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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
22.07.2025 Sala con la claque, fuori i milanesi inviperiti, tensione con polizia
Commento di Massimo Sanvito

Testata: Libero
Data: 22 luglio 2025
Pagina: 5
Autore: Massimo Sanvito
Titolo: «In aula la claque di Beppe, fuori i cittadini inviperiti Tensione polizia-comunisti»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/07/2025, a pag. 5, con il titolo "In aula la claque di Beppe, fuori i cittadini inviperiti Tensione polizia-comunisti", la cronaca di Massimo Sanvito

Mentre a Palazzo Marino, Giuseppe Sala, al centro del nuovo scandalo dei palazzinari, riceve gli applausi a comando della maggioranza di sinistra, fuori dal palazzo la protesta si intensifica. Anche perché ci sono 4500 famiglie che hanno comprato casa ed ora si ritrovano a spasso.

Nella parte alta della tribuna riservata al pubblico c’è chiunque tranne i cittadini, quelli a cui - in teoria ma non nella pratica del Regno di Sala - sarebbero riservati quei posti. Invece no: il Pd ha deciso di occuparli in blocco, alla Ilaria Salis, per evitare intrusioni sgradite, tipo quelle dei milanesi non allineati alla giunta. Ci sono solo una manciata di persone del comitato “Famiglie sospese vite in attesa”, ovvero coloro rimasti senza casa dopo le prime indagini sull’urbanistica. «Stiamo continuando a pagare nonostante la costruzione non sia ancora partita perché da contratto il costruttore ha il coltello dalla parte del manico», spiega il portavoce Filippo Borsellino. «Abbiamo letto sui giornali che queste erano case destinate ai ricchi, case di lusso, quando la realtà è ben diversa: questo blocco coinvolge tutto il centro medio della città, sono ferme anche tutte le costruzioni in edilizia convenzionata», aggiunge. Niente caos, però.
Fa più rumore la claque organizzata dai dem - ci sono i segretari Silvia Roggiani (Lombardia) e Alessandro Capelli (Milano), i primi ad aver imposto una «svolta» su «diritto all’abitare» e «sociale» che sa di commissariamento per Sala; ci sono i consiglieri regionali Pietro Bussolati (area Maran) e Paolo Romano (Giovani democratici); la senatrice della corrente riformista Simona Malpezzi; diversi presidenti di Municipio- che batte le mani a ogni pausa di Beppe durante il suo discorso. Il messaggio circolato di chat in chat prima della seduta - «Con Elena Buscemi (presidente del Consiglio comunale in quota Pd, ndr) e Silvia De Dea (membro del gabinetto del sindaco, ndr) stiamo provando a riservare tutti gli spalti per noi, è importante che chi viene in Consiglio ci sia per le 15.30» - diventa subito realtà. La democrazia dal vangelo secondo dem. Ci sono anche Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva, tra i più garantisti, e Dario Violi, consigliere regionale dei 5 Stelle, tra i più giustizialisti. «Su questa fila c’è il campo largo», dice Romano. Si vocifera di Pierfrancesco Majorino per il post Sala, ovvero l’ala sinistra del Pd che guarda ai grillini ma non è guardata dai centristi: campo stretto più che largo...
Intanto, fuori, c’è un centinaio di cittadini che preme all’ingresso principale di Palazzo Marino. Vogliono entrare ma i vigili sbarrano l’accesso. «Perché non ci fate passare? Siamo noi che gli paghiamo lo stipendio», dice una ragazza. «Decide l’indagato chi entra?», si chiede un’altra. «La Buscemi ci mette la faccia», urla un uomo. «È l’ennesima ingiustizia che siamo costretti a subire», rincara la dose un altro. Parte il classico «vergogna, vergogna, vergogna!». Gli animi sono caldi. «L’articolo 40 del regolamento comunale dice che l’accesso è libero per i cittadini: e allora perché entrano solo politici e giornalisti?», chiede agli uomini della Polizia Locale un signore. «Ora vi facciamo entrare, dieci alla volta, dove abbiamo allestito un maxischermo», provano a calmare le acque i vigili. «La diretta streaming ce la guardavamo a casa...», è la risposta della folla. Alla spicciolata si siedono nella meravigliosa Sala Alessi. Sala comincia il suo intervento ma l’audio è assente e l’impianto gracchia fino allo stordimento. Oltre il danno, la beffa.
In piazza della Scala ci sono anche i comunisti di Rifondazione e quelli di Potere al Popolo, gli universitari rossi di Cambiare Rotta e i sindacalisti dell’Usb. «L’unica salvezza per Milano è la città pubblica: dimissioni giunta Sala», recita l’enorme striscione esposto. «No ai bulli del mattone. San Siro bene comune», si legge su un altro. Partono i cori e il più gettonato è «giunta Sala devi andartene, dimissioni, dimissioni!». Ci sono anche bandiere palestinesi: non c’entrano nulla con la giornata e sarà anche per questo che non li prende sul serio nessuno.
Poi la tensione sale. Quando il sindaco chiude il suo intervento, un manipolo di 50 persone punta l’ingresso del Comune. I poliziotti dei reparti mobili, in assetto antisommossa, si posizionano davanti al palazzo per evitare l’assalto: c’è un contatto ma non servono né scudi né manganelli.


lettere@liberoquotidiano.it

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