Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il diritto internazionale va rispettato, ma Hamas può calpestare la Convenzione di Ginevra Analisi di Giuliano Cazzola
Testata: Il Riformista Data: 25 luglio 2025 Pagina: 3 Autore: Giuliano Cazzola Titolo: «Il diritto internazionale va rispettato, sì, ma solo dall’Idf mentre Hamas può calpestare la Convenzione di Ginevra»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, a pagina 3, l'analisi di Giuliano Cazzola, dal titolo: "Il diritto internazionale va rispettato, sì, ma solo dall’Idf mentre Hamas può calpestare la Convenzione di Ginevra"
Giuliano CazzolaTutti, anche il Papa, chiedono solo a Israele di rispettare i diritti umani. Mai a Hamas, che li viola sistematicamente.
Hanno dovuto ricredersi coloro che negli ultimi giorni, dopo la telefonata tra il Pontefice e il premier israeliano, avevano notato (o forse solo sperato) un tono diverso di Leone XIV rispetto a quello del Cardinale Pietro Parolin a proposito del bombardamento della chiesa cristiana della Sacra Famiglia a Gaza.
Anche il Santo Padre, secondo i commentatori, si riferiva a Israele quando invitava perentoriamente a “osservare il diritto umanitario e a rispettare l’obbligo di tutela dei civili nonché il divieto di punizione collettiva, di uso indiscriminato della forza e lo spostamento forzato della popolazione”.
La Santa Sede si è prodigata al massimo livello nel chiedere un’iniziativa internazionale per il cessate il fuoco.
In più nelle ultime ore si è aggiunta l’autorevole testimonianza del Cardinale Pierbattista Pizzaballa sulle condizioni disperate delle popolazioni civili, le cui peripezie e sofferenze non possono non suscitare lo sdegno delle persone e delle comunità civili.
Possiamo aggiungere la nostra voce a quanti (sono la stragrande maggioranza) chiedono a Israele di farsi carico dei disastri umanitari quotidiani a cui assistiamo impotenti nella Striscia.
A una democrazia si può chiedere di più perché può dare di più proprio in forza dei suoi ordinamenti e dei suoi valori.
Tanto più che in Israele agiscono liberamente le opposizioni e non è conculcata la libertà di stampa.
Eppure, le avanguardie pro-Pal non tengono conto di queste differenze e hanno preso di mira non solo gli israeliani, ma gli ebrei in tutto il mondo.
Ma è inaccettabile che in quella tragedia si continuino a ignorare le gravi responsabilità di Hamas, non solo per aver iniziato il conflitto, ma per continuare a opporsi a proposte ragionevoli e possibili per arrivare a un cessate il fuoco.
Poi è purtroppo evidente che i combattimenti in quella Striscia densamente popolata producono effetti devastanti inevitabili, soprattutto quando i palestinesi non vengono tutelati, ma esposti a morire per la causa, in violazione dell’articolo 28 della Convenzione IV di Ginevra sulla protezione dei civili in caso di conflitto (“Nessuna persona protetta potrà essere utilizzata per mettere, con la sua presenza, determinati punti o determinate regioni al sicuro dalle operazioni militari”).
C’è anche un altro aspetto che merita di essere sottolineato.
Prendiamo l’accusa riguardante “lo spostamento forzato della popolazione”.
Lo spettacolo è penoso nell’osservare quelle moltitudini che si muovono da un capo all’altro del territorio portando con sé le loro misere masserizie.
Ma - non è paradossale - queste peregrinazioni avvengono per una loro maggiore sicurezza possibile. L’Idf ha l’obbligo di agire così.
I trasferimenti forzati sono proibiti, ma la potenza occupante potrà procedere allo sgombero completo o parziale di una determinata regione occupata qualora la sicurezza della popolazione o impellenti ragioni militari lo esigano.
In Ucraina non esiste che l’esercito russo comunichi dove intende scaricare centinaia di droni per invitare allo sgombero la popolazione civile, che invece rimane l’obiettivo preferito.
Quanto poi alla vicenda degli aiuti umanitari, l’articolo 23 stabilisce che l’obbligo di concedere il libero passaggio degli invii è subordinato alla condizione che non vi sia alcun serio motivo di temere che gli invii possano essere sottratti alla loro destinazione; che il controllo possa non essere efficace; che il nemico possa trarne evidente vantaggio per i suoi sforzi militari o la sua economia, sostituendo con questi invii delle merci che avrebbe altrimenti dovuto fornire o produrre, oppure liberando delle materie, dei prodotti o dei servizi che avrebbe altrimenti dovuto destinare alla produzione di tali merci.
La potenza che permette il passaggio degli invii può porre come condizione per la sua autorizzazione che la distribuzione ai beneficiari avvenga sotto il controllo, eseguito sul posto, delle potenze protettrici.
L’articolo 34 proibisce la cattura di ostaggi. Ma questo divieto non lo ricorda mai nessuno.
Anzi, è ritenuto normale che Hamas negozi pure sui cadaveri.
Intanto l’impudenza è arrivata al punto che Francesca Albanese, candidata da Giuseppe Conte al premio Nobel per la Pace con il sostegno di migliaia di firme, ha scritto e pubblicato un saggio dal titolo J’accuse.
Una vera e propria eterogenesi dei fini, perché Émile Zola utilizzò quel titolo per gli articoli su L’Aurore contro l’antisemitismo.
Credo che lo scrittore francese si rivolterà nella tomba.
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