Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’Onu trattiene il cibo perché non viene mandata a processo? Analisi di Davide Romano
Testata: Il Riformista Data: 29 luglio 2025 Pagina: 5 Autore: Davide Romano Titolo: «L’Onu trattiene il cibo perché non viene mandata a processo?»
Riprendiamo da IL RIFORMISTA a PAG. 5, con il titolo "L’Onu trattiene il cibo perché non viene mandata a processo?", l'analisi di Davide Romano.
Davide RomanoMentre Hamas lucra sul dolore, le Nazioni Unite restano in silenzio, ma le prove, video, testimonianze e denunce, parlano ormai chiaro. Anche l’Onu insieme ai terroristi e agli utili idioti della sinistra vuole danneggiare Israele
E se fosse l’Onu a finire alla sbarra per crimini di guerra dopo il suo rifiuto di portare aiuti umanitari ai palestinesi? Da tempo Israele denuncia un grave problema nella gestione degli aiuti umanitari: l’accumulo di forniture essenziali nei depositi delle Nazioni Unite all’interno di Gaza che non vengono distribuite per motivi politici. Questa situazione ha creato un paradosso: mentre la popolazione di Gaza vive in condizioni di estrema difficoltà, testimoniate da tante immagini sui media del mondo intero, il prezzo politico di tutto questo non viene pagato dai terroristi di Hamas che sequestrano la merce per rivenderla a prezzi folli, né dall’Onu e dai suoi comportamenti omissivi che contribuiscono ad affamare i palestinesi. Il solo condannato (e sottolineo condannato, non accusato o processato) dai media mainstream per tutto questo è Israele: l’unico Paese al mondo che fa di tutto per consegnare aiuti a una popolazione mentre allo stesso tempo ne combatte il governo. Lo scandalo Onu è defl agrato quando la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha iniziato a criticare apertamente l’operato delle Nazioni Unite. La GHF, lanciata nel maggio 2025, è stata creata in risposta alle preoccupazioni di lunga data che gli aiuti incanalati attraverso i canali tradizionali, come l’Onu, siano stati spesso dirottati o sfruttati da Hamas e altri gruppi armati per arricchirsi e con quei soldi mantenere il controllo su Gaza e fi nanziare il terrorismo, cosa che prolunga una guerra che tutti vorremmo fi nisse al più presto. La fondazione dal principio ha denunciato l’abbandono degli aiuti umanitari nei magazzini Onu, per poi passare a un passo ulteriore: ha chiesto alle Nazioni Unite di trasferire di- rettamente alla GHF gli aiuti che l’organiz- zazione internazionale lasciava marcire, dimostrandosi incapace di distribuirli efficacemente. L’Onu non ha risposto all’organizzazione guidata dal reverendo Johnnie Moore Jr. La controversia ha raggiunto l’apice quando Israele ha diffuso fi lmati registrati da droni che mostrano i depositi dell’Onu pieni di farmaci e generi alimentari. Queste immagini hanno dimostrato inequivocabilmente che, mentre si parla di carestia a Gaza, ingenti quantità di aiuti rimango- no inutilizzate, rischiando di deteriorarsi. Di fronte a queste accuse, l’Onu ha cercato di mantenere un silenzio che molti osservatori considerano eloquente. I video hanno suscitato critiche internazionali (non in Italia, dove il 90% della stampa si è allineata alle tesi di Hamas) costringendo le Nazioni Unite a rompere il silenzio, sebbene solo per attaccare la GHF perché partner di Israele. A conferma della malafede c’è un fatto: solo dopo le denunce della Gaza Hu- manitarian Foundation e di Israele, l’Onu ha ricominciato a distribuire cibo a Gaza. Guarda caso... Visto che il trattenimento deliberato degli aiuti è ormai accertato, si confi gurano violazioni del diritto internazionale umanitario. L’uso della fame come arma di guerra mediatica è inammissibile, e dovrebbe essere l’Onu in questo caso a fi nire alla sbarra. A conferma della posizione grottesca delle Nazioni Unite, gira nei social un video dove il giornalista canadese Joseph Klein mette spalle al muro un portavoce Onu: lo fa chiedendo retoricamente se non sia contraddittorio che le Nazioni Unite da un lato affermino che Israele - in quanto potenza occupante - ha l’obbligo di fornire la sicurezza per la consegna degli aiuti, ma nel contempo l’Onu non vuole essere scortata da nessuna delle parti in conflitto. Chi paga questo gioco delle tre carte? I palestinesi, ovviamente. Con la fame.
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