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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
29.07.2025 Un papà ebreo aggredito con suo figlio
Cronaca di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 29 luglio 2025
Pagina: 9
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Un papà ebreo aggredito con suo figlio in Autogrill»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 29/07/2025, a pagina  9, con il titolo "Un papà ebreo aggredito con suo figlio in Autogrill", il commento di Mauro Zanon.

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Il racconto di Elie Sultan, l'ebreo francese aggredito in un autogrill presso Milano, perché indossava una kippah. E' stato insultato e poi picchiato da arabi italiani, nell'indifferenza assoluta della gente. A parte una donna, che ha protetto suo figlio, nessuno lo ha aiutato e nessuno ha chiamato i soccorsi. C'è un clima da pogrom in Italia, quando ci svegliamo?

Elie Sultan, cittadino francese di confessione ebraica, era sceso a Milano per andare a trovare la figlia, che da qualche anno abita nel capoluogo lombardo con il compagno, Menachem Hadad, e abbracciare il nipotino, nato pochi mesi fa. Ma quello che doveva essere un piacevole weekend in famiglia sotto il sole italiano, domenica si è trasformato in un incubo. Di ritorno da Stresa con i familiari su due veicoli distinti, il sig. Sultan, che si era fermato all’autogrill Villoresi Ovest per una breve pausa, è stato infatti vittima di una violenta aggressione antisemita davanti agli occhi del figlio minore, di 6 anni.
«Siamo venuti in Italia per il fine settimana. Ieri (domenica, ndr), abbiamo fatto una gita fuori porta e al ritorno, a venti chilometri da Milano, ci siamo fermati in un’area di sosta per fare benzina e accompagnare mio figlio di 6 anni al bagno», ha raccontato a Libero Elie Sultan, residente nell’Île-de-France, la regione parigina. Sia lui che il figlio indossavano una kippah quando sono entrati nell’autogrill. «Mi stavo dirigendo verso i servizi igienici, che si trovavano al piano inferiore, quando dalla cassa dell’autogrill ho sentito gridare “Free Palestine”. Sono subito risalito per vedere chi era stato. Era un giovane uomo, con gli occhiali e la barba, italiano ma di origini arabe. Non parlo la vostra lingua, dunque ero veramente in difficoltà. Anche perché ad un certo punto sono arrivati altri tre individui, tra cui una donna molto aggressiva, che si sono scagliati contro di me», ha continuato il cittadino francese che ha girato un video sull’accaduto, mentre veniva insultato in quanto ebreo con offese a sfondo antisemita e politico. Tra cui: «Assassini», «Tornatevene nel vostro Paese», «Qui non è Gaza, qui siamo a Milano» e, appunto, «Palestina Libera». Il tutto davanti a un bambino di 6 anni. «Ciò che mi ha fatto più male è che non c’è stata alcuna solidarietà all’interno dell’autogrill, nessuno è venuto in mio soccorso. Ho cercato allora di reagire da solo contro questa ondata di violenza, perché sono ebreo praticante e fiero di esserlo, e ho una cultura, una civiltà e dei valori da difendere. Il rispetto degli altri è fondamentale», ha detto ancora a Libero Sultan.
«Una volta terminata la registrazione dell’accaduto col mio telefono, sono sceso verso le toilette con mio figlio, convinto che fosse finita», ha raccontato il cittadino francese, prima di aggiungere: «Ma quando sono uscito dal bagno, mi sono trovato di fronte allo stesso gruppo che mi aveva insultato al piano superiore, con altre persone. Tutto il corridoio era pieno. Erano almeno una quindicina. Mi hanno intimato di cancellare il video, una, due, tre volte. E mi sono rifiutato. A quel punto quattro cinque di loro mi hanno aggredito fisicamente, con calci e pugni. Mi sono ritrovato per terra, mi calpestavano, davanti agli occhi di mio figlio». Solo una signora, all’apparenza sudamericana, si è avvicinata al bambino di 6 anni, proteggendolo e consolandolo.
«Quando mi sono rialzato, non vedevo più mio figlio, anche perché hanno rotto una lente dei miei occhiali da vista mentre mi picchiavano. Un uomo mi ha placcato contro il muro e ha continuato a colpirmi. Poi, a un certo punto, ho gridato “Police!
” (polizia, ndr), hanno preso paura e se ne sono andati. Ho ritrovato allora mio figlio, che era protetto da una donna. È stata l’unica ad aiutarci. Ho visto persone entrare e uscire dai bagni come se niente fosse e nessun agente di sicurezza è venuto a soccorrermi», è la testimonianza scioccante dell’ennesimo episodio di antisemitismo sul suolo europeo.
Una piaga che dal 7 ottobre 2023, giorno dei massacri di Hamas in Israele, si è aggravata. «Non sono mai stato vittima di questo genere di episodi in Francia, nonostante i problemi che esistono qui. Sono sorpreso che sia successo in Italia. Purtroppo certifica che l’antisemitismo sta dilagando in tutta Europa. In quanto ebreo, c’è la sensazione che dal 7 ottobre, ormai, tutto è permesso, autorizzato contro gli ebrei», è la riflessione di Sultan. Che ha aggiunto: «Tengo comunque a sottolineare che su Instagram, dopo aver visto il video dell’aggressione, molti italiani mi hanno scritto dei messaggi bellissimi, di solidarietà nei miei confronti.
Mi ha fatto piacere». Se l’è cavata con qualche ferita, Dieu merci, ma lo choc resta profondo per questo cittadino francese, che aveva deciso di passare qualche giorno di tranquillità estiva in Italia, dove non tornava da diversi anni, e si è ritrovato vittima delle derive della causa palestinese.
Elie Sultan ha sporto denuncia alla polizia per l’accaduto, grazie anche all’aiuto del genero, Menachem Hadad. «Spero che la giustizia italiana rintracci e punisca gli autori dell’aggressione – ha concluso – per evitare un altro episodio di questo tipo».

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