martedi` 15 luglio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






israele.net Rassegna Stampa
15.07.2025 Il giornalismo di parte
Commento di Ben-Dror Yemini

Testata: israele.net
Data: 15 luglio 2025
Pagina: 1
Autore: Ben-Dror Yemini
Titolo: «Propaganda omicida: il giornalismo di parte alimenta l’odio globale contro Israele ignorando la verità dietro le sofferenze a Gaza e la realtà del terrorismo (complice la testata israeliana più venerata dai nemici di Israele)»

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'analisi di Ben-Dror Yemini tradotta da YnetNews dal titolo "Propaganda omicida: il giornalismo di parte alimenta l’odio globale contro Israele ignorando la verità dietro le sofferenze a Gaza e la realtà del terrorismo (complice la testata israeliana più venerata dai nemici di Israele)".

Ben-Dror Yemini
“Con ogni mezzo necessario”: l’agghiacciante slogan che legittima ogni possibile crimine terroristico, di fatto avallato già nel 2022 da alcuni articoli su Haaretz, il quotidiano filo arabo che esce purtroppo in Israele (che è stato fin troppo democratico)

È del tutto possibile che, se mi fossi trovato tra la folla del Glastonbury Festival, anch’io mi sarei unito ai cori “Morte alle IDF” e ” Palestina libera”, proprio come i manifestanti nei campus e come le folle delle adunate organizzate dal regime in Iran che gridano “Morte a Israele, morte all’America”.

Perché se fossi stato esposto esclusivamente a organi d’informazione come la BBC, il Guardian e Haaretz, anch’io sarei diventato un implacabile odiatore della “malvagia entità sionista” e dei suoi soldati.

Negli giorni scorsi Haaretz ha toccato nuove vette, o meglio, nuovi abissi. Spiccano due articoli particolarmente disgustosi.

Uno recava il titolo: “Soldati testimoniano: le Forze di Difesa israeliane sparano deliberatamente contro abitanti di Gaza vicino ai centri di aiuto umanitario”. Dunque non si tratta di fuoco accidentale, di danni non voluti: si sostiene che è fuoco intenzionale contro disperati in cerca di farina.

Un altro titolo recitava: “Consenso tra i principali esperti di mortalità sul numero dei morti a Gaza: è molto più alto dei numeri noti” (qui una smentita ndr).

Come si può non arrivare a odiare Israele quando ci si alimenta con questa narrazione?

Provate a spiegare ai lettori di tutto il mondo che il secondo articolo è stato scritto da Nir Hasson, uno che nel 2022 elogiava apertamente come eroi i palestinesi “che rischiano la vita per opporsi all’occupazione e all’oppressione”. E aggiungeva: “Chi fa parte della forza occupante non ha alcun diritto morale o legale di dire all’occupato quali mezzi può usare per resistere all’occupazione”.

I manifestanti che marciano con i cartelli “Con ogni mezzo necessario” a sostegno dei massacri e degli stupri di Hamas non fanno che riecheggiare questa linea. Nir Hasson li ha preceduti.

Le accuse di genocidio – basate interamente sulla propaganda di Hamas – sono state ripetutamente smentite. Ma Hasson insiste. Si perdoni il riferimento personale all’autore, che era anche coautore del primo articolo, ma a volte è inevitabile.

Ma veniamo al merito della questione. In realtà esistono testimonianze, molto dettagliate, su ciò che accade agli abitanti di Gaza che hanno bisogno di cibo.

Sono cominciati ad arrivare molti resoconti secondo cui Hamas avrebbe ucciso residenti locali alla ricerca di sacchi di farina, accusandoli di collaborare con i centri di assistenza americani. Tra questi resoconti, lettere e dichiarazioni di famiglie i cui figli sono caduti nelle mani spietate di Hamas.

Si potrebbe pensare che si tratti di notizie fatte trapelare dal Ministero della Propaganda sionista, che non esiste.

Invece, sorpresa: il resoconto di cui parliamo è stato pubblicato un paio di settimane fa da Al-Hayat al-Jadida, il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese.

Certo, l’Autorità Palestinese è in conflitto con Hamas. Ma a quanto pare, ciò che i palestinesi sanno bene, i propagandisti di Hamas e i loro sostenitori si rifiutano di ammetterlo. Tutt’altro. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito quegli articoli di Haaretz una “calunnia del sangue”. Per una volta ha ragione.

Al-Hayat al-Jadida (il cui reportage è stato tradotto in inglese e pubblicato da PMW-Palestinian Media Watch), presenta diverse testimonianze di prima mano.

La famiglia Shaheen di Deir al-Balah riferisce della morte del figlio, Siraj al-Din Hisham Shaheen, ucciso a colpi d’arma da fuoco da terroristi di Hamas.

