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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
23.07.2025 Hamas spara sui civili in fila per il cibo? Non importa, è comunque colpa dell’Idf
Commento di Iuri Maria Prado

Testata: Il Riformista
Data: 23 luglio 2025
Pagina: 6
Autore: Iuri Maria Prado
Titolo: «Hamas spara sui civili in fila per il cibo? Non importa, è comunque colpa dell’Idf»

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 23/07/2025, a pagina 6, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "Hamas spara sui civili in fila per il cibo? Non importa, è comunque colpa dell’Idf".


Iuri Maria Prado

Anche Antonio Polito, sul Corriere della Sera, si unisce al coro di chi accusa Israele di sparare sui palestinesi in coda per il cibo. Lascia aperto solo un piccolo dubbio di innocenza, ma fino a prova contraria il giornale in cui scrive è convinto che l'Idf attiri i palestinesi con il cibo per ucciderli meglio. A questo punto, siamo tornati ai tempi della vecchia accusa del sangue contro gli ebrei.

“È certo importante ma non decisivo - scriveva Antonio Polito sul Corriere della Sera di ieri - stabilire se sulle persone in fila per il pane si spari deliberatamente o per errore, o se addirittura non siano affatto i soldati israeliani a sparare”. Anche solo immaginare un simile costrutto - figurarsi metterlo nero su bianco - denuncia che il pregiudizio si è impadronito dell’intelligenza che lo ha generato. Perché la stampa - a cominciare dal Corriere - è da mesi impegnata a fare esattamente il contrario: e cioè a escludere persino l’ipotesi che gli incidenti ai margini dei centri di distribuzione - trasfigurati puntualmente nei ricetti del deliberato assassinio della gente “in fila per il pane” - possano essere attribuiti a qualcosa di diverso. È - senza mai poter essere null’altro, nulla di spiegabile altrimenti - lo stillicidio di una pratica sicaria che attira gli affamati in quei punti di distribuzione degli aiuti e poi “li prende a mitragliate”, come l’altro giorno scriveva sempre il Corriere della Sera. In questa situazione è davvero coraggioso uscirsene con l’argomento secondo cui è “importante ma non decisivo” stabilire se quelle persone sono uccise deliberatamente dall’esercito israeliano, come si scrive ogni giorno dappertutto, o invece in modo accidentale o addirittura per responsabilità altrui, come nemmeno per sogno è possibile leggere da nessuna parte. Non sorprende, dunque, che un ragionamento del genere finisca per evocare la “geometrica potenza” (dicitura dell’apologia del terrorismo brigatista) quando discute delle responsabilità del “governo di Gerusalemme”. Arriva a questo, Polito. I soldati israeliani come i terroristi che in una via romana rapivano Aldo Moro dopo averne sterminato la scorta. E ovviamente un’impostazione così contaminata non ha timore se difetta un tantino di originalità: “Israele Stato terrorista” si legge un po’ ovunque, a cominciare dai cartelli nelle manifestazioni che finiscono a disegnare stelle gialle e svastiche sulle case degli ebrei. Perché distinguersi, perché mettersi di traverso quando una battaglia - quella contro il terrorismo israeliano - è tanto giusta e popolare? Così come è popolare discutere di genocidio, un argomento su cui Antonio Polito si esercita osservando che non avrebbe mai pensato di dover difendere lo Stato ebraico dall’accusa di commetterlo. Che, tradotto, significa che il genocidio c’è. E pace se Polito, che non avrebbe mai pensato di dover difendere Israele da quell’accusa, nell’adempiere al dovere di difenderlo ha pensato bene di non difenderlo punto e basta. Tutto ciò che accade nella Striscia, conclude Polito, “è in ogni caso responsabilità politica di Israele”, perché “quella terra è comunque occupata e controllata dalle forze armate di Gerusalemme”. Le responsabilità di Hamas, lì, non ci sono: come non ci sono nell’articolo di Polito.

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redazione@ilriformista.it

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