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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
16.07.2025 Trump invia armi a Kiev ma non chiude alla Russia
Cronaca di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 16 luglio 2025
Pagina: 4
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Trump invia armi a Kiev ma non chiude alla Russia»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/07/2025, a pag. 4, con il titolo "Trump invia armi a Kiev ma non chiude alla Russia" l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Dicono che sia stata Melania (che è slovena) a far cambiare idea al marito Donald Trump sull'Ucraina. Intanto però le contromisure annunciate dal presidente americano sono abbastanza inutili e comunque danno a Putin altri 50 giorni di carta bianca per massacrare l'Ucraina. E Trump ieri ha ribadito che non chiude i rapporti con Putin.

 “Agente Trumpenko”: così gli ucraini stanno esaltando la moglie di Trump, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che è stata lei a fargli cambiare idea su Vladimir Putin. «Melania mi ha fatto aprire gli occhi», avrebbe spiegato durante l’incontro con il segretario generale della Nato Mark Rutte.
«Torno a casa, le dico: “Ho parlato con Putin, è stato fantastico”. Lei risponde: “Davvero? Intanto hanno bombardato un’altra città”».
Anche Giorgia Meloni ha manifestato soddisfazione per questa evoluzione. «Bene il cambio di postura degli Usa nei confronti del Cremlino, aumentare la pressione sulla Russia e sostenere Kiev».
Trump in effetti chiarisce che non vuole «chiudere le porte a Putin». Ma, dopo aver minacciato sanzioni nella forma di tariffe secondarie del 100% a chi commercia con la Russia se Putin non farà mosse decisive in favore della pace entro 50 giorni, ha annunciato nuovi aiuti militari a Kiev, tra cui l’invio di Patriot. Washington Post e Financial Times riferiscono anche di in colloquio avvenuto il 4 luglio in cui Trump ha chiesto a Zelensky: «Volodymyr, puoi colpire Mosca? Puoi colpire anche San Pietroburgo?». Il presidente ucraino gli avrebbe risposto: «Se ci date le armi, lo facciamo». Secondo i media, Trump potrebbe dare a Zelensky anche i Tomahawk (missili da crociera in grado di colpire Mosca), ma il presidente ha chiarito in conferenza stampa alla Casa Bianca di non aver intenzione di inviare missili a lungo raggio. Le prime reazioni russe al cambio di strategia di Trump sono state sprezzanti. «In 50 giorni può cambiare tutto, dal campo di battaglia all’umore dei leader Nato e Usa. Tanto fumo e poco arrosto», ha commentato il presidente della Duma Konstantin Kossacyov. «Lo Zio Sam spara bolle di sapone», è stato il titolo sarcastico di Ria Novosti, una delle tre agenzie di stampa statali, su una immagine di Zio Sam con i tratti di Trump mentre imbraccia una pistola giocattolo da cui escono appunto bolle di sapone dirette verso il Cremlino. «Non ce ne importa», ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev. Molto preoccupato è sembrato invece il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov: «La dichiarazione del presidente Trump è molto seria.
Abbiamo certamente bisogno di tempo per analizzare quanto detto a Washington». Mosca, nel frattempo, «è in attesa di proposte dall’Ucraina sui tempi del terzo round di negoziati diretti». La Russia ha ripetutamente minacciato di attaccare obiettivi occidentali in risposta alla fornitura di armi avanzate all’Ucraina, sebbene finora non abbia agito di fronte a tali minacce.
Dopo il primo utilizzo da parte dell’Ucraina del sistema Atacms contro obiettivi militari in territorio russo lo scorso novembre, Putin ha affermato che la guerra aveva «acquisito elementi di carattere globale» e ha risposto testando l’Oreshnik, un missile sperimentale a medio raggio, sulla città di Dnipro. In effetti, secondo il Financial Times, l’idea di «portare la guerra ai moscoviti» ha iniziato a circolare anche privatamente tra i funzionari statunitensi nelle ultime settimane. E la conversazione tra i leader di Usa e Ucraina ha convinto il tycoon a fornire a Kiev un elenco di potenziali sistemi d’arma durante l’incontro di Roma della scorsa settimana. Tre persone a conoscenza di questo incontro hanno confermato che Zelensky ha ricevuto un elenco di sistemi d’attacco a lungo raggio che potrebbero raggiungere l’Ucraina attraverso trasferimenti da paesi terzi.
Questo meccanismo consentirebbe a Trump di eludere la necessità dell’approvazione del Congresso per gli aiuti militari diretti, autorizzando la vendita di armi agli alleati europei, che le trasferirebbero poi a Kiev. «Accogliamo con favore l’annuncio del presidente Trump di inviare ulteriori armi», ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas al termine del Consiglio dei Ministri degli Esteri che si è tenuto ieri a Bruxelles.
«Tuttavia, vorremmo che gli Stati Uniti condividessero questo onere. L’America e l’Europa stanno collaborando. E se lavoriamo insieme, possiamo esercitare pressione su Putin affinché negozi, dimostrandogli che l’unico modo per porre fine a questa guerra è costringerlo a cedere». Kallas ha anche denunciato che gli attacchi russi con armi chimiche si stanno intensificando, e si detta dispiaciuta che non si sia ancora raggiunto l’accordo tra i Ventisette sul 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, fermato dall’opposizione del premier della Slovacchia Robert Fico.

 

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