La famiglia al-Hilu riferisce che cinque dei suoi membri sono stati assassinati da Hamas.

Hiba al-Misal, sorella della vittima Osama al-Misal, fornisce il resoconto più dettagliato. Dice che un’unità di Hamas chiamata “Al-Siham” (la Freccia) ha fermato l’autobus su cui viaggiava suo fratello insieme ad altri giovani, diretti a un centro di distribuzione alimentare. Li hanno fatti scendere, li hanno legati, li hanno accusati di “collaborazionismo” e gli hanno sparato. Gli aggressori hanno poi dato la caccia ai feriti fino all’ospedale Nasser e gli hanno sparato di nuovo, impedendo al personale medico di prendersi cura di loro.

Osama e un altro palestinese sono stati uccisi in quel modo. La sorella Hiba conclude la testimonianza dicendo: “Non vogliamo vendetta, vogliamo verità e giustizia”.

Il 17 giugno, la BBC riportava che “le forze israeliane hanno ucciso 51 palestinesi in attesa di farina” usando droni e carri armati. Nidal al-Mughrabi della Reuters portava il numero a 59. Un sito web israeliano di sinistra alzava la cifra a 70.

Ma che motivo avrebbero le Forze di Difesa israeliane di sparare “intenzionalmente” sui civili in cerca di cibo? Nessuno.

La fonte di queste affermazioni è Mahmoud Basal, che definisce stesso portavoce della “difesa civile” a Gaza. Le IDF lo hanno identificato come un agente di Hamas.

Persino la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, interpellata in merito, ha irriso il reportage della BBC in una risposta fulminante.

Un utente su X di nome Aizenberg ha raccolto numerose prove che smentiscono le affermazioni di Hamas e rivelano le esecuzioni sommarie perpetrate dai terroristi, smontando l’articolo di Haaretz sul presunto “consenso” degli esperti.

Il problema è che quasi tutti i reportage provenienti da Gaza sono scritti da giornalisti che lavorano sotto il controllo di Hamas, con una pistola neanche tanto metaforica puntata alla tempia (e lo stesso farebbe qualunque giornalista straniero a Gaza, come già facevano in passato ndr)

Haaretz, dal canto suo, non ha bisogno della pistola. La propaganda di Hamas la pubblica di sua spontanea volontà.

Al-Hayat al-Jadida non esita a puntare il dito contro Israele. Ma accusa anche, e soprattutto, Hamas. Il problema è che quasi nessuno in Occidente vuole vedere queste testimonianze palestinesi.

Il quotidiano israeliano più letto al mondo (nella sua versione in inglese ndr) è un organo di propaganda anti-israeliano. Come ebbe a sottolineare una volta il giornalista americano Jeffrey Goldberg, che non è certo di destra, gli articoli di Haaretz vengono spesso citati dalla propaganda neonazista. Questo accadeva nove anni fa. Da allora la situazione è solo peggiorata.

Ho contattato l’Unità portavoce delle Forze di Difesa israeliane, che ha categoricamente smentito quelle accuse. Certo, per precauzione e professionalità spesso la reazione iniziale del portavoce militare è del tipo “stiamo esaminando l’incidente” riportato. Solo successivamente viene diramata una smentita dettagliata. Ma a quel punto, il danno è fatto.

E le smentite delle Forze di Difesa israeliane, anche quando arrivano, o sono del tutto ignorate o vengono relegate in fondo all’articolo, come una pura formalità per dovere legale.

Come facciamo a sapere che si tratta di propaganda e non di giornalismo?

Ebbene, c’è un’evidente modalità che è comune ai propagandisti, siano essi giornalisti o accademici, in Israele o all’estero.

Ignorano il fatto che i capi stessi di Hamas affermano con orgoglio di usare donne e bambini come scudi umani.

Ignorano lo spietato controllo che Hamas esercita sulla popolazione, in stile nordcoreano.

Ignorano il fatto che Hamas è incistata nel cuore delle aree civili, sia sopra che sottoterra, più profondamente che in qualsiasi altro conflitto della storia moderna.

Ignorano che ovunque prenda piede l’islamismo estremista, il risultato è sempre distruzione e spargimenti di sangue.

E ignorano la verità più lampante di tutte: che nessuno di questi spargimenti di sangue si sarebbe verificato se Hamas si preoccupasse dei palestinesi tanto quanto si preoccupa di distruggere Israele.

Ignorano le testimonianze palestinesi e persino le prove video di terroristi che sparano sulla folla palestinese. Nonostante l’instancabile lavoro di persone come Aizenberg, che conducono indagini rigorose, la propaganda dell’orrore continua.

L’esposizione alle menzogne supera enormemente l’esposizione alla verità.

Non deve essere necessariamente così. Ne abbiamo già parlato. E continueremo a insistere sull’argomento.

(Da: YnetNews, 11.7.25)


http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT