sabato 02 agosto 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Il Riformista Rassegna Stampa
01.08.2025 Un seggio per Francesca Albanese
Commento di Aldo Torchiaro

Testata: Il Riformista
Data: 01 agosto 2025
Pagina: 2
Autore: Aldo Torchiaro
Titolo: «Un seggio per Francesca Albanese, la gara tra Pd, 5S e Avs per l’icona in prestito che colma i vuoti»

Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 31/07/2025 versione online, l'analisi di Aldo Torchiaro dal titolo "Un seggio per Francesca Albanese, la gara tra Pd, 5S e Avs per l’icona in prestito che colma i vuoti".

File:Aldo Torchiaro.png - Wikipedia
Aldo Torchiaro

Francesca Albanese in Senato, per ora come ospite, ma in futuro, quasi certamente, anche con un suo seggio. Se la contendono i partiti di sinistra, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle e PD. E così gettano la maschera: hanno eletto a propria icona una funzionaria ONU che usa la sua posizione per fare la guerra contro Israele. La sinistra è antisionista, una malattia dell'anima da cui non è mai guarita.

Francesca Albanese entra al Senato, apertole dai populisti come una scatoletta di caviale, tra ali di folla gaudente. Applausi prima ancora di parlare, per la Relatrice Speciale Onu meno imparziale che la storia ricordi. La conferenza stampa che tiene, promossa dalle opposizioni a Palazzo Madama, parla chiaro: «L’economia del genocidio» la colloca al di fuori della dialettica diplomatica che dovrebbe tenere. Pazienza. Le opposizioni la vogliono così. Battagliera, ostinata. E non solo la apprezzano, la amano. Blandendola in ogni modo, le stanno aggrappate alla kefiah come fosse quel «sudario dei martiri» di cui straparlano, unendo sacro e profano.

Francesca Albanese è una icona. Ed è potuta diventare icona in forza della debolezza generale di una sinistra che non ha leader forti, né tantomeno idee chiare. E che quindi è pronta a innamorarsi della prima figura capace di leadership che passa. Lo si era già visto, in tono minore, con altri. Con personalità prestate dall’impegno internazionale alla politica come Laura Boldrini. Con un testimonial dei diritti e delle minoranze come Aboubakar Soumahoro. Con le Sardine, che non più in là di qualche anno fa avevano riempito l’altrettanto iconica Piazza San Giovanni. Con Ilaria Salis, diventata per l’intera campagna elettorale un simbolo e poi rivelatasi, alla prova dei fatti, un’eurodeputata evanescente. Ci sarebbe, nel mirino dei «selezionatori» per il vivaio del centrosinistra, anche Rula Jebreal, che racconta il Medio Oriente da New York, e quindi risponde perfettamente ai canoni estetici del pietismo vellutato e profumatissimo della sinistra atticista. Neanche Francesca Albanese frequenta Gaza.

«Ci sono stata, ma ora mi fermerebbero ai posti di controllo israeliani», si schernisce lei a La7, dove Luca Telese e Marianna Aprile la invitano per una cerimonia del tè. La Relatrice Speciale si sente talmente a casa da offrire al pubblico un approccio un tantino verace sulla questione mediorientale: «Bisogna che Israele si levi di mezzo», i termini esatti con cui inquadra l’analisi frutto dei suoi lunghi anni di lavoro. Davanti a tanto carisma, cedono anche le ultime resistenze.

Il centrosinistra prende a contendersela. La vogliono Pd, M5S, Avs. Che si offrono già di candidarla per le prossime elezioni. Magari in quel Senato nel quale ieri si è sentita di casa. Con collegio sicuro nel feudo progressista del salernitano, blindato da De Luca, nella sua Campania. Lei, da irpina, conosce bene la politica. La mastica da sempre. Non se ne tiene affatto alla larga. E non può che sorridere davanti al coro adorante che la cita ogni due tweet. Dai banchi dell’opposizione arriva un coro di sostegno a Francesca Albanese, relatrice Onu sui diritti nei territori palestinesi, e di dura condanna verso il governo Meloni. Per il senatore Avs Peppe De Cristofaro, Albanese ha «squarciato il velo di ipocrisia» su Gaza con un lavoro che va difeso dal «linciaggio mediatico» orchestrato dalla destra. Susanna Camusso (Pd) chiede di «riconoscere lo Stato di Palestina» e di «interrompere gli accordi militari» con Tel Aviv. La senatrice M5S Alessandra Maiorino critica il clima di «diffamazione tossica» contro Albanese, accusando il governo di «lavarsi la coscienza» mentre rifiuta le risoluzioni Onu su tregua e riconoscimento.

Infine, Elly Schlein, segretaria del Pd, quasi a rivendicare per sé la leadership del centrosinistra, non cita Albanese ma non si esime dall’incensarne le conclusioni. E sollecita l’Italia a seguire l’esempio di Francia, Spagna e Irlanda: «Riconoscere subito lo Stato di Palestina, perché è giusto». Non sappiamo se uno Stato palestinese vero e proprio otterrà mai un seggio all’Onu. Siamo però pronti a scommettere che un seggio sicuro lo otterrà Albanese: Camera o Senato? Nei banchi del Pd, M5S o Avs? Queste sì che rimangono domande aperte. Non ancora per molto.

Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.


redazione@ilriformista.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT