Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Dalle dittature ai paesi europei contro Israele Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 15 luglio 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Boicottatori a Bogotà»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 15/07/2025, a pagina 1/IV, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Boicottatori a Bogotà".
Giulio MeottiLa Colombia del socialista Petro guida un vertice anti-Israele promosso dal “Gruppo dell’Aia”, con la partecipazione di dittature, paesi islamisti e democrazie, tutte guidate da partiti di sinistra, ostili a Israele come Spagna e Irlanda. Le democrazie criticano aspramente Israele ma non hanno nessuna difficoltà a sedersi allo stesso tavolo di dittature spietate come Cina, Cuba, Qatar e Algeria
Roma. Una volta c’era la Caracas di Hugo Chàvez. Oggi c’è la Bogotà di Gustavo Petro, presidente della Colombia. Anche la Spagna e l’Irlanda oggi saranno nel paeselatinoamericano per adottare “misure concrete” controIsraele. Fondato all’inizio di quest’anno, il “Gruppodell’Aia” è un blocco di stati che include Sudafrica, Cuba e Malesia, uniti dall’obiettivo di promuovere il boicottaggioe le sanzioni contro Israele. Tra gli stati che invianodiplomatici al vertice colombiano figurano Algeria, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Cina, Cuba, Gibuti, Honduras, Indonesia, Irlanda, Libano, Malesia, Namibia, Nicaragua, Oman, Portogallo, Spagna, Qatar, Turchia e Uruguay. Dunque ci sono dittature, come quella algerina e cinese, vecchie glorie dell’“antimperialismo” come Cuba e Nicaragua, la Turchia di Erdogan, emirati come Qatar e Oman e democrazie come il Brasile.
Sotto la sinistra di Ignazio Lula da Silva, il Brasile non vuole perdere il treno del terzomondismo, ma a Bogotà ci sono anche i paesi europei più schierati contro il popolo ebraico e Israele, come appunto Spagna e Irlanda. Manca soltanto l’Iran, che pure sostiene l’incontro in Colombia (Teheran è accusata di aver finanziato anche l’azione legale del Sudafrica contro Israele alla Corte dell’Aia). E’ prevista la partecipazione a Bogotà della relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Palestina, Francesca Albanese, sanzionata dal dipartimento di Stato americano all’inizio di questa settimana (“ogni governo dovrebbe essere presente in Colombia” ha detto Albanese). Ci saranno anche il capo dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, sotto osservazione e critica dall’attacco del 7 ottobre per le collusioni fra Hamas e l’agenzia dell’Onu. Dovrebbero essere presenti anche l’ex leader del Labour britannico, Jeremy Corbyn, e l’ex ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ma anche Rima Hassan, l’europarlamentare della France insoumise che con Greta Thunberg ha appena provato (e fallito) a rompere il blocco di Gaza (Hassan è stata bandita da Israele per aver detto che i fratellini Bibas non li hanno uccisi i terroristi di Gaza). E in Irlanda, oggi, il Parlamento dovrebbe portare al voto finale una legge che vieta l’importa-zione di prodotti realizzati nelle comunità ebraiche di Giudea e Samaria, definendone la vendita un reato. Il disegno di legge, che gode del sostegno sia della coalizione di governo che dell’opposizione, renderebbe reato commerciare con gli israeliani nei territori del 1967 e in alcune zone di Gerusalemme. Richiama il boicottaggio di Israele da parte della Lega Araba, abbandonato da tempo. Imporrebbe anche alle aziende americane con una presenza in Irlanda di violare le leggi federali concepite per contrastare il precedente boicottaggio. Sarebbe la prima volta che uno stato occidentale impone un boicottaggio legale contro i prodotti ebraici.
La Colombia di Petro, che a gennaio ha detto che “il sionismo controlla la finanza mondiale”, guida dunque l’appeasement dei terroristi di Hamas, mentre i terroristi al suo interno hanno aggiunto migliaia di membri e ampliato il loro controllo territoriale negli ultimi tre anni, secondo un rapporto sulla sicurezza interna visionato da Reuters. E in Colombia si continua a morire per mano dei guerriglieri.
Petro, primo presidente colombiano di sinistra ed ex membro del movimento terroristico M-19, aveva lanciato una politica di “pace totale” al suo insediamento. La stessa “pace” che i terzomondisti di tutto il mondo riuniti a Bogotà vorrebbero imporre a Israele.
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