Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Cento Ong internazionali lanciano l'allarme carestia a Gaza. Per l'ennesima volta viene lanciato questo allarme, nonostante a Gaza arrivino aiuti alimentari sufficienti a sfamare più persone di quanti sono i suoi abitanti. E quelle stesse Ong non si sono neppure mai interessate dei casi reali di carestia, come in Sudan.
Raramente si sono toccate tali vette di ipocrisia.
“Secondo le Nazioni Unite, il Sudan è attualmente l'unico Paese al mondo in cui diverse località sono ufficialmente colpite dalla carestia. Quest’ultima è stata dichiarata per la prima volta nel campo profughi di Zamzam e si è poi diffusa in dieci zone diverse. Altre diciassette regioni sono ora sull'orlo della catastrofe. Senza un intervento rapido, centinaia di migliaia di vite sono a rischio. Dall'inizio della guerra, Medici Senza Frontiere ha registrato oltre 80 attacchi contro il suo personale, le sue infrastrutture, i suoi veicoli e i suoi rifornimenti. Sono state saccheggiate e distrutte delle cliniche, sono stati rubati dei medicinali e sono stati aggrediti, minacciati o uccisi degli operatori sanitari.” Ricordate questo testo pubblicato qualche settimana fa dalla rispettabilissima organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere? Probabilmente no.
Analogamente ciò vale per l'articolo di Le Figaro del 16 giugno.
“Il 10 giugno, è stato il Programma Alimentare Mondiale a lanciare l'allarme: diverse aree nel Sud di Khartoum erano ormai sull'orlo della carestia, mentre i bisogni sul campo superavano di gran lunga la capacità d’intervento. Laurent Bukera, Direttore regionale del Programma Alimentare Mondiale in Africa Orientale, di ritorno da una missione nella capitale, ha descritto una città in rovina: 'L'accesso all'acqua, all'assistenza sanitaria e all'elettricità è estremamente limitato. Alcuni quartieri sono esposti a un elevato rischio di carestia'”.
È importante capire che le anime buone non perdono tempo ad impietosirsi per una situazione certamente tragica ma senza soluzione, soprattutto quando non c'è alcun mezzo di pressione.
Vi hanno perciò risparmiato lo shock delle foto di bambini che muoiono di fame. Gaza (ora) è invece tutta un'altra storia! Secondo Le Monde, più di 100 ONG mercoledì hanno lanciato l'allarme per la diffusione di una “carestia di massa” nella Striscia di Gaza. Questo ovviamente non riguarda gli ostaggi, il cui destino non interessa proprio nulla a queste ONG. Carestia di massa? Eppure centinaia di camion di aiuti alimentari continuano ad entrare nella Striscia di Gaza. Hamas e le bande rivali ne sequestrano più della metà con la forza. È noto che la vendita di questi beni di prima necessità a prezzi esorbitanti fornisce all'organizzazione terroristica – che ha scatenato l'attuale scontro – i mezzi per continuare a combattere e inasprire le sue condizioni per un cessate il fuoco. Ma ciò che vediamo sugli schermi di tutto il mondo sono le masse di abitanti di Gaza che si accalcano attorno ai punti di distribuzione. Non tutti riescono ad andarsene con un po' di cibo. Ma in questo caso il colpevole è chiaro: non è Hamas, che vede nella sofferenza del suo popolo l'ennesimo strumento e conta sulla pressione internazionale per costringere Israele ad accettare le sue condizioni. No, è lo Stato ebraico. Che èquello che finanzia e organizza convogli di aiuti alimentari come meglio può nella situazione caotica di Gaza.