Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La Albanese riunisce i paesi anti-Israele Commento di Dario Mazzocchi
Testata: Libero Data: 16 luglio 2025 Pagina: 7 Autore: Dario Mazzocchi Titolo: «La Albanese riunisce i Paesi anti-Israele»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/07/2025, pag. 7, con il titolo "La Albanese riunisce i Paesi anti-Israele", il commento di Dario Mazzocchi.
Dario Mazzocchi
Il presidente colombiano Petro convoca a Bogotà il Gruppo dell'Aia, tutti i paesi che vorrebbero vedere Netanyahu in galera. Un vertice che, manco a dirlo, è caldeggiato da Francesca Albanese.
Trenta delegazioni diplomatiche si sono date appuntamento tra ieri e oggi a Bogotà in quello che è il primo vertice organizzato dal cosiddetto “Gruppo dell’Aia”, il blocco di Paesi che ha come intento quello di vedere Benjamin Netanyahu dietro le sbarre e di promuovere le sanzioni contro Israele. Un summit definito «emergenziale» che ha ottenuto il benestare di Francesca Albanese, la rappresentate speciale della Nazioni unite per i diritti umani in Palestina, sanzionata dal dipartimento di Stato americano perché ritenuta una minaccia all’interessa nazionale Usa.
Per la funzionaria italiana si tratta dello «sviluppo politico più significativo degli ultimi venti mesi» che giunge in un «momento cruciale per la popolazione palestinese».
Uno sviluppo che prevede entro settembre la piena attuazione al parere della Corte internazionale di giustizia del 19 luglio 2024 che giudica illegittima l’occupazione dei territori palestinesi. E che come corollario porta avanti la richiesta che tanto il primo ministro israeliano quanto l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, finiscano in manette non appena mettano piede in una delle nazioni che aderisce alla Cig per aver violato i diritti umanitari. La mozione giudiziaria era stata presentata al tribunale internazionale dal Sud Africa, in prima fila assieme al Brasile nell’organizzare l’evento al quale prendono parte, tra le altre, Algeria, Cina, Cuba, Nicaragua, Turchia, Qatar e Oman. Non proprio un club di democrazie cui non manca l’appoggio esterno dell’Iran.
Embargo sulle navi dirette in Israele e sanzioni economiche completano la lista d’intenti che trova l’approvazione di alcuni stati europei come Spagna, Portogallo e Irlanda: a Dublino si lavora alacramente per approvare una norma che introduce il reato di vendita di alcuni prodotti realizzati dalle comunità ebraiche in Giudea e Samaria. Tutto molto umanitario.
La lista dei personaggi che interverranno spazia nei diversi meandri della galassia social-progressista-ecologidall’inglese sta -antisemita: Jeremy Corbyn (che ha appena messo in piedi un movimento filoislamico) a Rima Hassam, europarlamentare della sinistra radicale francese che ha accompagnato Greta Thunberg nella gita mediterranea per forzare il blocco di Gaza e convinta che i poveri fratellini Bibas non siano stati uccisi dai terroristi di Hamas.
E infine c’è lei, l’ospite d’onore: l’italiana Albanese, avvocato (senza titolo) dei diritti umani accolta da una platea che in larga parte non li riconosce a casa propria.
«Per troppo tempo, il diritto internazionale è stato trattato come facoltativo, applicato selettivamente a chi è percepito come debole e ignorato da chi agisce da potente.
Questo doppio standard ha eroso le fondamenta stesse dell’ordine giuridico. Quest’epoca deve finire» è il suo messaggio. A fare gli onori di casa il presidente della Colombia, Gustavo Petro, per il quale «il sionismo controlla la finanza mondiale». Alla funzionaria non sembrerà vero di sentirsi così a casa, roba che l’appello per il Nobel alla Pace promosso da Bonelli-Fratoianni in confronto sembra una festa di paese.
«È giunto il momento – sostiene Albanese - di agire per la giustizia e la pace, fondate sui diritti e le libertà per tutti, e non su semplici privilegi per alcuni, a scapito dell’annientamento di altri». Sembra la pagina di un romanzo distopico, ma è solo la realtà.
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