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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
29.07.2025 Cooperativa nega il miele agli israeliani
Cronaca di Daniele Dell'Orco

Testata: Libero
Data: 29 luglio 2025
Pagina: 9
Autore: Daniele Dell'Orco
Titolo: «Cooperativa nega il miele agli israeliani»

Riprendiamo da LIBERO del 29/07/2025, a pag. 9, con il titolo "Cooperativa nega il miele agli israeliani" la cronaca di Daniele Dell'Orco.

Daniele Dell'Orco
Daniele Dell'Orco

Continua il boicottaggio contro Israele, non solo nelle università. Ad esempio la cooperativa Melissa, di Castellieri, ha rifiutato di fornire il miele, come faceva ogni anno, alla Fondazione Keren Kayemeth LeIsrael, "La decisione dipende dagli atti che il governo israeliano sta compiendo in Palestina", quindi si tratta di un atto politico contro Israele, dichiaratamente. 

Succede ormai quasi ogni giorno, con turisti, semplici cittadini e aziende colpevoli di ebraismo: presunte motivazioni “politiche” vengono usate come schermo per nascondere l’intolleranza. Con una motivazione che mischia ideologia e pressapochismo, la Cooperativa agricola Melissa di Castelliri (FR) ha rifiutato di fornire il miele, come ogni anno, alla Fondazione Keren Kayemeth LeIsrael (KKL) Italia, in occasione di Rosh Hashanah, il capodanno civile ebraico.
A Libero, KKL mostra la “giustificazione” di un rifiuto che, tra l’altro, lede un rapporto commerciale consolidato: «La decisione dipende dagli atti che il governo israeliano sta compiendo in Palestina da decenni e, ancor di più, negli ultimi anni», ha scritto l’azienda agricola. Una scelta ingiustificabile, soprattutto alla luce della natura del KKL: la più antica organizzazione ecologica al mondo, fondata nel 1901, da oltre un secolo impegnata nella tutela dell’ambiente, nello sviluppo sostenibile e nel rimboschimento della Terra di Israele. KKL è riconosciuta a livello globale per il suo contributo scientifico e ambientale, non solo in Israele ma anche attraverso progetti di cooperazione internazionale. La sede italiana della fondazione svolge attività di solidarietà sociale e ambientale. E quel miele ordinato alla cooperativa sarebbe stato distribuito in occasione di Rosh Hashanah come gesto simbolico e culturale all’interno della comunità, con finalità benefiche e educative.
Sentirsi in dovere, oltreché in diritto, di colpire questa realtà nel nome di una protesta contro il governo Netanyahu è tanto illogico quanto, soprattutto, pericoloso. La denuncia arriva a poche ore dalla comparsa, a Termoli, di un cartello infame affisso fuori dalla porta del bar del terminal bus: «In questo locale è vietato l’ingresso agli israeliani». Una scritta che riporta alla mente epoche oscure della storia, quando a certe persone veniva vietato l’accesso a negozi e luoghi pubblici non per ciò che facevano, ma per ciò che rappresentavano agli occhi di chi rivendicava una presunta superiorità. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, l’avviso è stato rimosso e il titolare del bar ha persino tentato di giustificarsi: «Non voleva essere un atto razzista né offensivo, ma una forma di dissenso per ciò che sta accadendo a Gaza».
Pur dicendosi pentito per le parole usate, ha risposto alle critiche social che lo accusavano di parole imbarazzanti scrivendo: «Ma ciò che il popolo israeliano sta compiendo a Gaza cosa sarebbe?» La toppa peggio del buco. E il problema è che non è certo la prima volta. A maggio scorso, ad esempio, Nives Monda, proprietaria della Taverna a Santa Chiara di Napoli, disse chiaramente «non siete i benvenuti qui» a due turisti israeliani, la cui unica colpa è stata quella di parlare bene del loro Paese ad altri commensali presenti nella trattoria.
A novembre 2024 invece, a Selva di Cadore, in Veneto, una coppia di turisti israeliani venne invitata dal titolare di un hotel a cancellare la prenotazione perché gli israeliani non erano graditi in quanto «responsabili di genocidio». Le tragedie che si stanno consumando in uno scenario di guerra, quello tra Israele e Hamas, stanno facendo emergere, lontanissimi dalla Terrasanta, episodi di ignoranza, violenza e razzismo a dir poco preoccupanti.

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