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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Foglio Rassegna Stampa
16.07.2025 La Palestina immaginaria di Torino
Editoriale del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 16 luglio 2025
Pagina: 3
Autore: Editoriale
Titolo: «La Palestina immaginaria di Torino»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/07/2025, a pag. 3, l'editoriale dal titolo "La Palestina immaginaria di Torino".

Presidio pro Palestina a Torino: “La città è gemellata con Gaza” - La Stampa

Il Consiglio comunale di Torino ha approvato una mozione per sospendere i rapporti istituzionali con Israele, aderendo a un’iniziativa della sinistra nazionale. Ma il Consiglio Comunale non dice nulla su Iran, Hamas, Hezbollah, Qatar, Cina e Venezuela 

Con 23 voti a favore e due astensioni, il Consiglio comunale di Torino ha approvato una mozione che riprende un’iniziativa presentata a livello nazionale da Partito democratico, Alleanza verdi e sinistra e Movimento 5 stelle. Il testo, intitolato “Per il popolo palestinese e lo stato di Palestina: cessi ogni supporto al governo di Israele fino al ripristino della pace e della giustizia”, è stato adattato dalla città di Primo Levi. La mozione impegna l’amministrazione a sospendere l’avvio di nuove collaborazioni o relazioni istituzionali con il governo israeliano. Strana città davvero, Torino, democratica, antifascista e progressista. Oggi, per gran parte della sinistra occidentale sembra esistere una sola battaglia che meriti visibilità: la Palestina. Ma non la Palestina reale, quella di Hamas che fa strame del popolo di Gaza (e per come vorrebbero vederla certi torinesi, anche della Cisgiordania) come realtà storica, sociale o geopolitica, ma come simbolo assoluto. Gridano “Free Palestine”, ma mettono a tacere le donne che denunciano la sharia, gli omosessuali che fuggono, i dissidenti, comuni o illustri. Per loro, nei cortei come nelle mozioni comunali, non c’è mai posto. Gaza e la Palestina sono diventate la bandiera illusoria di un potere feroce che reprime al proprio interno e sventola la causa della libertà all’esterno. E più di un utile idiota, di cui Torino è piena, abbocca all’amo. Un’ossessione ha finito per colonizzare l’immaginario di certa sinistra occidentale, ossessionata dai rapporti di forza fra l’occidente e il resto del mondo, discolpando tutto a quest’ultimo, anche quando da ottant’anni vuole buttare a mare gli ebrei. E non importa se si dicono progressisti ma evitano di pensare e di dire che dietro alla loro idea di “Palestina” ci sono regimi, come l’Iran, che finanziano la repressione e la sottomissione. La coerenza ha smesso di contare. Conta soltanto l’emozione. Tutto il resto è solo vanità.

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