Guardian ha evidenziato le accuse di crimini di guerra israeliani a Gaza, mentre la sua homepage ha omesso qualsiasi riferimento ai video. Anche Sky News si èconcentrata sulle morti a Gaza, mentre un’immaginelaterale mostrava David in uno dei video. Il titoloprincipale della Cnn si concentrava sulle discussioni politiche sulla creazione di uno stato palestinese. Più in basso, sul sito, è apparso un articolo intitolato “Famiglie di ostaggi israeliani organizzano una protesta di emergenza dopo che uomini armati di Gaza hanno diffuso video che mostrano prigionieri scheletrici”. Soltanto il New York Post ha messo Evyatar in copertina: “Starved of humanity”. Va da sé che nessun giornale italiano avesse una foto di Evyatar David in prima pagina, come succede da oltre un mese su Gaza. Il sopravvissuto ad Auschwitz Naftali Fürst ha detto che le immagini di David e Braslavski lo hanno riportato indietro nel tempo: “Dritto nei campi. Sono sopravvissuto ad Auschwitz. Conosco la fame. Conosco la paura e l’orrore”. Fürst ha ricordato di aver incontrato l’ostaggio rilasciato Eli Sharabi all’inizio di quest’anno alla Marcia dei vivi ad Auschwitz. “Quando l’ho visto, sono rimasto sopraffatto. L’ho guardato e ho ricordato il mio aspetto dopo 1.033 giorni di prigionia. Non avevamo bisogno di parole: ci capivamo”. Sono i media occidentali che continuano a fingere di non capire quello che c’è in ballo a Gaza.

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