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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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La Stampa Rassegna Stampa
29.07.2025 Trump lancia un altro ultimatum a Putin, ma non ci crede più nessuno
Commento di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 29 luglio 2025
Pagina: 9
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «La grande sconfitta del 're del deal'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/07/2025, a pag. 9, il commento di Anna Zafesova dal titolo "La grande sconfitta del 're del deal'".

ad Alessandria con Anna Zafesova ...
Anna Zafesova

Trump aveva dato 50 giorni a Putin per accettare un cessate-il-fuoco in Ucraina, ma adesso minaccia di accorciarli a 10-12. Ma chi ci crede più? Tante volte, in questi sei mesi, ha promesso fuoco e fiamme, ma poi si è rimangiato le minacce, che sono parte solo della sua tattica negoziale. Quel che è certo (e su questo è sincero) è che Trump non ha capito nulla della Russia di Putin, né della sua smania imperialista.

«La Russia avrebbe potuto essere così ricca, ma stanno spendendo tutti i loro soldi per la guerra, non riesco a capire che senso abbia». Dopo più di sei mesi di partita diplomatica, iniziata con la sua prima telefonata a Vladimir Putin nel febbraio scorso, Donald Trump ammette che il suo tentativo di far finire la guerra in Ucraina è fallito, e che «la trattativa non mi interessa più». Da qui in poi, il padrone del Cremlino non potrà più contare su un trattamento speciale della Casa Bianca: Trump ha accorciato il termine concesso per accettare la tregua in Ucraina da cinquanta giorni a «dieci-dodici», dopo di che dovrebbero scattare le pesantissime sanzioni con i dazi "secondari" a due zeri per la Russia e i suoi partner commerciali.

Si può dubitare delle minacce di Trump: negli ultimi sei mesi ha fatto troppe volte retromarcia dopo aver promesso tuoni e fulmini. Si può interpretare la sua durezza verso Putin come un espediente negoziale da "poliziotto cattivo", dopo che anche molti sostenitori del presidente repubblicano non riuscivano a capire perché avesse iniziato il suo tentativo di mediazione con concessioni che favorivano evidentemente la parte russa. Si può ironizzare sul fatto che l'uomo che teorizza la "art of deal" e si fa chiamare dai suoi sottoposti "il miglior negoziatore al mondo", abbia proseguito tenacemente a corteggiare il dittatore russo, che dopo ogni telefonata dalla Casa Bianca intensificava i bombardamenti. Si può essere scettici sulla riuscita delle eventuali sanzioni: potrebbe essere impossibile togliere dal mercato globale il petrolio russo senza una impennata dei prezzi che colpirebbe per primi i consumatori americani. Si può anche sentirsi esasperati, soprattutto se si abita in Ucraina, all'idea che tanti mesi, e tantissime vite, siano stati persi per dimostrare all'uomo più potente del mondo che non si trattava solo di una "guerra di Biden", ma di una realtà molto più terribile e complessa.

Quel «non riesco a capire», pronunciato da un politico che di regola – esattamente come Putin – non ammette gli errori, suona però sincero. Da business man, Trump non si capacita che un Paese possa farsi guidare verso l'impoverimento e l'isolamento: mentre il settore non bellico dell'economia russa si contrae ormai da cinque mesi, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha dichiarato che «per la prima volta nella storia la Russia combatte contro tutto l'Occidente, da sola, senza alleati». Da agente del Kgb, cresciuto in un mondo dove il denaro non valeva nulla, Putin a sua volta non riesce a capire come si possano fare dei conti quando si parla di potere: per lui, è il potere a generare ricchezza, mai viceversa. Le aperture offerte dal "maestro di negoziato" sono state interpretate da Putin - osannato dai suoi ammiratori come "gran maestro della geopolitica" - come debolezza: non ha lanciato alcun segnale di compromesso, alzando invece la posta. Ora, Trump si sente raggirato da Putin, e difficilmente gli perdonerà questa umiliazione alla sua "art of deal". Dopo sei mesi, si riparte da zero.

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