Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Israele difende i Drusi anche in Siria Commento di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 15 luglio 2025 Pagina: 6 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Israele difende i Drusi anche in Siria. Colpiti i tank del regime di al Sharaa»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/07/2025, a pag. 6 con il titolo "Israele difende i Drusi anche in Siria" l'analisi di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Il nuovo regime di al Sharaa in Siria non si è fatto scrupoli a massacrare le minoranze di alawiti nelle province occidentali. Israele è l'unico paese che difende i drusi in Siria, anche usando la forza militare, per evitare che facciano la stessa fine.
Si tratta ancora fra Israele ed Hamas, mentre si riaccende la crisi in Siria, costringendo a incursioni a difesa dei drusi. Il presidente americano Trump, i cui delegati, insieme ai mediatori di Qatar ed Egitto, propongono 60 giorni di tregua per liberare gli ostaggi e trattare poi la fine della guerra, resta ottimista: «Speriamo di sistemare la questione in una settimana». Riferendosi al ritiro unilaterale delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza nel 2005 ha commentato: «Uno dei peggiori affari immobiliari mai fatti. Hanno ceduto una proprietà vista-mare credendo avrebbe portato la pace, ma ha portato al contrario». Da indiscrezioni della tv ebraica Channel 12, il premier israeliano Benjiamin Netanyahu avrebbe assicurato al ministro delle Finanze Bezalel Smotrich che, anche in caso di tregua, «la guerra continuerà dopo la pausa, trasferiremo la popolazione della Striscia verso sud e imporremo un assedio al nord di Gaza». Ynet News sostiene che Netanyahu “è pronto a compromessi mai fatti prima” fra cui accettare il ritiro delle truppe dal corridoio Morag, attiguo a Rafah. Secondo Haaretz, Netanyahu è contrario alla proposta dell'esercito israeliano e del ministro della Difesa Israel Katz di creare a Rafah una “città umanitaria” per i palestinesi. Ciò perché i tempi sono “irragionevoli”. I generali hanno pronosticato che ci vorrebbero “da 3 a 5 mesi” per un insediamento capace di ospitare, dapprincipio, 600.000 palestinesi, e “un anno” per espanderlo ai 2 milioni della popolazione totale di Gaza.
Nella Striscia le operazioni israeliane continuano. ma anche il fronte siriano s'è riaperto. Ieri sono scoppiati nella zona di Sweida nuovi scontri fra la minoranza drusa, da sempre protetta da Israele, e beduini siriani appoggiati dal governo sunnita di Damasco, che hanno causato circa 100 morti.
L'aviazione israeliana è intervenuta bombardando e distruggendo vari carri armati siriani che si stavano dirigendo nell'area drusa per reprimere i ribelli. Le truppe di Gerusalemme, che hanno ampliato l'occupazione del Golan siriano dopo la caduta, nel dicembre 2023, del precedente regime di Assad, hanno fatto sapere: «La presenza di questi carri armati nel sud della Siria può rappresentare una minaccia per lo Stato di Israele, non lo permettiamo». Poi Katz ha definito i raid sui carri siriani come «un chiaro segnale che difenderemo i drusi».
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